Quando suonano al citofono del miniappartamento in cui vive, Micol Medici sobbalza: è il suo capo e il disappunto per non averla trovata già pronta traspare dalle poche battute che si scambiano. Nonostante la sera prima abbia puntato ben due sveglie, Micol si è svegliata tardi, di soprassalto e con ancora in bocca il gusto amaro del sogno che ha tormentato le sue poche ore di sonno. Tutta colpa della discussione avuta la sera prima con Ludovico, il suo fidanzato, e delle lamentele su quanto lei sia sempre troppo impegnata e per niente incline a truccarsi o vestirsi sexy. E così, mentre butta in fretta e in furia qualche vestito nel trolley, rimugina sul sogno e pensa a quanto questa occasione di lavoro sia importante: finalmente il suo superiore, il commissario Elio Maccagnini, l’ha scelta per accompagnarlo in una missione. Nei giorni seguenti si giocherà d’un colpo carriera, autostima e rispetto del capo e certamente l’inizio non è dei migliori. Sale trafelata in auto legandosi velocemente i capelli ricci e ribelli con uno dei tanti laccetti che tiene al polso, con gli occhi gonfi di sonno, senza aver lavato la faccia e senza aver preparato il dossier che le aveva chiesto Maccagnini; che rabbia, detesta farsi cogliere in castagna! I tre sono diretti a Monterocca, un piccolo borgo arroccato sull’Appennino bolognese circondato da mura e governato da una giunta tutta al femminile. È lì che portano le indagini preliminari per l’omicidio di Mario Cionti: primo ad essere sospettato per la sparizione della moglie e mai condannato perché il corpo della donna non è mai stato trovato, il Cionti prima di essere ucciso è stato stordito con un particolare tipo di Penthotal, la cui unica azienda produttrice è il Centro Studi Rita di Monterocca...
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