Forse (quasi) ogni libro meriterebbe d'essere letto come Veronesi legge il Vangelo di Matteo: con la stessa attenzione alle parole e agli spazi tra le parole (in un documento breve come è questo anche ciò che viene omesso ha una certa importanza), con un altrettanto metodico "lavoro" fatto per contestualizzare, culturalmente e storicamente, il racconto, l'autore, il pubblico, con il medesimo rispetto (si tratta pur sempre di un testo sacro) non ossequioso, anzi talvolta persino gioiosamente irriverente, con un'ugualmente ostinata volontà di impegolarsi in ciò che si sta leggendo, per trasformare le pagine in vita.
...Continua"Se io fossi Quentin Tarantino farei un film, dal Vangelo di Marco, solo per come attacca".
Fare esegesi è sempre stata una mia passione, sia che si trattasse di applicarla alle opere della classicità, da Omero a Dante, sia ai testi biblici, attività cui generalmente è associata.
Il Vangelo di Marco, inoltre, è sempre stato un testo per me tra i più affascinanti, che negli anni ho avuto modo di studiare e approfondire, avendo anche occasione di cimentarmi nella sua spiegazione.
Proprio per questo è stato molto sorprendente ritrovare in questo libretto scritto da Sandro Veronesi, del quale conoscevo solo il fatto di aver ispirato con il suo romanzo "Caos calmo" un bel film in cui ha recitato Nanni Moretti, un approccio a me familiare e molto illuminante. L'autore tratta il testo del Vangelo, commentandolo a modo suo, come una sceneggiatura cinematografico/teatrale, facendo emergere quegli orizzonti propri di chi lo ha scritto e che restano ignoti a chi è abituato ad accostarsi superficialmente a testi simili. Si è generalmente soliti omologare i vangeli tra di loro, a non riconoscerne le peculiarità proprie di ognuno, ma soprattutto ad ascoltarli, più raramente a leggerli, come dei "contenitori" di una serie di pensieri ispirazionali senza coglierne la storia e il modo di raccontarla dei singoli autori.
È esattamente quello che tenta, invece, di fare Veronesi (modo suo, certo, non da biblista anche se, devo dire che ...) restituendo in questo breve commento al testo la sua vera natura di opera che nasce non per essere letta ma piuttosto per essere ascoltata, e ascoltata come fosse una narrazione teatrale, una sceneggiatura di un film. Certo, non bisogna fare l'errore di cercare in Veronesi l'accuratezza dell'esegeta che non può avere, ma senz'altro anche un biblista (come sono stato io in passato) può trovare nelle sue osservazioni degli spunti intelligenti e soprattutto degli interessanti orizzonti interpretativi che la sensibilità di chi è abituato a scrivere sceneggiature o romanzi possiede. E questo, in testi come quelli della letteratura biblica, è utilissimo.
Il mio consiglio è di procurarsi prima di tutto un Vangelo di Marco e leggerlo tutto d'un fiato come un racconto qualsiasi (ci vuole una mezz'oretta, mica di più) e dopo affrontare la lettura di questo libretto. E poi, se volete, ne riparliamo ...
... qualunque cosa scriva gliela pubblicano. La lettura di questo breve saggio è gradevole, ma dietro c'è veramente poco. L'andamento è scontato e ripetitivo; dire (più volte) che Gesù "si incazza" o ribadire per diverse pagine che gli apostoli dopo l'ultima cena sono ubriachi non sono esattamente colpi di genio di esegesi o di comune analisi del testo.
...ContinuaHo preso questo libro in biblioteca dopo essere stato affascinato dalla lettura di "Il Regno" di Carrère, un grande romanzo/saggio incentrato (come sempre sulla vita di Carrère e) sul Vangelo di Luca. Non è la stessa cosa, affatto. Forse su Marco c'è molto meno da dire, forse Veronesi non ha voluto mettersi in gioco o forse la sua intenzione non era quella di emulare l'opera dello scrittore francese. Sta di fatto che un bel lavoro di ricerca non mi è sembrato supportato da un adeguto stile narrativo. Forse è vera la tesi che il Vangelo di Marco sia il più breve, veloce e incalzante dei quattro, tuttavia la scelta di dare lo stesso ritmo a questo saggio non mi pare sia stata così azzeccata.
...ContinuaUn libro letto per caso, durante le vacanze, preso in prestito dalla libreria dell'albergo. Una piacevole sorpresa, non solo per il modo attuale con cui l'autore commenta un Vangelo, ma soprattutto perchè mi ha fatto leggere un Vangelo...cosa che non avevo mai fatto e mai mi sarebbe venuto in mente di fare. E invece oggi nasce in me il desiderio di leggere anche gli altri. Il Vangelo di Marco ha un fascino particolare perchè si rivolge ai romani, a non credenti quindi, e per questo motivo deve essere accattivante e utilizzare un linguaggio e delle immagini grandiose, quasi cinematografiche. Mi sono divertita e nello stesso tempo ho ricevuto svariati spunti di riflessione. Mi è piaciuto!
...Continua