Non è mai facile scrivere una recensione. Con alcune ti viene più facile, con altre devi lavorar di labor limae intensamente prima di pubblicare il post relativo.
Non è facile come quando chiacchieri con un amico perché mentre chiacchieri il tono di voce e la postura dicono all'altro molte più cose di quello che si pensi solitamente e tutta questa parte della comunicazione si viene a perdere in un post come questo.
Non è facile per me parlare bene di questo eBook, purtroppo (o per fortuna, dipende dai punti di vista) non mi è nemmeno facile parlarne male.
Il tomo è veramente colossale, come spiega l'editore un azzardo imprenditoriale dotato di oltre un milione di battute, più di mille pagine. Un azzardo editoriale enorme, tanto più che è legato a due nomi letteralmente sconosciuto nel panorama letterario italiano, pur avendo i due partecipato a concorsi e aver scritto racconti per delle antologie.
Non è semplice parlare di questo eBook perché nonostante quello che si legge in giro, per me non è stata una lettura "semplice". Certamente lo stile fluido, l'italiano variegato e non pedante e il genere mi hanno aiutato molto, ma trovarmi a leggere un macigno (nel senso buono del termine) nella forma che meno amo (prima persona), per me è stato particolarmente pesante.
Quando l'editore me l'ha proposto e ne ho letto la trama, mi ero detta pure contenta: era intrigante e nonostante la forma che non mi è congeniale, anche le prime pagine del prologo promettevano misteri e azione e le ho trovate coinvolgenti.
In realtà, nel corso della lettura, mi sono scontrata con fasi alterne piuttosto variegate: dalla noia mortale dell'inizio delle (dis)avventure di Leonardo, il protagonista, a una seconda fase di scoperta e di curiosità svelate e dubbi instillati che sono sfociate poi nell'insofferenza finale. E la soddisfazione tutta personale di aver concluso un'altra lettura.
Insomma, questo libro mi ha trascinato nelle vicende di Leonardo, Sandrone, Santo, Gigliola, Fausto & co. a volte come un tender, altre volte con la stessa forza d'urto di una locomotiva lanciata sui binari.
Sarà per questo che non so ancora se mi è piaciuto o meno, se parlarne bene oppure no.
Ha il pregio incontrovertibile di delineare tutti i personaggi in modo netto, preciso, senza contraddizioni e anche con pittoreschi tratti tutti siciliani, d'altro canto ha la pesantezza di gestire così tanti personaggi che non è facile seguire tutto e per chi ha l'abitudine di leggere una volta ogni tanto quasi si dovrebbe consigliare l'uso di carta e penna per segnarsi uno schema delle figure in gioco.
Ha il pregio di avere uno stile scorrevole e mai noioso, coinvolgente e con un lessico ad ampio spettro che rende perfettamente l'idea della cultura e dell'amore per l'italiano degli autori, d'altro canto mi sono imbattuta in così tanti refusi nella versione in mio possesso, specie nel crescendo del finale, tali che tutto è andato a farsi benedire o quasi. Ci sono errori ortografici, frasi ripetute, parole rimaste in alcune frasi probabilmente come rimasuglio di una mancata cancellazione in revisione, caratteri scambiati nelle parole. Di solito tendo a chiudere un occhio su queste cose, cercando di valutare il testo prima come contenuti e poi come stile. In quanto mi è difficile soprassedere perché la numerosità di questi errori ha pesantemente inficiato la lettura, spezzando il ritmo e facendomi perdere il filo e la conseutio logica della storia. Sarò troppo delicata io, ma a me questo è pesato molto.
Ha il pregio di mostrare scene d'azione molto fluide, veloci il giusto, coinvolgenti, la controparte è una mancanza di dettagli (in un tomo del genere!) che avrebbero arricchito la narrazione in alcune parti, mentre in altre si abbonda sbilanciando l'ago della bilancia.
Ha il pregio di mostrare lati di Catania che noi polentoni del nord ci sogneremo di vivere e vedere, che ci limiteremo a sognare, ma dall'altra parte c'è uno scadere nel ridicolo di certe scene che avrebbero forse voluto essere comiche per stemperare la tensione, scene di una drammaticità quotidiana che ci dà una visione di Catania molto meno romantica.
Ha il pregio di non essere mai banale, di centellinare le spiegazioni e intramezzarle a mille e più altri dubbi e curiosità, con il contrappasso di arrivare alla fine e di aver mancato qualche spiegazione o, per essere più precisi, di aver dato alcune spiegazioni molto superficialmente lasciando al lettore la curiosità insoddisfatta di approfondimento di alcune tematiche.
Ha il pregio di mostrarci personaggi profondamente umani, con tutte le loro paure, le loro manie, passioni e quant'altro con un protagonista non ragazzino ma un trentacinquenne disoccupato come tanti di noi, purtroppo il tutto viene stemperato dal solito cliché del protagonista ignaro che fa il suo percorso di crescita per poi andare a salvare il mondo tutto da solo, perché lui è lui, insomma. Ok, non volevo dirlo, ma alla fine della fiera sempra tanto il classico "predestinato" dei filoni di Terry Brooks, di Star Wars e di tante, tante altre storie fantastiche.
E da qui, dire che il finale è - in quest'ottica - scontato, pur con risvolti umani e di chiusura soft che in molti altri libri non ci sono.
In definitiva: mi è piaciuto? Sì. E no.
Lo consiglio? Sì. E no. Credo che non possa esprimere a priori questo consiglio, perché in realtà dipenderebbe enormemente da chi mi pone questa domanda, dai suoi gusti e dalle sue inclinazioni di lettura.
Un discreto Urban Fantasy nel quale ho molto apprezzato la caratterizzazione dei personaggi (Leonardo in primis) e la grandissima mole di dettagli e riferimenti (culturali e non).
La scrittura è scorrevole, una pecca diversi refusi che si sarebbero potuti evitare con un editing un po' più approfondito (ma nulla di catastrofico, comunque).
Ho apprezzato il modo in cui sono stati affrontati elementi abusati come vampiri e mannari (Santo, il vampiro mafioso è una boccata d'aria fresca, dopo i vampiri glitter che ci hanno invasi negli ultimi anni).
Non ho dato un voto più alto per alcune trovate un po' ingenuotte che, con tanto di pacca sulla fronte, mi hanno reso difficile mantenermi all'interno di questa ambientazione.
Va bene che è un fantasy ma, volendo usare delle teorie del complotto, gli autori non sono riusciti davvero a tirar fuori qualcosa di meglio?
Peccato perché, nel complesso, la storia non è niente male, non fosse per la caduta sul finale.
Delizioso romanzo urban-fantasy di ambientazione Catanese. Gli autori sono riusciti a confezionare una storia efficace e accattivante, narrata con un ritmo e una fluidità che sopperiscono alla lunghezza dell'opera, ambientata in un mondo che mescola magia e tecnologia senza però dimenticare la complessità sociale di territori in cui il fenomeno mafia è determinante. Punto di forza la resa splendida dei personaggi, anche se ammetto che ogni tanto avrei voluto strozzare il protagonista per la sua ingenuità. Consigliato a tutti gli amanti del fantastico, soprattutto a chi ha apprezzato i Guardiani del Crepuscolo con cui ha diverse affinità, sconsigliato a quelli che non amano le teorie del complotto o che pretendono la perfezione dal punto di vista strategico militare.
...ContinuaLa mia recensione qui:
http://imilleeunlibro.blogspot.it/2014/01/recensione-memorie-degli-euritmi-caesar.html