Risulta ovvio che in una monografia su Cinema e Antifascismo si parli di politica. Meno scontato è l'esiguo spazio lasciato al cinema per affrontare questo topos nel cinema italiano. Nella maggioranza dei casi non vi sono analisi innovative delle pellicole analizzate.
I saggi contenuti nel volume sono:
La lunga notte del ’43. Cinema e resistenza nella Prima repubblica di Pietro Cavallo
L’immagine di guerra. La Resistenza nel cinema italiano dell’immediato dopoguerra di Stefania Parigi
La storia incompiuta. Antifascismo e Resistenza nel cinema politico italiano dal boom agli anni Settanta
di Maurizio Zinni
La nostalgia e la pietà: La notte di San Lorenzo di Paolo e Vittorio Taviani di Emiliano Morreale
Resistenza senza antifascismo. La Tv e il dibattito degli anni Novanta di Vanessa Roghi
Postmodern antifascismo di Giacomo Manzoli
I vinti e i redenti. Cinema & antifascismo in Italia di Vito Zagarrio
Il saggio di Cavallo è quello a cui spetta l'onere di aprire il volume. Analizza la produzione filmica fino ai primi anni Novanta e cita i titoli più significativi di ogni periodo. Chiaro ed efficace ma nulla di nuovo.
Parigi si concentra sugli anni immediatamente successivi al termine dell'esperienza partigiana analizzando le pellicole sul tema, mostrandone i tratti comuni (sottolineando, oltre a quelli eroici, quelli da martiriologici e le vicinanze coi generi). Messe di titoli completa, buona ed interessante analisi. Un ottimo motivo per acquistare il volume.
Zinni interroga il cinema resistenziale in cerca di fermamenti sessantotteschi. Tema non nuovo, svolto in maniera ordinaria e, mi pare, senza elementi di particolare novità, tranne l'ultima parte del saggio, dedicato alle opere di Mangini e Del Frà.
Morreale analizza La notte di S. Lorenzo dei Taviani, film di svolta perché usa una prospettiva nuova (quella infantile), anticipa il tema della guerra civile e, come altri film di quel periodo, insiste sul tema della nostalgia. Prima parte nulla di nuovo, finale (soprattutto la parte sulla scoperta del corpo) più innovativo.
Roghi si dedica invece al rapporto tra cinema e tv inserendo, a ragione, la trasmissione Combat film come reale spartiacque nella memoria televisiva italiana.
Manzonli riprende la categoria di Postmodern impegno dal saggio omonimo di Antonello e Mussgnug. Se il saggio ha il merito di completare l'indagine di Cavallo, fornendo informazioni e titoli sul cinema della seconda repubblica, dall'altro non riesce a spiegare in maniera convincente i mutamenti di questi anni. Bello lo spunto "sull'aria di famiglia" a livello produttivo.
La delusione vera del volume sono le due parti assegnate al curatore: Zagarrio sia nell'introduzione che nel suo saggio in chiusura del volume non riesce a dare spunti né innovativi, né convincenti sul tema.
Nella parte stile libero ampia e interessante analisi sul dittico ottocentesco di Martone
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