Fine della trilogia Fois ambientata nel nuorese e commento per forza di cose criptico dovuto ai colpi di scena che si susseguono letteralmente fino all’ultima pagina. Direi un degno epilogo della saga della famiglia Chironi che vede comunque, al mio personale giudizio, il primo episodio “Stirpe” un pelino sopra gli altri.
In questa conclusione gli ultimi componenti della famiglia (ma saranno davvero gli ultimi?) combattono la loro personale battaglia contro il destino, che porta l’ormai anziana Marianna, cui il succedersi degli eventi ha forgiato un carattere duro e realistico, verso una morte accettata e desiderata unica, insieme al capostipite, a morire per raggiunti limiti naturali. Rimarrà in campo ancora qualcuno di quella genia, ma nulla sarà regalato a questa famiglia a cui il destino sembra aver riservato una corsia preferenziale esigendo sempre il suo credito per garantire la continuazione della stirpe.
Una valutazione generale più che positiva per questa trilogia che, come già detto negli altri commenti, intreccia la storia, grande o piccola che sia, con le vicende degli uomini, la scrittura di Fois cattura, a volte surreale, a volte cruda fin troppo nello stanare angosce e persecuzioni che appartengono a tutti o anche facendoci piombare nell’inquietudine con l’infinito elenco delle meschinità umane, ma offrendo sempre e comunque ottimi spunti di riflessione, in questo caso, sulla vacuità degli uomini e sull’intransigenza del destino…
Ultime parole dedicate ai due personaggi più rappresentativi della saga, Michele Angelo, il capostipite, e la figlia Marianna, indimenticabili nel realismo della loro accettazione della vita.
Scopro solo dopo averlo finito che è l'ultimo di una trilogia, e questo forse può portarmi a rivedere il mio giudizio, passando da una a due stelline. Non di più però, perchè a parte la bella scrittura della storia mi è piaciuto davvero poco.
Si conclude la saga dei Chironi, che racconta da un angolo dimenticato d'Italia la storia nostra nel secolo breve e poco oltre. Forse, anzi: decisamente non il migliore dei tre libri, che ora mi piacerebbe rileggere tutti insieme uno dopo l'altro. In effetti non aiuta nemmeno il fatto di andare a così tanto tempo a leggere la continuazione di una storia che si ricorda solo per sommi capi. Di certo il più cupo e meno facile dei tre.
...ContinuaUn curioso movimento delle parti apre il romanzo : la parte quarta di cinque funge da incipit e contiene in sé l’epilogo della vicenda che si andrà a leggere. Il finale vero e proprio , quinta parte “INFINE”, suggerisce sviluppi futuri e in un gioco metaletterario un nuovo processo di scrittura.
Due antagonisti, due amici, due mezzo parenti e una ragazza danno l’avvio alla narrazione: sono Domenico Guiso , Cristian Chironi e Maddalena Pes. Rappresentano le nuove generazioni delle famiglie Chironi e Guiso - la ragazza è un chiaro elemento di rottura - e in una sorta di resa dei conti sono la cartina al tornasole di una spietata degenerazione di valori, di costumi, di sentimenti, di famiglia.
Terzo volume dunque per una saga familiare che attraversando il tempo e i tempi porta il lettore ad una riflessione sugli anni più recenti della nostra storia. Vive di un’autonomia di lettura che lo rende facilmente fruibile anche a chi non ha letto i due precedenti “capitoli”. Offre una storia gradevole ma amara.
Lo stile di scrittura è efficace e veloce, spesso caratterizzato da dialoghi fulminei e inframmezzato da punti fermi che fanno avvertire l’assenza di periodi di una certa consistenza. Si avverte l’amore profondo per la Sardegna rappresentata soprattutto nei suoi aspetti paesaggistici e culturali: il profumo di Sardegna, le sue città, la sua strada statale. Traghetti e aerei che faticosamente ci allontanano dalla nostra terra per poi farci tornare con i nostri nuovi vissuti partecipi di una storia millenaria di cui siamo invisibili particelle. Letteratura regionale alla base della rappresentazione e della riflessione che si vuole offrire: difficile non riconoscere il debito a Satta de “Il giorno del Giudizio”. Opera nel complesso gradevole e avvincente ma nulla più.
amaro e potente
come la voce del destino, come Marianna Chironi