Il primo libro sollecitava fiducia e speranze, ma i due seguenti sono veramente scarsi. Abbandonato.
Ed eccoci alla parte riservata agli indizi. Che, come dicevo, sono due. Uno (i tagli che Tosolini si autoinfligge) è ben mascherato nel testo, ma, ripensandoci, l'indizio c'è, anche se non ho avuto ancora tempo di andare a ripescare dove Alex intravede le ferite (che, poi, interpreterà alla luce dell'autolesionismo del colpevole rivelato nella parte finale del romanzo). L'altro è quello che ho cominiciato a subodorare subito, quando è emerso il volantino dello speed date col lungo testo dal quale è stato estratto il “messaggio in punto di morte”, ma che non sono riuscito ad interpretare, nemmeno quando sono state rese note le parole (“Sei sola. Sei”) contenute nel pezzettino messo in bocca per dare un indizio ad Alex. Ed è ancor più grave, per il sottoscritto, visto che, insieme ai gialli, una delle mie passioni è l'enigmistica: pensare, per di più, che parlavo di anagrammi con i miei, pochi giorni prima di imbattermi in questo “Sei sola=Alessio”...
...ContinuaChi mi conosce, lo sa: un giallo, per me, è solo un giallo classico. Tranne alcune eccezioni... E Azrael è una di queste. Perché è decisamente un giallo moderno, un thriller/noir ben scritto, con struttura agile dei capitoli, parecchi colpi di scena e con un finale pirotecnico, che mi ha portato a divorare il libro, nonostante la sua lunghezza, in soli quattro giorni (nonostante io non sia un lettore-sprint e nonostante il periodo di lavoro intenso). Ma non è solo questo. E' anche un giallo nel vero senso del termine (e cioè nel senso ristretto da me inteso), dal momento che l'enigma ha una parte comunque importante, nella struttura del racconto. E, soprattutto, Porazzi è onestissimo nel mettere a disposizione due indizi chiari. Uno va colto, l'altro (un “queeniano” messaggio in punto di morte) interpretato con spirito enigmistico. Ma, se questa operazione viene condotta correttamente, il risultato non può essere che uno, e cioè la pur sorprendente soluzione (di cui parlo a parte, nella recensione spoilerata). E questo, per me, vale tantissimo. Così come, pur non essendo ciò che cerco nelle mie letture gialle, ho molto apprezzato le considerazioni “a margine” della storia principale condotte dell'autore, che riesce a muoversi su più piani: il thriller, il giallo ad enigma, il romanzo psicologico (le implicazioni legate al passato sia dei colpevoli che, ancor più, di Alex Nero e Cavani), il romanzo di denuncia sociale. Insomma: bravo Porazzi! Cinque stelle non te le toglie nessuno. Solo una tirata d'orecchie (gliel'ho fatta anche “di persona”, via mail): perché spoilerare la soluzione de 'L'ombra del falco'? (A proposito: chi deve leggere ancora entrambi, lo faccia tassativamente in ordine cronologico!). Il romanzo sarebbe stato perfettamente in piedi parlando genericamente del primo 'Teschio', senza rivelarne l'identità.
...Continua