Chi ha fatto catechismo lo sa, ricorderà l'impatto con la recita del Credo, la lunga preghiera continua, i cui tentativi di ricordarla per intero ancora oggi mi danno le stesse angosce degli integrali e delle derivate. Ma almeno le prime strofe sono riuscito a metabolizzarle, le prime sino all'uomo.
"Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,
e per opera dello Spirito Santo
si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo"
Già, uomo.
Ma io ero bimbo e non sapevo cosa fosse Uomo. Mio padre era il gigante, la mamma era la mamma, anche il lattaio rimaneva un lattaio, e non avevo nessuna cognizione dell'uomo
Poi crebbi , e cominciai a conoscere (ahimè) anche gli uomini, d'incanto seppe cosa mai fosse Uomo.
Allora pure Gesù Cristo cominciava ad assumere vaghe sembianze di uomo. Ma la consuetudine religiosa ci ha tramandato l'immagine di un Gesù Cristo che raramente si fa uomo, carne, e carnalmente è uomo, mantenendo sempre l'alone perenne, permanente della santità, appiccicata addosso e mai removibile.
Schmitt cerca di forzare i cardini di questa spiritualità, presentando un Gesù Cristo quanto più possibile vicino all'uomo in terra, privato e spogliato di ogni possibile aurea.
Ne esce fuori finalmente il vero ritratto di uomo, carnalmente ideale anche nelle paure, nei sogni, nei desideri, mai completamente immerso nella consapevolezza d'essere il predestinato, il Figlio Unigenito di Dio, in terra per salvare tutti gli uomini.
Mai completamente consapevole, perchè il solo sfiorare, il solo sospetto del pensiero che egli possa davvero essere il Messia lo terrorizza, lo impaurisce. In una parola, lo fa ancora più uomo.
Gesù rimane uomo fino alla fine “Mio Dio, mio Dio, perchè mi hai abbandonato ?”, come farebbe ogni altro uomo. Gesù è il Messia solo dopo, Gesù risorto è figlio di Dio, ma Gesù sulla croce è ancora l'uomo che ha paura di esserlo, quel figlio.
Ma questo è il Vangelo di Pilato, e noi ascoltiamo e leggiamo quasi tutto dalla sua voce, dal suo racconto. Pilato uomo, anche lui con il suo alone di guerriero in questo caso, con la sua romanità, ma sempre uomo. E come uomo ha bisogno solo di rigore, logica e certezza.
L'impossibilità per l'uomo di ridurre il tutto alla ragione e alla razionalizzazione tormenta Pilato come probabilmente tutti quelli che hanno paura della fede.
La fede, per Pilato, rischia di essere il crollo non solo dell'impero fisico e territoriale, ma anche e soprattutto del suo dominio interiore.
“Hai ragione, Pilato, ad avere tanta paura. L’amore significherebbe la distruzione del tuo mondo: il regno dell’amore non lo vedrai sorgere se non sulle ceneri del tuo impero”
Ma non c'è scampo alla fede.
Per Pilato è impossibile sfuggire ad essa. La fede non ha bisogno di spiegarsi, di giustificarsi. La fede è darsi interamente e univocamente. Come fa Claudia Procula, come “rischia” di fare lo stesso Pilato.
Ma non andiamo oltre. Chi ha voglia di scoprire l'uomo Gesù Cristo di Schmitt lo faccia adesso, appena in tempo prima che scenda dalla croce, prima dei tre giorni. Dopo, l'uomo diventa completamente il Figlio di Dio.
Serena Pasqua a tutti
...ContinuaRomanzo a due voci;quella di Gesu,poche pagine,ma intense,punto di vista insolito e spiazzante.
([..Tutti questi crimini portavano lo stesso nome:la legge. E la legge aveva un autore:Dio. Giunsi alla decisione che non avrei più amato Dio...] (pag.17)
([...ho fatto la scommessa di credere che le mie cadute,le mie gravi meditazioni,mi conducessero a Dio e non a Satana.Ho fatto la scommessa di credere che avevo qualcosa di buono da fare.Ho fatto la scommessa di credere in me stesso....] (pag,42)
Con un inizio di commovente ironia
([.."Oggi ho scelto tra una carriera di pazzo e una carriera di cattivo falegname,Preferisco diventare un buon pazzo"...] (pag.48)
Con una fine dolorosa,il doppio sacrificio!!
([..]Aveva compreso la portata del sacrificio che gli chiedevo,Doveva vendermi,.ho sostenuto il suo sguardo per fargli capire che soltanto a lui,il discepolo preferito,potevo chiedere quel sacrificio che avrebbe preceduto il mio,[..] (pag.78)
Con stupore mi sono accorta che la frase "Gesù si è fatto uomo"imparata al catechismo,in fondo era priva di significato,era una frase fatta,ripetuta a pappagallo; queste poche pagine le hanno dato significato,la frase,ha preso vita e consistenza ho capito GESU' FATTO UOMO. Fin qui ****
La seconda parte è, invece, in forma epistolare. Pilato scrive al fratello, inizialmente, raccontando di come abbia,inutilmente,cercato di salvare e in seguito messo a morte un innocente per mantenere l'equilibrio e la pace nella provincia che amministra. Con la scomparsa del cadavere dal sepolcro si avvia un vero e proprio giallo al quale Pilato cerca, in ogni modo, di trovare una soluzione logica e razionale. Ma la sorte gli è avversa. Alla fine l'investigatore Pilato deve arrendersi ad una storia gia' tracciata piu' grande di lui.
D'altro canto la sua stessa moglie, Claudia Procula, appartenente a una nobile famiglia romana, non ha mai fatto mistero di quale sia la sua posizione:
"Dubitare e credere sono la stessa cosa Pilato. Solo l'indifferenza è atea".
Una * in meno per..”Portai Rebecca in una locanda in riva all'acqua.Là,su una terrazza illuminata con lucerne a olio,nella frescura dei tigli,le tavole apparecchiate attendevano gli innamorati.(Pag.23)” Che fa tanto riviera adriatica,ma poco anzi niente Galilea A.C.
Uso di termini come “....sorta di violenza maschilista...(.pag89)” dubito che Pilato avesse coscienza del maschilismo(anche se lo praticava). E altre amenità simili.
Quindi ***
Avevo sentito parlare di questo libro ma, non conoscendo l'autore, non sapevo cosa aspettarmi.
Perchè un vangelo secondo Pilato? Che senso ha raccontare le vicende di Gesù attraverso gli occhi di Pilato che lo ha incontrato per poche ore pur avendo un ruolo importante? Ecco cosa mi chiedevo prima di iniziare il libro, ora invece non ho dubbi, cinque stelle più che meritate. Non è semplice scrivere di avvenimenti così noti e riuscire ad avere qualcosa di nuovo da dire.
Da questo libro emerge una figura di Gesù/Jeshua diversa da quella ufficiale della Chiesa, un uomo con dubbi e paure su quello che sta facendo e sulla sua stessa persona. Anche Giuda/Jehuda non è solo il traditore che tutti abbiamo in mente.
Di certo da questo libro non mi aspettavo un'indagine, Pilato diventa un detective per scoprire che fine ha fatto il corpo di Jeshua, del mago come lo chiama lui. Come nel più classico dei gialli non mancano i dubbi, i sospetti, le ipotesi e, tra alleati e oppositori, Pilato deve venire a capo di questo mistero. La resurrezione è un'ipotesi troppo pericolosa per poter essere accettata!
In conclusione un bel libro, a tratti anche divertente, soprattutto nella seconda parte mentre Pilato cerca in tutti i modi una soluzione razionale al suo problema e passa dal più profondo sconforto all'esaltazione quando crede di aver finalmente trovato una risposta.
Diversi i protagonisti diverso il modo di raccontare, Jeshua lo fa in prima persona mentre Pilato attraverso le lettere che invia al fratello Tito.
Interessante anche la parte finale, il diario di un romanzo rubato, dove Schmitt racconta come il furto dei suoi pc a romanzo quasi ultimato ha messo a rischio la sua pubblicazione.
Avevo sentito parlare di questo libro ma, non conoscendo l'autore, non sapevo cosa aspettarmi.
Perchè un vangelo secondo Pilato? Che senso ha raccontare le vicende di Gesù attraverso gli occhi di Pilato che lo ha incontrato per poche ore pur avendo un ruolo importante? Ecco cosa mi chiedevo prima di iniziare il libro, ora invece non ho dubbi, cinque stelle più che meritate. Non è semplice scrivere di avvenimenti così noti e riuscire ad avere qualcosa di nuovo da dire.
Da questo libro emerge una figura di Gesù/Jeshua diversa da quella ufficiale della Chiesa, un uomo con dubbi e paure su quello che sta facendo e sulla sua stessa persona. Anche Giuda/Jehuda non è solo il traditore che tutti abbiamo in mente.
Di certo da questo libro non mi aspettavo un'indagine, Pilato diventa un detective per scoprire che fine ha fatto il corpo di Jeshua, del mago come lo chiama lui. Come nel più classico dei gialli non mancano i dubbi, i sospetti, le ipotesi e, tra alleati e oppositori, Pilato deve venire a capo di questo mistero. La resurrezione è un'ipotesi troppo pericolosa per poter essere accettata!
In conclusione un bel libro, a tratti anche divertente, soprattutto nella seconda parte mentre Pilato cerca in tutti i modi una soluzione razionale al suo problema e passa dal più profondo sconforto all'esaltazione quando crede di aver finalmente trovato una risposta.
Diversi i protagonisti diverso il modo di raccontare, Jeshua lo fa in prima persona mentre Pilato attraverso le lettere che invia al fratello Tito.
Interessante anche la parte finale, il diario di un romanzo rubato, dove Schmitt racconta come il furto dei suoi pc a romanzo quasi ultimato ha messo a rischio la sua pubblicazione.