seconda parte delle avventure di Raf nell'Alessandria ucronica di "Pashazade". stavolta il protagonista non è solo l'ultimo arrivato, ma è parte attiva degli eventi in quanto è stato promosso ispettore e deve occuparsi di una serie di omicidi di presunta matrice religiosa. nel frattempo deve anche portare a giudizio il suo potenziale suocero per crimini contro l'umanità, e cercare di districare la matassa di complotti internazionali e interessi superiori che giocano la partita a El Iskandrya.
il libro riprende la struttura e il ritmo del primo, affronta tematiche differenti in un'ambientazione già familiare. alcuni nuovi personaggi e un po' di storia recente contribuiscono ad ampliare il contesto che nel primo libro rimaneva più limitato alla prospettiva ancora ristretta del protagonista.
...ContinuaDa:
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Secondo volume della trilogia Arabesk. Avevo già presentato il primo volume, Pasharaze, nella mia rubrica mensile di consigli di lettura, perché mi era piaciuto molto. Questo secondo volume della trilogia è sicuramente allo stesso livello, ma l'impressione che mi ha lasciato non è equivalente. In parte, ma solo marginalmente, è dovuto all'essere un secondo volume, con i personaggi principali ormai delineati, sostanzialmente ben conosciuti, e quindi senza più l'effetto sorpresa che una storia nuova, con la sua ambientazione originale, inevitabilmente comporta. Questa volta questo effetto è particolarmente ridotto perché non solo Ashraf Bey continua ad essere un essere sostanzialmente misterioso come lo era nel primo volume, per quanto lo si continui a capire meglio, ma anche perché la storia sposta decisamente il piano di interesse, sembra divergere verso una direzione completamente diversa. Grimwood ha detto di considerare questo episodio della sua storia quello che gli piace di più, in cui ha inserito molti spunti sociali e politici. È vero, ma a me sembra che sia stato anche a detrimento della storia e della sua originalità e piacevolezza di lettura.
Di bambini arruolati, di forza o per forza, in qualche esercito africano ci sono purtroppo esempi reali contemporanei, per cui non è il fatto in sè che mi ha lasciato perplesso in Effendi, ma la presentazione che ne fa Grimwood mi sembra talmente esagerata da suscitarmi l'effetto opposto a quello desiderato dall'autore, cioè a farmela sembrare irreale, una chiara finzione letteraria, e perdere così buona parte dell'impatto emotivo.
Gli altri aspetti del romanzo sono invece completamente soddisfacenti: la trama è sufficentemente intrigante e con un adeguato livello di tensione. I personaggi continuano ad essere ben delineati e Ashraf Bey sta poco alla volta scoprendo la sua vera natura e ha riconquistato la presenza della misteriosa volpe che lo consiglia e lo informa direttamente nella sua mente.
Un buon secondo passo di una trilogia, che forse non doveva essere così appesantito dall'eccessivo carico emotivo della guerra dei bambini. Credo ci potesse essere modo di presentare lo stesso argomento in modo probabilmente più efficace e meno soffocante per la storia.
Ma questa è solo la mia opinione, e rimango in ogni caso in attesa del capitolo conclusivo.