La lettura di queste tre tragedie è stata accompagna dall'ansia dell'esame che le comprendeva, ma devo dire che è stata una lettura piacevole. La storia di Edipo è sempre quella così come di Antigone, ma le parole di Sofocle e la crudeltà di un destino su cui non si può aver nessun controllo ti lascia un amaro in bocca che non è facile ignorare. Consiglialo la lettura di questo libro agli amanti di mitologia e tragedie greche, o a chi voglia scoprire di più su Edipo e la sua storia.
...Continua«Per me, padre, non c'è più nobile tesoro di quando successo ti sorride. Che cosa esalta un figlio più che rigoglio luminoso di suo padre? E un padre, di suo figlio? Ma tu non chiuderti in consuetudine esclusiva, nella certezza che quanto tu declami è retto, e solo quello. Uno, chiunque sia, con l'illusione di essere la mente, capace d'espressioni, d'interiori mondi senza uguali, srotola, tu, uno come quello, e sotto gli occhi avrai pagina bianca.
Un uomo può sapere molto: ma certo non s'infanga se approfondisce, studia cose nuove. O se rifiuta gli eccessi. Guarda rasente i corsi d'acqua piena, l'albero che si flette, accondiscende: sottrae, salvi, i rami. Quello che s'irrigidisce crolla, le radici in aria. Ancora: uno tende i cavi, nerbo dello scafo, e non allenta mai. S'avvita, finisce fluttuando col ponte sottosopra. Raffredda allora, la tua febbre. Mostra che sai correggerti. Io sono troppo giovane, ma se da me può nascere un'idea, dico forte più che il nobile valore è la capacità di riflessione, sempre viva, innata.»
La legge dell'uomo e le leggi più grandi di essa.
La saga dei Labdacidi di Sofocle, anche se porterà per sempre con sé l'ansia dell'esame di maturità, rimane per me la vetta più alta raggiunta dalla tragedia greca. Straordinario, nel secondo episodio dell'Antigone, "l'agone" tra Antigone e Creonte.
...ContinuaTre grandi tragedie. Sofocle come alcuni suoi illustri contemporanei introduce miti e concetto che acquisiscono un valore che attraversa indenne tempo e spazio. Il ruolo della giustizia, la sua netta appartenenza al campo degli uomini pervade tutte e tre le tragedia. Le regole da rispettare o infrante fanno da sfondo ad un etica pubblica e privata ricca di modernità. In tutto questo interviene pesantemente il volere degli dei, le leggi di natura, la tradizione. È uno scontro epico ed, appunto, tragico quello che contrappone diritto positivo a quello naturale. È un tema affascinante che pervaderà il pensiero dell’umanità e l’analisi della struttura intima del pensiero dell’uomo nei secoli successivi fino a mantenere validità ed interesse anche ai nostri giorni.
È Edipo il personaggio centrale, diretto o indiretto, delle tre tragedie. Egli impersonifica il dilemma tra voglia di libertà, affermazione personale, merito e necessità, un dilemma dove, come spesso accade nelle tragedie greche, entra prepotentemente il fato, il volere, anche capriccioso degli dei. Un volere non sindacabile, capace sia di annullare le leggi umane sia di perdonare l’imperdonabile. Nelle tre opere è il rovesciamento della storia, l’arrivo di elementi nuovi tali da cambiare il corso degli eventi e precipitare i personaggi verso destini poco prima inimmaginabili che li contraddistingue.