Tra gli abitanti del villaggio era l’unico barbiere. Sempre profumato.
E sempre, immancabilmente, ben sbarbato. A quell’epoca
egli radeva tutti, e unicamente, gli uomini del paese che non si
radevano da soli.
La domanda che in un giorno uggioso, carico di nubi pesanti,
si pose l’oste Girolamo mentre asciugava con uno strofinaccio i
bicchieri da vino appena risciacquati, fu:
«Chi rade allora il barbiere?»
Da questo paradosso parte l’ultimo libro, fresco di stampa di Marco Gaddi, medico, cantautore , scrittore, caro amico e molte altre cose che non sto qui a elencare.
Non è facile parlare del libro di un amico restando neutrali nel giudizio ma io ci proverò.
Lo Scacco del Barbiere è un libro anomalo: parte lento ed enigmatico e si alza lentamente (come le cose di valore) e si deposita sino a trascinarti in un finale catartico. Lo scacco non è di quei libri che a fine lettura si chiudono pensando: “bhe… e allora?” Ti lascia pieno di domande e non sul libro ma sull’esistenza.
Nel libro di Marco il mondo è inclinato, lo è anche il mare; il cielo qualche volta sta sotto, perché il mondo reale, che ben presto si svela, necessita di filtri per essere guardato, filtri rosa, gialli e multicolori che mitighino senza alterare realtà non accettabili ma probabili.
Lo Scacco del Barbiere non insegna, non indottrina, non svela arcani ma mostra: il bello e il brutto, il possibile e l’impossibile e lo fa lasciandoti addosso una dolcezza amara che induce la riflessione.
Lo scacco del barbiere
Marco Gaddi
Ananke Lab (collana Narrativa)