Fin oltre la metà, ho letto questo libro in un leggero stato di euforia: le risate irrefrenabili suscitate da alcune scene mi davano l'idea di avere in mano una nuova Heyer, il che avrebbe improvvisamente raddoppiato le mie future aspettative di letture gradevoli ed esilaranti. Ma i toni melodrammatici ('fustian', per usare un'espressione cara alla equilibrata e ironica Georgette) con i quali la storia inopinatamente si chiude, con un lieto fine che somiglia al 'salvi tutti!' di un vecchio gioco a nascondino, mi hanno riempito di perplessità: mi piacerà leggere qualcos'altro di suo?
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