«Cola abbuddò, e, ddoppu un jornu, s’arricugghíu e dissi a lu Re, ca Missina era fabbricata supra un scogghiu, tinuta di tri culonni: una rutta, una scardiata ed una sana». Lu Piscicola «Cola si tuffò e il giorno dopo tornò e disse al Re che Messina «Cola abbuddò, e, ddoppu un jornu, s’arricugghíu e dissi a lu Re, ca Missina era fabbricata supra un scogghiu, tinuta di tri culonni: una rutta, una scardiata ed una sana». Lu Piscicola «Cola si tuffò e il giorno dopo tornò e disse al Re che Messina era costruita su uno scoglio, che poggiava su tre colonne: una rotta, una scheggiata e una sana». Il Pescecola «Quando vennero fuori le mie Fiabe, Novelle e Racconti popolari siciliani pareva che poco rimanesse da raccogliere in Sicilia; ma ecco, dopo tredici anni, un nuovo volume di Fiabe e Leggende popolari inedite». Così scriveva Giuseppe Pitrè nel 1888, presentando le 158 storie raccolte in questo volume, che andavano ad aggiungersi alle 300 del suo leggendario corpus in quattro volumi del 1875, ripubblicato dalla Donzelli nel 2013 con la prima traduzione italiana a fronte dei testi in siciliano. Dopo il successo di quell’edizione, salutata unanimemente dalla critica come «un evento editoriale di valore storico», la Donzelli torna oggi sulle orme del più grande studioso di folklore che l’Italia abbia mai avuto, e per la prima volta presenta in traduzione italiana anche la sua ultima raccolta. Un’opera potente, innovativa, tutt’altro che residuale. Una sorprendente riscoperta, necessaria per celebrare il maestro siciliano nel centennale dalla sua scomparsa (10 aprile 1916), e portarlo definitivamente all’attenzione di nuovi lettori, appassionati di fiabe e leggende, non meno che di orizzonti siciliani e mediterranei. Queste pagine, in effetti, raccontano di un’isola che trabocca di tesori. Narrano storie di reginelle bisbetiche, di re pidocchiosi, di sciocchi e di furbi, di santi e di diavoli, di animali bizzosi: tutti alle prese con le peripezie del vivere; tutti in cerca delle più sbrigliate fantasie per aiutarsi a sopravvivere. E accanto a vecchie conoscenze come Giufà e Ferrazzano, il lettore incontrerà qui per la prima volta il personaggio forse più misterioso e affascinante del repertorio popolare siciliano: quel Cola Pesce, creatura anfibia, sospesa tra terra e mare, che non a caso Italo Calvino portò alla ribalta, inserendo nelle sue Fiabe italiane una delle tante varianti raccolte da Pitrè. L’intera epopea siciliana dell’uomo-pesce, così come fu ricostruita e raccolta da Pitrè, viene qui riproposta, nelle sue differenti versioni (in tutto ben 17), a testimoniare di un mito fondativo dell’identità isolana che non ha pari nella narrazione popolare. A impreziosire l’edizione, ci sono un saggio magistrale di Jack Zipes, tra i massimi studiosi della fiaba, e un Ricordo di Pitrè che l’autorevole folklorista americano Thomas Frederick Crane scrisse nel 1916, a commemorazione dello studioso e dell’amico. ...Continua Nascondi