Ed eccoci ancora ritornati alle scuderie giallistiche mondadoriane, che, anche se mi ripeto, da quando sono nelle mani di Maurizio Costanzo, mi sembrano precipitare verso le più basse espressioni letterarie. Certo, rimangono autori storici che bene o male se la cavano, come Annamaria Fassio di cui aspetto di leggere altro. O autori che, dopo un inizio promettente, scivolano libro dopo libro verso un aureo anonimato. Così sembra si avvii anche Pigozzi, di cui lessi il promettente avvio nonché Premio Tedeschi nel 2007. Che si ripeté con un buon romanzo nel 2008. Ma che ora, dopo qualche anno di silenzio, esce fuori con uno zibaldone poco avvincente e poco convincente. Perché riprende ancor una volta i personaggi dei precedenti romanzi, ne aggiunge di nuovi, ma alla fine tutto si risolve in una grande confusione, in cui si elimina qualche elemento ormai “bollito”, e qualcuno rimane in pista per una nuova avventura, che spero di ricordarmi di non leggere. Intanto, come avevo predetto, la fine del precedente romanzo preludeva ad una terza puntata. In cui il filo conduttore rimane sempre il poliziotto cattivo ma non troppo Angelo Schwarz. Ormai separato dalla moglie, che gli da filo da torcere citandolo in giudizio per la morte del fratello. Lui sempre innamorato, ma con la testa ad Anna, l’avvocato morto alla fine del secondo libro. E qui, appunto, si ricomincia con i soliti noti. Il mafioso Aleksj, che ha la peggio in uno scontro con le nuove mafie, che cercano collegamenti con la riviera romagnola tramite il solito Levati (un po’ in ombra nel secondo romanzo). Ma questi ora è aiutato dall’ex-capo di Angelo, Michele Soresini che da buon ex-Digos ha molte frecce al suo arco. E tutto ricomincia con una carneficina al locale di Mosca ormai arcinoto, il Metal Detector. I nuovi vengono uccisi, Aleksj è ferito a morte, ma salva la bella Katrina. Levati, ferito gravemente ad una gamba è invece salvato da Soresini. Aleksj, prima di morire, affida Zoya (quella che aveva tre anni ed un pupazzo di pezza nel secondo libro) a Katrina e le fa partire per l’Italia, alla ricerca della salvezza presso Angelo. Che però è ben nelle peste. Il clan mafioso dei Constabile lo cerca ovunque, utilizzando l’ignara ex-moglie come pedina ed il suo avocato come trait d’union. I Servizi lo aiutano un po’, ma neanche tanto. Nella trama s’inserisce allora Elena, la bella e forse poco presente moglie di Levati. Quella che, per evitare trappole, si vede intestati tutti i patrimoni familiari. Quella che Levati maltratta un giorno sì e l’altro pure. Quella che, Levati ferito, si vede comandata anche da Soresini. Quella che incontra Angelo e pensa che possa essere la sua valvola di salvezza. Angelo, per salvarsi, vende in un primo tempo Katrina a Soresini, che la cerca in quanto unica testimone della strage moscovita. Poi, si accorge che c’è anche Zoya, a cui vuole bene, e fa una potente marcia indietro. Nasconde le due in un albergo sul lago di Como, e comincia un pericoloso triangolo mentale, attratto sia dalla bella Elena che dall’ancor più bella Katrina. Ma Elena lo tradisce, rivelando i nascondigli segreti a Soresini. I Constabile, vedendo di non riuscire a far leva sull’ex-moglie di Angelo, la fanno fuori. Ed Angelo va fuori di testa. Ha perso Silvia, l’ex-moglie, ha perso Anna nel romanzo precedente, e quando Elena gli confessa i suoi traffici, sceglie Katrina. Peccato che anche l’albergo vada a fuoco, ed una tra Katrina e Zoya farà una brutta fine. Ma Angelo, sempre più inc…to riesce almeno ad uccidere Soresini, ed a ritrovarsi in una stanza d’ospedale con la superstite ed un pupazzo di pezza. Il tutto, partito da una predizione di una santera in un losco bar milanese, che guarda Angelo e gli dice che non potrà salvare tutte le persone cui vuole bene. E così è. Ma che fatica arrivare alla fine delle oltre 200 pagine. Dove si susseguono oltre ad episodi alla Spillane, anche tentativi di costruire castelli mafiosi ragionevoli, intrecciando crudeltà ed alta finanza. Con una ben misera riuscita dal punto di vista attrattiva. Peccato Pigozzi, avevi scritto di meglio.
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