In New England c’è un piccolissimo paese che si chiama North Domer, costruito su di un altipiano, quindi manca totalmente dell’ombra che anche in estate è ben presente invece nelle località più riparate del New England. Ed è proprio qui che vive Charity, figlia adottiva dell’avvocato Royall...
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Se non fosse ben specificato che questo breve romanzo di Edith Wharton è ambientato in America mi verrebbe da collocarlo in quei luoghi indefiniti da fiaba o novella popolare, dove c'è un piccolo paese in cui si conoscono tutti e la vita scorre quieta e monotona e poi c'è il luogo oscuro e misterioso, la Montagna, a cui si guarda quasi con timore.
Proprio dalla Montagna proviene la protagonista, Charity, che uno degli uomini più in vista del paese ha adottato da piccola e poi allevato. Annoiata dalla vita monotona che conduce in paese e seccata per le attenzioni non proprio paterne del tutore, Charity sogna di andarsene per sempre, dopo aver conservato i soldi necessari lavorando svogliatamente nella piccola biblioteca. Ma l'incontro con un giovane architetto venuto da "fuori" sconvolgerà la sua vita nel corso di una breve, intensa estate.
Romanzo dal sapore dolceamaro, i cui protagonisti sembrano esser guidati più dal Fato che dalle proprie scelte. Lontano dall'ironia graffiante di altri romanzi della Wharton, mi ha ricordato un po' Ethan Frome (ma meno tragico). Da leggere, come tutto di questa magnifica autrice.
La prima volta che sentii nominare Edith Wharton fu proprio in relazione a questo libro; entrambi erano citati in una serie tv (Everwood). Tale fu la curiosità che mi suscitò il tono entusiasta con cui ne parlavano, che decisi di annotare il nome dell’autrice così da cercare informazioni su internet (da brava lettrice onnivora, sempre alla ricerca di nuovi titoli da leggere, quale sono). Questo fu il mio primissimo incontro con la scrittrice americana e da allora fu amore sin dalla prima lettura di una sua opera.
Al contrario dei suoi libri più conosciuti, quasi tutti ambientati nella società newyorkese, Estate è, come il più famoso Ethan Frome, ambientato in un piccolo villaggio del New England, in particolare a North Dormer, dove i vicini di casa sono un po’ impiccioni e sempre informati degli affari altrui. Il romanzo racconta la storia dei Charity Royall, giovane ragazza “portata giù” dalla montagna, un’altura oscura e misteriosa, abitata da una becera comunità di persone che vivono ai margini della civiltà. Charity, infatti, è stata adottata dall’avvocato Royall “l’uomo più in vista di North Dormer” e da sua moglie, che però morirà alcuni anni dopo.
La giovane Charity, il cui unico svago sono le passeggiate nel verde della campagna, odia la vita monotona che conduce nel piccolo villaggio isolato di North Dormer e soprattutto fare la bibliotecaria due giorni la settimana, attività per cui non mostra passione; sogna quotidianamente di andarsene e lasciarsi tutto alle spalle. Un tranquillo e assolato pomeriggio di giugno la ragazza s’imbatte in un giovane architetto di Boston, Lucius Harney, ospite presso un’anziana parente, arrivato nel villaggio per compiere delle ricerche sull’architettura coloniale della zona. Attratti l’uno dall’altra iniziano a frequentarsi suscitando le chiacchiere dei paesani e il malcontento del signor Royall, il suo tutore, cui non va giù questa relazione.
Una storia d’amore, quella tra i due, che si rivelerà una passione fugace e segnerà Charity per tutta la vita.
Delicato e intenso allo stesso tempo, Estate è una delle opere meno conosciute di Edith Wharton e nel periodo in cui uscì (primi decenni del novecento) suscitò scalpore a causa della scelta della protagonista di vivere liberamente la sua passione; un romanzo coraggioso per il suo tempo, che parla apertamente della sessualità di una giovane donna senza, però, dover narrare esplicitamente scene di sesso.
Leggendo la trama, a grandi linee sembra che il libro possa raccontare l’ennesima storia, forse già letta, di una fallen woman, ma in realtà, lo scopo dell’autrice americana è quello di raccontare e mettere in luce l’ipocrisia e la soffocante atmosfera di una società perbenista (che stavolta è rurale e non cittadina), la morsa della rigida etichetta delle convenzioni sociali, il ruolo della donna nella società, la complessità delle strutture di classe, la scoperta della propria identità.
Questo romanzo breve ma abbastanza duro, ha come protagonista una ragazza in cui il lettore riesce ad immedesimarsi con fatica (almeno a me è successo così); non un’eroina in senso lato o una figura memorabile, ma sicuramente un personaggio vivo. Charity è una ragazza bella, forte, orgogliosa, priva di cultura, solitaria, sprezzante, indolente, vanitosa, testarda, irremovibile, ribelle e insofferente alle regole sociali, insomma sembra avere pochi pregi e molti difetti. In lei convivono le due anime di North Dormer: il lato rigido e tradizionalista del paese e il lato “selvaggio” della Montagna nativa, un impulso “atavico” che Charity deciderà pericolosamente di seguire, abbandonandosi ai suoi istinti, desideri e passioni; è proprio quest’abbandono che alla fine ci svela il significato del titolo del libro, “Estate”; che fotografa la vita stessa della protagonista, metafora dei suoi desideri, aspettative e promesse che, con il finire della stagione estiva, vedrà cadere come le foglie in autunno.
Una protagonista ostica con cui ho fatto a pugni più volte: amata e odiata allo stesso tempo, ho simpatizzato con lei, mi sono commossa per lei, ho inveito contro di lei. Un personaggio vivo e molto avanti per il periodo in cui è ambientato il libro. Charity è una vittima della sua era, del ruolo della donna nella società d’inizio '900, che finisce preda delle due figure maschili, che non fanno una bella figura e si rivelano, alla fine, uno peggio dell’altro. Lucius, il giovane dall’avvenire brillante di cui s’innamora, è un’ipocrita che condanna dei comportamenti che compie lui stesso; la seduce e poi l’abbandona solo per non opporsi alle convenzioni sociali e al vincolo che ha contratto pubblicamente, pensando solo a proteggere il sou buon nome; l’altro personaggio maschile è l’ambiguo tutore della giovane, l’avvocato Royall, uomo di mezza età in bilico tra la perfetta integrità pubblica – poiché avvocato e quindi figura molto importante nella vita del villaggio - e la depravazione della sua condotta in privato. Un uomo disgustoso e lascivo che mi ha fatto venire i brividi di ribrezzo ogni volta che compariva sulla scena. Brrr!
Charity ha un rapporto profondo e fisico con la natura, con gli alberi, con la terra. La Wharton, grazie ad una scrittura scorrevole e limpida, descrive anzi dipinge il paesaggio del New England e la stagione estiva che fanno da sfondo e da parte integrante della vicenda: gli odori, i colori, il lento scorrere del tempo, il calore del sole che il lettore riesce a percepire sulla propria pelle, o la sensazione di sentire l’erba tra le proprie dita; sono tutte immagini degne del miglior Hardy.
Edith Wharton è, come sempre, non solo un’attenta osservatrice della società ma anche una grande scrutatrice dell’animo umano di cui è bravissima nel descrivere, senza mai annoiare, ogni minima sfumatura e in questo caso anche della natura; grazie ad uno stile scorrevole e brillante, all’uso della sua inconfondibile ironia, alla prosa ricca, lirica e bella, riesce a catturare e ad imprimere su carta le emozioni, i desideri e le paure di una giovane donna che si affaccia alla vita.
Una cosa che amo particolarmente dell’autrice americana è l’amara attualità delle sue opere, ed Estate non fa obiezione. La penna della Wharton è, anche in questo caso, una penna affilata e tagliente che si trasforma in un’arma che sferra al lettore la stoccata finale nell’amarissimo epilogo, poiché la protagonista, dopo aver lottato tanto accetta il compromesso e si arrende al volere della società rinunciando ad ogni aspirazione, restando inchiodata ad una realtà che ha sempre odiato.
Una vicenda triste e senza speranza quella raccontata in questo romanzo, che nonostante sia ambientata nella stagione estiva non impedisce al gelo di scenderti dentro.
Senza riflettere aveva preso una decisione: mentre i suoi occhi percorrevano il cerchio delle colline, la sua mente aveva seguito lo stesso itinerario. Forse era qualcosa nel suo sangue a far della Montagna l’unica risposta alle sue domande, il rifugio sicuro da tutto ciò che la tormentava e la imprigionava. Ora la vide profilarsi contro il cielo, nell’alba piovosa, e fissandola capì che questa volta ci sarebbe andata sul serio.
*Canzone del 1965 cantata da Frank Sinatra
...ContinuaForte e intenso, una Edith diversa, un racconto crudo e delicato allo stesso tempo. Mi ha ricordato l'atmosfera di Ethan Frome.
Un romanzo di qualità di inizio '900 con una scrittura davvero fresca e scorrevole per l'epoca.
Una storia delicata ed intensa nel contempo, con un finale davvero dolce-amaro.