parte 1/4: aspetta primavera, bandini
l'avevo letto in italiano quasi vent'anni fa, per cui ora temevo un pochino l'effetto della rilettura. ma fante è sempre fante. e quando un libro inglese inizia con una bestemmia in italiano, sai che potrà andare solo in meglio.
Aspetta primavera, Bandini 3*
La strada per Los Angeles 2.5*
Chiedi alla polvere 3*
Sogni di Bunker Hill 3*
Aspetta primavera, Bandini (3 stelle)
La strada per Los Angeles (2 stelle).
Quando penserò a questo volume ricorderò proprio il periodo in cui l'ho letto, diversi mesi in cui per alcune strane coincidenza della vita, mi capitava spesso di identificarmi in Arturo Bandini, nelle sue ansie ed i suoi colpi di matto, nonostante egli nello svolgimento dei vari titoli raccolti, compia una naturale trasformazione della propria personalità. Mi ritengo quindi entusiasta di aver recuperato i 4 titoli di cui è composta la raccolta. Nella prima il vero protagonista è Svevo, il padre di Arturo che lo stesso osserva come lo scrittore J. Fante, osservava sua padre; è una bella storia soprattutto per il modo in cui riesce a delineare il contesto in cui si svolge: una famiglia povera di Italiani emigrati in America, durante un inverno gelido; tutta l'atmosfera che evoca, ha un contrasto di dolce (il nucleo familiare, gli affetti materni) ed amaro (la povertà, i continui sacrifici per la sopravvivenza) ma con il timbro leggero ed ironico nonchè umoristico che è proprio sia del romantico scrittore, che del personaggio di Bandini, sviluppato completamente e perfezionato nelle successive tre storie, in cui il padre Svevo è ormai morto e Bandini è diventato uno scrittore, che vive di avventure appassionanti ed appassionali, tra sacrifici, gioie dolori.
Nel secondo titolo (La strada per Los Angeles) il protagonista è particolarmente irritabile ed irritante e sbruffone, ma ciò rende perfetta la sequenza di alcune simpatiche gag alla ditta del lavoro che odia, infatti mi è parso per questo motivo il racconto più ritmato tra quelli di questo volume.
Nel terzo (Chiedi Alla Polvere) si entra nel vero clou della "saga" (ne fu tratto anche un noto film per il cinema) poiché vi sono molti più temi trattati, ma anche perchè, è la fase più importante del Bandini scrittore e parallelamente lo stile di. j.Fante ha il momento massimo di espressione anticipando per molti versi uno stile che si riscontra spesso in Bukowski. Nel quarto, Bandini è ormai chiaramente lo stesso Fante che si barcamena in una passionale avventura conclusiva della lunga saga. Leggere questo volume è apprezzare J.Fante durante un'arco di vita di cui il suo stesso personaggio, Arturo Bandini, di professione scrittore, ne è testimone immortale.
Arturo Bandini, in molte pagine mi hai ricordato lui, Henry Chinaski.
John Fante, tu Dio di Bukowski, è per lui che ho iniziato a leggerti. Eppure, non so perché mi sarei aspettata di più dal suo maestro.
Certo, sei un grande, con le tue metafore esistenziali... epica e terribile è l'immagine del vasto deserto pronto ad inghiottirci tutti, che ci incalza lentamente e silenziosamente con i suoi strati di polvere soffiati dal vento... Sei un grande nel parlarci di come si diventa scrittori, di quanta fede, caparbietà, disperazione, solitudine, sofferenza, spietata sincerità siano necessarie per far nascere l'arte vera.... Eppure, eppure.... Grande, ma non quanto lui.