"Secondo capitolo della saga Daughter of Smoke and Bone e la Taylor non si smentisce."
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Sono divisa tra la voglia di iniziare subito il prossimo e prendermi un po' di tempo perché poi sarà tutto finito.
EDIT
Alla fine ho deciso di aspettare, anche se potrei cadere in tentazione da un momento all'altro.
Al primo libro avevo dato 3,5 stelline, non un voto altissimo. Mi era piaciuto, si notava già l'originalità della storia, ma l'avevo trovato molto introduttivo: Karou e Akiva si incontravano, scoprivano le loro identità e finiva tutto con un dannato cliffhanger. Avevo rimandato il vero giudizio al secondo volume, perché ormai le carte erano state scoperte.
Non sono solo stata accontentata. Di più.
Laini Taylor ha fatto uno splendido lavoro con questo romanzo ed è riuscita a conquistarmi nonostante i dubbi del primo volume. Non è da tutti.
Ho trovato una scelta azzeccata dividere le strade di Karou e Akiva, infatti in questo romanzo assistiamo separatamente alle vicende che li riguardano. Hanno preso strade diverse da quando Akiva ha svelato a Karou che è lui il colpevole dello sterminio della sua razza. Karou rimasta ormai sola, porta avanti quello che era il compito di Sulphurus, resuscitare i morti, e sembra ben decisa a non pensare più ad Akiva e a vederlo come un nemico.
Lui invece ha svelato tutto ai suoi fratelli, e nonostante sappia che lei non lo perdonerà mai, Akiva non è più disposto a essere una pedina dell'imperatore e continuare a uccidere le chimere, soprattutto se innocenti e indifese.
Non dico che alla mia vena romantica sia piaciuto vederli separati, però ai fini della storia e della loro crescita personale è servito. Li vediamo agire su due binari paralleli: mentre Akiva sembra avere già un progetto, Karou è ancora in preda ai sensi di colpa per essere stata l'amante di un angelo, ed è costretta ad allearsi con Thiago - il lupo bianco che l'aveva condannata a morte - per il bene del suo popolo ed anche un po' per espiare quelle che secondo lei sono le sue colpe.
Karou ha avuto una crescita sorprendente in questo romanzo: la vediamo sottostare al volere di Thiago ma mai piegarsi del tutto, cerca di mettere a tacere il suo cuore, e capisce che il nemico non è sempre quello classico, ma esiste anche in casa propria. Mi ha fatto molta tenerezza, perché è quasi isolata da tutti e pensa di meritarsi questo isolamento. Nonostante tutto, appare come un personaggio forte che non per forza esiste solo come controparte di un personaggio maschile. Non è l'eroina perfetta ma una ragazza con paure e insicurezze, che sente la mancanza di una guida e dei suoi amici che erano come una famiglia per lei. Karou deve affrontare i nemici ma soprattutto se stessa.
Questo forse è stato il libro dello svelamento dei personaggi, Karou e Akiva già li amavo e qui li ho trovati ancora più profondi. Ma poi ci sono Liraz e Hazael, i fratelli di Akiva, che ne La chimera di Praga potevano sembrare degli antagonisti, invece qui dimostrano tutto l'amore per loro fratello e quanto siano indissolubilmente legati, nonostante all'inizio non capiscano il suo comportamento e siano rimasti delusi dal fatto che lui non si fosse mai confidato con loro. Poi c'è Ziri, la chimera che si rivela molto importante ai fini della trama e che ho adorato tantissimo, soprattutto alla luce del suo gesto altruistico.
Menzione d'onore anche per Zuzanna e Mik che portano un po' di normalità e dimostrano quanto in fondo sia facile lasciare da parte i pregiudizi verso una razza diversa.
Ho odiato con tutto il cuore Thiago, il Lupo Bianco, il vero antagonista di questa storia. È perfido e subdolo, soprattutto perché non gioca mai a carte scoperte e riesce a far sentire in colpa Karou. Come malvagio lo adoro, poi a livello umano è un'altra storia.
Sono dei personaggi vivi e a tutto tondo, anche i pov dei personaggi minori hanno un loro perché ai fini della trama e anche quelli che conosciamo meno o risultano secondari sono caratterizzati benissimo.
Uno dei punti di forza di questa serie è sicuramente l'ambientazione, che sia in mezzo al deserto o nel mondo dei serafini. Laini Taylor ha la capacità di far vivere sulla pelle del lettore ogni sensazione, sembra di essere anche noi in mezzo al deserto divorati dall'arsura, fa vivere anche a noi la magia delle resurrezioni. Le sue descrizioni sono bellissime e arricchiscono ancora di più la lettura che risulta così completa.
La storia non risulta mai noiosa, anche nei momenti meno importanti. In realtà c'è sempre voglia di saperne di più, e ovviamente raggiunge il suo clou nel finale, regalando un'emozione dopo l'altra (e facendomi disperare).
Stavolta non ho proprio nessuna nota da fare all'autrice. Questo secondo volume mi ha fatto innamorare di questo mondo e spero che la cosa si riconfermi con il prossimo libro.
La saga di Laini Taylor riassunta in poche righe:
“Oh ma che figo Sulphurus!”
->Sulphurus muore.
“Ma che tenero Ziri!”
->Ziri viene seviziato, mutilato e brutalmente sfigurato.
“Mi piace proprio Hazael!”
->Hazael muore anche lui.
Tutti (TUTTI!) i miei personaggi preferiti...[...]
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...ContinuaEcco un libro dove è difficile trovare i soliti errori di grammatica, battitura e via dicendo. Sembra che la Lain sia quella più seria da questo punto di vista, il mio umore ne giova sempre.
Parlando della storia, mi ci sono volute una trentina di pagine per prendere il ritmo. Ammetto che speravo Karou perdonasse Akiva entro la fine del libro, ma sono consapevole fosse alquanto inverosimile. Perlomeno Sibylis ha accennato al fatto che dopo la morte di Madrigal lui fosse distrutto e quindi perdonabile. Sarebbe bello se anche Karou ci arrivasse e avesse risposto cosa avrebbe fatto lei al suo posto, ma immagino che sia già un passo avanti il fatto che abbiano unito le forze.
I colpi di scena sono stati eccezionali! E Kiri mi fa tanta tenerezza, ma anche un po' pena sapendo che non verrà mai ricambiato, soprattutto ora con quel corpo. Peccato per l'ultimo corpo Kirin che Karou si era tanto sforzata di conservare.
Ora sono un tantino in crisi perchè vorrei leggere anche il terzo e temo non riuscirò a procurarmelo tanto presto...
http://ilcoloredeilibri.blogspot.be/2016/07/recensione-la-citta-di-sabbia-di-laini.html