Dopo la narrazione "in medias res", parte con questo secondo capitolo il racconto degli antecedenti, e dalla nebbia dell'incubo iniziale, si comincia a delineare un barlume, un filo conduttore lungo un labirinto dove a mano a mano che la luce procede, aumenta l'oscurità che incombe.
...ContinuaNon sono ancora molto convinto del modo di scrivere di Vandermeer. Utilizza spesso e volentieri la tecnica della sottrazione: pare sempre che nei suoi dialoghi e nelle sue descrizioni manchino dei pezzi. Capisco che lo faccia per aumentare la cripticità a tutta la storia, ma a lungo andare diventa stancante e poco appagante per il lettore. Alla fine comunque la tecnica ripaga, e la curiosità di vedere risolti i tantissimi enigmi seminati dallo scrittore porta avanti la lettura. Questi secondo libro è decisamente inferiore al primo. Manca il fascino perverso che accompagnava il precedente, e solo verso la fine si fa veramente interessante. Speriamo che nel terzo e ultimo ci venga spiegato il significato di questa Area X.
...ContinuaAl termine della lettura di "Annientamento" mi ero attenuto ad un giudizio neutro in attesa di capire dove tutta la vicenda sarebbe andata a parare.
Una volta girata l'ultima pagina del volume successivo, ossia "Autorità", credo di avere, ahimè, le idee un po' più chiare.
Partendo dai singoli personaggi, direi che sono poco più che monodimensionali, ossia ognuno è definito da una singola peculiarità esasperata fino all'eccesso, un po' come accadeva in particolar modo in un vecchio videogioco della "Intellevision" (siamo negli anni '80...) sulla boxe nel quale potevi scegliere la caratteristica principale del tuo avatar decidendo, ad esempio, che fosse forte in attacco, ma debole in difesa o viceversa.
Mi sono detto okay, d'accordo, magari l'autore vuole convogliare l'attenzione del lettore sull'ambientazione e gli eventi a discapito dei risvolti psicologici.
Peccato solo che le troppe descrizioni, assai stucchevoli nonchè inutili, abbiano come unico effetto quello di appesantire la lettura e affossare gli assai sporadici spunti d'interesse.
Vogliamo parlare poi della serie sterminata di misteri che si sussguono ogni due righe?
Porte che nascondono messaggi misteriosi e inquietanti; botole che nascondono soffitte sulle cui pareti appaiono disegni misteriosi e inquietanti; sgabuzzini che nascondono segreti misteriosi e inquietanti; cassetti di scrivanie in cui sono celati oggetti misteriosi ed inquietanti.
Possibile che nessuna delle persone che l'autore cita nei ringraziamenti gli abbia fatto notare che la somma di tanti misteri non produce, necessariamente, un grande mistero?
Passando, allora, al grado di suspense, posso dire che le cose vanno decisamente meglio: infatti la tensione raggiunge livelli insostenibili quasi quanto in una delle avventure di Scooby-Doo e Shaggy.
Leggevo che quest'opera si rifà a quella di PKD, ma anche a Lost e Hunger Games.
Perchè non aggiungere anche 1984, Il Prigioniero e Il Candidato della Manciuria (la questione del condizionamento ed una madre "un po' " invadente)?
Raramente mi è capitato che la velocità di lettura di un libro subisse una tale decelerazione fin quasi ad arrestarmi prima di essere giunto all'ultima riga.
Ora il problema davvero rilevante, per non dire quasi insormontabile, è quello relativo alla ricerca di un qualsiasi, seppur impercettibile, stimolo, che mi spinga ad intraprendere la lettura del terzo volume della trilogia.
Tale stimolo potrebbe essere quello di voler verificare se, come mi è vagamente parso, l'autore abbia tratto la sua principale ispirazione da un'opera di Arthur Machen (quest'ultima davvero notevole) che, per ovvii motivi, non rivelo.
Maledetta etica del lettore che spinge a leggere sino in fondo un libro, ma, soprattutto, pirla io che ho deciso di adottarla.
Mi è piaciuto molto meno rispetto al predecessore.
Troppa interiorità, simbolismo e confusione per i miei gusti.
Tuttavia, rimane una storia avvincente.
Sono curiosa di leggere l'ultimo.
The second chapter of the trilogy leads us in the premises of the Southern Reach, the agency in charge of studying - and “fighting” - the Area X. The story is narrated by Control, the new directory of the facility. Readers will get some answers but especially more elements to fuel the mystery around Area X.
There are many similarities, at least in the intentions, with Annihilation. VanderMeer exploits the events to explore the inner life and the past of Control as he did with the Biologist and there is a -persistent hint of paranormal, danger and uneasiness.
However, the overall result is inferior compared with the first book: Control is not as interesting as the Biologist and the story is weak and boring between one revelation and the other .
It’s not a waste of time nor a terrible book but who loved Annihilation might feel disappointed by Authority.
...Continua