Un ranocchio mi osserva obliquo dalla copertina gialla. Un po' inquietante, in effetti. Chissà cosa si aspetta da me. Strano, di solito è il libro a creare aspettativa nel lettore, non viceversa.
Rileggo la dedica della signora Minì. Conosco Elisa grazie al forum di PescePirata: coi dialoghi è un'artista! E sapevo che aveva un romanzo "in corso d'opera" nella sezione Scrittura Assistita. Ma non vi sono mai entrata. Perché io il libro lo volevo acquistare in libreria. Sapevo sarebbe arrivato sugli scaffali. Quindi dei protagonisti e dell'intera vicenda, so solo che Gabo è un cane. E che è tutta colpa sua...
Siamo a Firenze, a casa dei Bencini. L'Argisa, la matriarca della famiglia, è ai fornelli intenta a preparare il pranzo domenicale, mentre il marito Arturo aspetta nella sua poltrona bordeaux di essere chiamato a tavola. Franco Melandro sta preparando l'aperitivo, con la supervisione della moglie Jolanda. Matteo, dallo stile tutto personale nel vestire, e Beatrice, l'unica coi capelli rossi in famiglia, sono nelle loro rispettive stanze. Nico, il maggiore dei figli di Franco Melandro e Jolanda, sta salendo le scale con Pia, la fidanzata, e Gabo.
La "farfalla" che scatenerà il caos è il nipote Lapo, praticamente identico al cugino Nico.
Conosciamo l'ambiente in cui si svolge la vicenda grazie a Perla, la gatta dell'Argisa col dono della parola. In realtà pronuncia una sola parola, ma questo lo si deve scoprire leggendo.
Lo stile è piacevole, mai pesante, con dialoghi frizzanti e sempre azzeccati. I personaggi, costruiti con sapienti pennellate, hanno carattere e si muovono egregiamente sullo sfondo di una Firenze placida.
Leggere "Tutta colpa di Gabo" è come assaporare un buon film di Monicelli, brillante e ironico, che riesce a tenere una buona compagnia per un paio d'ore: il tempo per leggerlo tutto d'un fiato.
Un ranocchio mi osserva obliquo dalla copertina gialla. Un po' inquietante, in effetti. Chissà cosa si aspetta da me. Strano, di solito è il libro a creare aspettativa nel lettore, non viceversa.
Rileggo la dedica della signora Minì. Conosco Elisa grazie al forum di PescePirata: coi dialoghi è un'artista! E sapevo che aveva un romanzo "in corso d'opera" nella sezione Scrittura Assistita. Ma non vi sono mai entrata. Perché io il libro lo volevo acquistare in libreria. Sapevo sarebbe arrivato sugli scaffali. Quindi dei protagonisti e dell'intera vicenda, so solo che Gabo è un cane. E che è tutta colpa sua...
Siamo a Firenze, a casa dei Bencini. L'Argisa, la matriarca della famiglia, è ai fornelli intenta a preparare il pranzo domenicale, mentre il marito Arturo aspetta nella sua poltrona bordeaux di essere chiamato a tavola. Franco Melandro sta preparando l'aperitivo, con la supervisione della moglie Jolanda. Matteo, dallo stile tutto personale nel vestire, e Beatrice, l'unica coi capelli rossi in famiglia, sono nelle loro rispettive stanze. Nico, il maggiore dei figli di Franco Melandro e Jolanda, sta salendo le scale con Pia, la fidanzata, e Gabo.
La "farfalla" che scatenerà il caos è il nipote Lapo, praticamente identico al cugino Nico.
Conosciamo l'ambiente in cui si svolge la vicenda grazie a Perla, la gatta dell'Argisa col dono della parola. In realtà pronuncia una sola parola, ma questo lo si deve scoprire leggendo.
Lo stile è piacevole, mai pesante, con dialoghi frizzanti e sempre azzeccati. I personaggi, costruiti con sapienti pennellate, hanno carattere e si muovono egregiamente sullo sfondo di una Firenze placida.
Leggere "Tutta colpa di Gabo" è come assaporare un buon film di Monicelli, brillante e ironico, che riesce a tenere una buona compagnia per un paio d'ore: il tempo per leggerlo tutto d'un fiato.
Barbara
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http://pescepirata.it/aspiranti_scrittori/viewtopic.php?f=43&t=4073