Siamo in un ipotetico 1984, immersi in un mondo diviso in tre grandi stati (Oceania, Eurasia ed Estasia) perennemente in lotta tra loro.
La storia si ambienta in Oceania, terra del Grande Fratello, fondatore del "Partito", che tutto controlla e tutto vede. I suoi occhi sono ovunque, ti scruta e ascolta attraverso gli schemi ed i microfoni posizionati in ogni ambiente,o quasi. É impensabile formulare un pensiero o enunciare una frase senza essere intercettato dalla sua forza armata speciale, la Psicopolizia, che ha spie ovunque e nessuna pietà, neanche quando si tratti di denunciare il proprio stesso padre.
Questa é la storia di Winston, un uomo di mezza età che si ritrova a dubitare del pensiero coatto che il Partito impone ai cervelli inermi e spenti della gente comune, e del suo bisogno di volersi sentire ancora "umano".
Amare, pensare autonomamente, dubitare, ribellarsi. Tutto ció diventa una necessità per Winston, che si macchia del terribile crimine della sovversione contro il Grande Fratello, e per cui la punizione finale puó essere solo una se scoperti: l'annientazione.
Ho letto questo libro in un fiato. La prima cosa che mi ha sconvolto é la visione futuristica di Orwell, cosí maledettamente simile alla nostra realtà se si pensa che il racconto é degli anni 40.
Altro punto inquietante é la metafora del Grande Fratello, un'istituzione che ci omologa e ci assorbe, distruggendo ogni forma di pensiero autonomo ed in grado di privarci di ogni elemento che fa di noi esseri umani.
Orwell ci regala questa crudele visione di un mondo che, ahimé, non é molto lontano dal nostro. Basti pensare al potere dei massmedia nell'influenzare le mode e il pensiero, nonché nel promuovere determinate visioni politiche per giustificare scelte, che non sempre possono essere definite eticamente corrette, in nome di un bene comune.
Questo racconto ti lascia l'amaro in bocca, e l'impossibile redenzione dell'umanità da questo controllo, é come uno schiaffo in faccia.
Terribile ma favoloso. Non é una lettura leggera, ma forse servirebbe un pó a tutti cimentarsi in questo genere di testi. Magari il pessimismo di Orwell potrebbe un domani essere smentito.
"Se vuoi un simbolo figurato del futuro, immagina uno stivale che calpesta un volto umano...per sempre."
Finalmente sono riuscita a leggere questa pietra miliare della letteratura, senza non poche difficoltà direi, perchè all'inizio non trovavo niente di troppo strano o diverso, o che soddisfasse le mie alte aspettative, ma appena è inizia la terza parte è cambiato tutto. Letteralmente.
Non provavo un così grande disagio da quando ho letto 'La casa del sonno' e il discorso di O'Brien a Winston nel Ministero dell'Amore mi ha fatto lo stesso effetto; in particolare i capitoli 2 e 3 della terza parte sono pazzeschi, assurdi,contorti,mostruosi e soprattutto veri. Questo forse mi ha spaventato, perciò capisco perchè questo libro piaccia tanto e perchè dopo tanti anni sia ancora attuale e letto da così tante persone e perchè bisogna che continuiamo a leggerlo e leggerlo e farlo leggere, affinchè ciò che accade in Oceania non si ripeta mai.
Adoro questo libro, il modo implacabile in cui Orwell tratteggia l'assoluta facilità con cui un essere umano può lasciarsi andare a un'ideologia, volente o nolente.
In particolare il trattato conclusivo sulla neolingua è da far accapponare la pelle.
Come non dare il massimo dei voti a questo libro? Forse la caratterizzazione dei personaggi non è fantastica e la trama non è intrigante come altre ma il messaggio diffuso e la costruzione del mondo distopico sono semplicemente sublimi.
La cosa che ho trovato geniale è la neolingua, la nuova lingua messa a punto per le esigenze ideologiche del partito.
Orwell calca ogni aspetto della dittatura fino quasi ad esagerarlo, per farci inorridire ma anche vedere quanto alcuni di questi "orrori" siano in uso e ampiamente accettati dalla società.
Ultima nota, fate leggere questi libri a scuola, capisco non sia letteratura italiana ma sono molto più affascinanti e costruttivi dei Malavoglia di Verga per esempio (questa è ovviamente la mia opinione e deve essere trattata come tale).
...ContinuaIl 1984 che per molti di noi è sbiadito ricordo del passato era, per Orwell, il futuro.
Scritto nel 1948, questo romanzo risulta a tutt'oggi indicibilmente attuale, a tratti perfino profetico, e non cessa di mettere in guardia l'attento lettore su ciò che potrebbe accadere se si mettesse a tacere il proprio spirito critico, la propria capacità/volontà di prestare attenzione al mondo ed ai suoi avvenimenti.
Un racconto lucido, talvolta folgorante.
Una lettura consigliata a tutti, indistintamente, uomini e donne, giovani e vecchi.