Il desiderio di felicità è inseparabile dall'esistenza umana: solo a partire da questo desiderio è possibile pensare l'educazione. La felicità è di questo mondo. Non è un altrove rispetto all'esistenza quotidiana. Sebbene deperibile e passibile Il desiderio di felicità è inseparabile dall'esistenza umana: solo a partire da questo desiderio è possibile pensare l'educazione. La felicità è di questo mondo. Non è un altrove rispetto all'esistenza quotidiana. Sebbene deperibile e passibile di perdita, essa è un bene che si può conseguire e migliorare, anche in maniera durevole. Si può vivere di felicità. Si può essere sempre più felici. La felicità non ha dunque niente di mistico o di magico, non è geneticamente predeterminata, non è un tratto stabile e immutabile. Non è un privilegio. Non la si può ordinare a comando, non la si può imporre per legge. È un sentimento che si può (si deve?) apprendere e coltivare. È dunque un traguardo auspicabile e realizzabile di ogni azione formativa. Il volume discute l'educazione come esperienza specifica in ordine alla promozione e all'innalzamento della felicità. L'educazione alla felicità si identifica con un lavoro trasformativo interiore realizzato quotidianamente dalla persona, con non poca fatica, grazie anche all'aiuto di altri significativi, nel convincimento profondo che la felicità è un diritto e un bene che merita di essere perseguito in quanto avvalora e incrementa la sua umanità. ...Continua Nascondi
Lingua: Italiano
Numero di pagine: 232
Formato: Copertina rinforzata scuole e biblioteche
Un libro che si muove bel bello tra i territori della saggezza filosofica e quelli della new age motivazionale anni '80.
Pesante la ripetitività dell'idea cardine, declinata in tutte le salse per 220 pagine (laddove ne sarebbero bastate 22).
Un libro che si muove bel bello tra i territori della saggezza filosofica e quelli della new age motivazionale anni '80.
Pesante la ripetitività dell'idea cardine, declinata in tutte le salse per 220 pagine (laddove ne sarebbero bastate 22).