Primo libro della trilogia dell'Impero Radch; ha fatto incetta di premi ma è noto soprattutto per due cose: 1) nell'originale inglese la protagonista (una intelligenza artificiale voce narrante) non riesce a distinguere il sesso delle persone e le indica tutte al femminile; 2) nella traduzione italiana invece oscilla in modo casuale dal maschile al femminile.
Questa trovata letteraria ha mandato in brodo di giuggiole gli amanti del "gender fluid" che hanno gridato al capolavoro che "permette di identificare i personaggi col genere che il lettore preferisce", ma temo che questo abbia offuscato il loro giudizio sul contenuto del romanzo. La mia opinione è invece che questa trovata è stata pessima, non solo per il fatto che rende poco leggibile (e faticosa) buona parte del romanzo, ma principalmente perché ai fini della trama non ha NESSUNA utilità né necessità. Se i personaggi fossero stati indicati col maschile e femminile corretto, non sarebbe cambiato NULLA nella trama, e il romanzo ne avrebbe guadagnato in leggibilità.
Inoltre è piuttosto assurdo che la protagonista, che è un'intelligenza artificiale che ha migliaia di anni, possa governare un'astronave, gestire decine di ancelle contemporaneamente, ma non riesca a riconoscere il sesso delle persone malgrado le conosca e viva a stretto contatto con loro per giorni o mesi.
La trama in sé contiene molti punti improbabili e chiaramente infilati dall'autrice per i suoi fini narrativi (a partire dall'incontro iniziale tra Breq e Seivarden e l'immotivato soccorso a quest'ultimo), ma tutti giustificati dalla religione del Radch dove "le coincidenze non esistono".
Altro punto: come si giustifica la presenza del personaggio del Signore dei Radch, che vive migliaia di anni e dispone di migliaia di corpi sparsi in tutto l'impero? Io pensavo che alla fine ci fosse una qualche spiegazione, invece in questo primo romanzo è solo un artificio narrativo utile alla trama.
Il finale del romanzo inoltre è caotico e difficile (o inutile) da seguire.
Si salvano certamente i momenti in cui la protagonista (sì, almeno lei è giustamente definita femminile) viene descritta nel suo duplice ruolo di astronave e di ancella.
Un po' ridicolo il fatto che nel Radch tutti quanti bevano il tè in qualsiasi occasione e non sopportino la vista delle mani senza guanti...
In Italia sono stati pubblicati solo i primi due libri della trilogia, e ci sarà un motivo... Il secondo l'avevo già comprato, devo solo decidere se leggerlo.
Fantascienza "seria", con solidi agganci filosofici, come la separazione tra mente e corpo, reminiscenze religiose e la straordinaria questione di genere, risolta abbastanza bene anche in italiano. Situato in un futuro lontanissimo, in realtà (viaggi spaziali a parte) presenta situazioni che potrebbero verificarsi in futuro più prossimo. Penso all'intelligenza artificiale.
Non semplicissimo da leggere, all'inizio sembra di non capire nulla, poi quasi all'improvviso appare il disegno generale.
Un libro particolare, geniale. Un capolavoro che non a caso ha vinto premi importanti e, a mio parere, del tutto meritati. L'autore ti getta immediatamente in mezzo alla storia, lasciandoti da te a orientarti tra due strati narrativi di presente e passato. La traduzione non deve essere stata semplice: l'inglese è più confacente a rendere una lingua aliena in cui non ha la minima importanza il genere maschile o femminile. Mi ha dato ciò che cercavo: intelligenze artificiali, astronavi, umanità - entrambe psicologicamente spaccate e frammentate fino a sfiorare il filosofico - una civiltà molto strutturata dal sapore vagamente orientale e un sistema sociale complicato e affascinante che sono impaziente di esplorare nel sequel.
...ContinuaCi vuole pazienza con Ancillary Justice: la storia è a tratti confusa, la narrazione non è lineare, i personaggi sono volutamente criptici eppure... eppure a un certo punto tutto inizia improvvisamente a ingranare e ad accalappiare il lettore. D'altra parte la vendetta dell'avatar di un'astronave da guerra contro un dittatore in lotta con le proprie personalità multiple è una trama che non può non affascinare gli amanti della fantascienza. Un romanzo di ottimo livello che ha bisogno solo di un po' di tempo per convincere.
...ContinuaMi ero avvicinato a questo libro dopo averne letto una recensione e notato diverse similitudini con il Ciclo della Cultura di Iain M. Banks. Quella serie di romanzi mi aveva tanto affascinato, con la sua ambientazione insolita e la smisurata fantasia dell'autore, che qualsiasi cosa che appaia simile mi attira irresistibilmente.
Sapevo di non dovermi aspettare un clone od una sorta di prosecuzione ufficiosa, quindi speravo di non farmi tante illusioni. Ad Ancillary Justice mi aveva attirato anche la quantità di premi letterari di genere che il romanzo era riuscito ad aggiudicarsi. Dato che altri appassionati di fantascienza avranno notato le stesse similitudini, descriverò in cosa Ancillary Justice differisce dai romanzi della Cultura.
È un ottimo romanzo di fantascienza, con alcune trovate originali ma che tendono a spiazzare un po' il lettore. Penso che Banks abbia già scritto tutto quanto si possa scrivere riguardo ad astronavi enormi governate da intelligenze artificiali dalle capacità cognitive e sensibilità incomparabilmente superiori a quelle umane e con l'abilità di manifestarsi in più corpi simultaneamente. Escludendo le capacità enormemente superiori, questo è presente anche in Ancillary Justice, ma dall'originale punto di vista di uno dei corpi controllati dalla IA della nave, dopo aver perso la nave.
La narrazione segue due archi temporali alternati, in modo simile al capolavoro La guerra di Zakalwe (Use of Weapons) ma più lineare. Mentre in Use of Weapons i due archi andavano in ordine cronologico inverso per poi ricongiungersi nel finale dando complemento alla storia narrata, in Ancillary Justice vanno entrambi nella stessa direzione temporale fino a congiungersi portando al frenetico finale della storia.
Anche in Ancillary Justice la società non fa particolari distinzioni di genere e ciò si manifesta narrativamente nell'uso casuale dei pronomi di genere, scelta che inizialmente spiazza un po' il lettore. Personalmente ho apprezzato l'intenzione ed ho deciso di stare al gioco, abituandomi presto. Nel Ciclo della Cultura, il genere non è considerato una discriminante degna di nota, perché nella società che vi viene descritta, chiunque può in qualunque momento cambiare il proprio genere ed il proprio sesso.
L'altra scelta originale che può spiazzare il lettore, è la presenza di identità multiple. Nei flashback della protagonista, essa descrive in prima persona ciò che viene visto dalle varie ancelle - umani riprogrammati per essere controllati come zombie dalla IA delle navi - dal punto di vista della IA. Quindi, la situazione di una consapevolezza il cui punto di vista è multiplo.
A differenza del Ciclo della Cultura, in cui viene descritta una avanzatissima società anarchica in economia di post-scarsità i cui dilemmi morali e contraddizioni vengono messi in evidenza dalle avventure dei protagonisti, i quali spesso hanno a che fare o sono agenti del "Contatto" o delle "Circostanze Speciali" (due divisioni il cui scopo è di occuparsi dei contatti con le civiltà aliene, oppure di fare quei lavori che la Cultura giudica al limite dell'etico), nell'universo di Ancillary Justice si vive all'interno di un'enorme distopia fascista estremamente aggressiva, governata da un tiranno, anch'esso dalla mente distribuita. Sono presenti dilemmi morali, ma ciò che lascia un po' spiazzati è che i personaggi, pur essendo ostili al dittatore, non sembrano mettere in discussione più di tanto la struttura della loro stessa società, che è una dittatura millenaria, tanto che il termine "tiranno" non esiste nella loro lingua e viene presa a prestito dalla lingua di una delle civiltà conquistate.
Penso che sia un buon romanzo, ma che manca di emozionare e meravigliare. Alcune idee sono ottime, per molte altre avrebbe potuto osare molto di più. Ne consiglio comunque la lettura.
...Continua