Ambiziosa trilogia scritta da una giovane Mantel (ventisettenne all'epoca della stesura), comincia bene anzi benissimo con i ritratti prerivoluzionari di Danton, Desmoulins e Robespierre: primo volume eccellente; secondo volume transitorio; terzo volume ondivago e disgregato, difficile da seguire, senza una vera progressione, come se fosse soltanto un progetto e non un testo finito.
...ContinuaSono stati necessari tre volumi per valutare complessivamente l'enorme opera di Hilary Mantel, "A Place of Greater Safety", arrivata in Italia dopo ben ventidue anni dalla sua pubblicazione originale, tra l'altro divisa da Fazi in tre parti. Inevitabilmente, i primi due capitoli della "trilogia" risultano monchi e non permettono un giudizio preciso; occorre leggere quest'ultimo volume per riuscire a illuminare retrospettivamente tutta l'opera della Mantel. Ne risulta senza dubbio un capolavoro letterario, che mescola realtà storica e finzione, a metà tra un saggio e un romanzo. Ma del resto, lo dice bene Robespierre in una scena del romanzo, "la Storia è finzione [fiction[". In quest'opera corale, nessuno dei protagonisti ne esce bene: Danton, Desmoulins e Robespierre sono rimossi dal piedistallo e riportati al loro livello umano, anche troppo umano. Ma proprio per questo restano impressi nella mente del lettore: perché tornano a essere personaggi di una storia, non della Storia. E la Mantel ha senz'altro ragione quando scrive, nella postilla all'edizione italiana, che anche oggi, decenni dopo aver iniziato a scrivere questo romanzo, la storia della Rivoluzione francese resta la storia più straordinaria che sia mai avvenuta.
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