Se non ricordo male, fu Roberto Bolaño a “suggerirmi” questo libro. “La lampada di Psiche” è una raccolta costituita da quattro racconti - “Il libro di Monelle”, “Mimi”, “La crociata dei bambini” e “La stella di legno” -, pubblicati dal francese Marcel Schwob tra il 1894 e il 1897. Con una scrittura ricca, evocativa, per certi versi profetica e certamente onirica, Schwob, per mezzo di queste storie sospese in un tempo senza tempo e in un luogo privo di coordinate, esprime il suo pensiero sulla vita e la morte, sul bene e il male; cerca di trovare risposta alle annose domande e le scorge nell’innocenza dei bambini, nei loro giochi e nella loro fantasia non ancora corrotta dal mondo reale.
Due strade mi si biforcano davanti: quella che mi porterebbe a scrivere un pistolotto infinito e probabilmente privo di senso, e quella - all’un tempo più semplice ed efficace - di lasciare la parola all’autore. Scelgo la seconda.
«Ecco la parola: Distruggi, distruggi, distruggi. Distruggi dentro di te, distruggi intorno a te. fai spazio per la tua anima e per le altre anime.
Distruggi ogni bene e ogni male. Le macerie si somigliano.
Distruggi le antiche dimore degli uomini e le antiche dimore delle anime; le cose morte sono specchi che deformano.
Distruggi, perché ogni creazione nasce dalla distruzione.
E per la bontà più grande si deve annientare la bontà minore. Così il bene nuovo appare saturo di male.
E per immaginare una nuova arte si deve fare a pezzi l’arte antica. Così l’arte nuova diventa come un’iconoclastia.
Poiché ogni costruzione è fatta di rottami, e la sola cosa nuova in questo mondo sono le forme.
Ma si devono distruggere le forme.» [da Il libro di Monelle]
«Non lasciare resti dietro di te; che ciascuno si serva delle proprie rovine.
Non costruire nulla nella notte trascorsa. Lascia che le tue costruzioni vadano alla deriva.
Contempla nuove costruzioni a ogni minimo slancio della tua anima.
Per ogni desiderio, crea nuovi dèi.» [da Il libro di Monelle]
«Ora i grandi potranno venire incontro a noi, e insegneremo loro ignoranza e illusione.
Gli mostreremo i fiori dei campi, come mai li hanno veduti; poiché ciascuno di essi è nuovo.
Non ci sono somiglianze in questo mondo, e non ci sono ricordi per noi.
Tutto cambia senza fine, e noi ci siamo abituati al cambiamento.
Ecco perché accendiamo un fuoco ogni sera in un posto diverso; e intorno al fuoco inventiamo, per il piacere dell’istante, le storie dei pigmei e delle bambole viventi.
E quando la fiamma s’è spenta, una nuova menzogna ci afferra; e siamo felici di stupircene.
E al mattino non riconosciamo più i nostri volti: poiché forse alcuni hanno voluto sapere la verità e gli altri non ricordano più nulla oltre la bugia della vigilia.
Così attraversiamo le contrade, e vengono in folla verso di noi; e quelli che ci seguono divengono felici.
Quando vivevamo in città ci obbligavano sempre allo stesso lavoro e amavamo le stesse persone; e lo stesso lavoro ci stancava, e ci disperavamo di veder soffrire e morire le persone che amavamo.
E il nostro errore era quello di fermarci così nella vita e, restando immobili, guardare scorrere tutte le cose; oppure tentare di fermare la vita, costruendo una dimora eterna fra le rovine fluttuanti.
Ma le piccole lampade bugiarde ci hanno illuminato il cammino della gioia.
Gli uomini cercano la felicità nel ricordo, e resistono all’esistenza, e s’inorgogliscono della verità del mondo che non è più vera dacché è diventata verità.
Si disperano per la morte, che pure è l’immagine della loro scienza e delle loro leggi immutabili; si affliggono di aver scelto male l’avvenire, calcolato sulle verità passate, scegliendo secondo desideri passati.
Per noi, ogni desiderio è nuovo e non desideriamo se non l’istante bugiardo; ogni ricordo è vero, e noi abbiamo rinunciato a conoscere la verità.
E consideriamo funesto il lavoro, perché ferma la nostra vita e la rende simile a se stessa.
E ogni abitudine ci è nociva; poiché ci impedisce di consacrarci totalmente alle nuove bugie.» [da La crociata dei bambini]
«Dio accorda la stessa importanza al granello di sabbia e all’imperatore. L’oro matura nella miniera, impeccabilmente, come il monaco medita nel monastero. Le parti del mondo sono tutte ugualmente colpevoli, quando non seguono la via della bontà, poiché tutte procedono da lui. Ai suoi occhi non vi sono né pietre, né piante, né animali, né uomini, ma creature.» [da La crociata dei bambini]
...ContinuaNon conoscevo Marcel Schwob, pur essendo un illustre scrittore francese di fine Ottocento. Questa sua opera non è un romanzo, ma una raccolta di testi scelti. Un racconto complesso, non facile da commentare, che sicuramente non lascia indifferenti. Visioni oniriche, magiche digressioni, astrazione, ermetismo, gioco di emozioni, lirismo ipnotico, bagno di poesia. Insomma, una lettura a cui devi essere predisposto. Da affrontare in un momento desiderato.
...ContinuaUn libro insuperabile, perle di saggezza allo stato puro, scrittura limpida, trasparente, erudizione trasformata in sapienza dall'intuizione immediata