"Forse è un mio difetto, ma io diffido di tutte quelle persone il cui sistema di credenze è l'unica cosa che si opponga fra loro e l'adozione di un comportamento ripugnante." (p. 9)
Scelto tra i testi finalisti del premio Galileo 2014 per la divulgazione scientifica, questo libro del noto primatologo olandese parte da una domanda che ha ossessionato filosofi e teologi: qual è l’origine della morale? È corretto immaginarsi un uomo naturalmente crudele verso il suo simile, un homo homini lupus hobbesiano, che attende l’intervento di un moralizzatore esterno che ponga un freno al suo egoismo e gli suggerisca forme di aggregazione basate sul reciproco rispetto? La risposta, secondo l’autore, va ricercata nelle specie viventi più simili all’uomo, scimpanzé e bonobo soprattutto. Osservandone il comportamento in situazioni sociali, si avrà modo di notare come questi primati si dimostrino altruisti e capaci di slanci di generosità insospettabili, così come di emozioni complesse quali la compassione e l’empatia. Le radici dell’etica andrebbero, dunque, ricercate all’interno dell’uomo e indagate alla luce dell’evoluzione. Un libro per chi ama le contaminazioni culturali e apprezza chi sa fondere diversi ambiti del sapere.
...ContinuaDa dove vengono etica e morale?
I precetti che ci guidano ci sono stati insegnati dai genitori, e a loro dai loro genitori, e così via, ma dov’è il punto di origine?
Frans De Waal, sulla base del suo lavoro con le scimmie antropomorfe, osservandone comportamenti e relazioni sociali (ed è incredibile quello che le scimmie possono fare!) propone un’ipotesi: etica e morale sono innate in noi. Nascono dalle relazioni all’interno di un gruppo, dalla preferenza emozionale per una situazione (come un buon rapporto con un compagno o l’assenza di una punizione) piuttosto che per un’altra, dall’empatia.
Credo che De Waal abbia letto Antonio Damasio: l’idea è che l’emozione dia una prescelta, non consapevole magari, una preferenza innata, su cui poi la ragione si sviluppa, approfondendola, trovando giustificazioni e, nell’uomo, facendo astrazioni. La morale non viene dalla ragione, è per lo più il contrario. Facciamo un esempio: la ragione ci spiega chiaramente come un atteggiamento di tolleranza porti a una situazione pacifica, a buoni rapporti con gli altri, all’allargamento delle conoscenze, ma se non c’è una preferenza emozionale per tutto questo, perché dovremmo fare proprio questa scelta? La ragione ci dà ottimi metodi per capire cause ed effetti di una linea d’azione, ma è la nostra preferenza emozionale per una certa classe di effetti a fare una preselezione delle scelte possibili.
La conclusione è che la morale non è qualcosa di così strano che per per poterci spiegare la sua presenza dobbiamo ricorrere a un’imposizione dall’alto -da una religione, uno Stato, o un’Idea astratta- ma è qualcosa che tende a nascere spontaneamente dalle relazioni tra individui, viene dal basso, dalle nostre società primordiali, dalla nostra storia e dalla nostra natura.
Il saggio si occupa di argomenti diversi, con diversi livelli di competenza da parte dell'Autore.
Godibilissimo ed interessantissimo quando parla degli esperimenti sulle scimmie, e ne fa le dovute considerazioni.
Ancora interessante quando da queste considerazioni s'avventura sull'etica e sulla morale umana.
Più discutibile quando s'inoltra su considerazioni di tipo filosofico.
Infine assolutamente privo d'interesse quando si mette a discettare d'arte e di pittura, con la competenza di un qualsiasi profano.
Altro aspetto critico è il continuo tentativo (quasi per cercare di mantenere un'ingiustificata equidistanza coi religiosi) d'imbastire polemiche contro gli "atei militanti" (in effetti quelli che descrive lui sono solo una caricatura, che raramente si trovano in natura).
In ogni caso la parte che tratta delle scimmie antropomorfe, e le considerazioni sull'evoluzionismo, riscattano ampiamente tutto il resto, ed il libro è sicuramente da leggere.