Una raccolta di racconti di non facile lettura: il testo è spesso così denso che sembra di muoversi dentro le sabbie mobili. Ma se si trova la forza di percorrere un narrare complesso, ci si può imbattere in gemme davvero preziose - "Forse sarebbe meglio essere alberi e bere la luce del sole, mangiare la terra e germogliare per così tante stagioni, probabilmente senza la conoscenza che raddoppia il piacere ma anche senza il corrispondente doppio dolore, quando l'autunno impone all'albero di privarsi di parti di sé" ("Una moglie fedele") - e in stupefacenti contatti tra mondi viventi e trapassati.
...ContinuaI racconti interessanti ci stavano in duecento pagine, il libro ne conta settecentocinquanta. Può ricordare un Poe sotto allucinogeni (la parte "gotica"). Una stella in più per il rigoroso apparato di note.
Se avessi voluto vantarmi d'essere un lettore felice mi sarei limitato a leggere per sempre i racconti di Stevenson e i romanzi di Roberto Bolano; ma porca Madonna, non mi chiamo Juan Garcìa Madero e i miei diciassette anni da vergine li ho passati da un pezzo.
Allora permettetemi di consigliarvi, da ex vergine a ex vergini, di leggere questa bella (e ultima) antologia di racconti di William T. Vollmann.
Qualcuno ha sostenuto che i racconti qui riuniti siano un po' disorganici, ma è un'affermazione infame. Sono solo diversi fra loro, nel genere ma non nello spirito.
Si parte con due storie ambientate durante la guerra in Jugoslavia (sapete, vero, che è iniziato tutto da lì ? ) anche se non è esatto, il libro parte da una prefazione di Vollmann al Lettore, abbondantemente suggestiva da bastare a convincere la maggior parte di chi la leggesse a proseguirne la lettura. Dopodiché i racconti cambiano registro e si sfuma nelle influenze orientali subite da Vollmann durante il suo girovagare per il mondo alla ricerca di vite devastate e di vittime della guerra e della violenza in genere. Racconti gotici, quasi, murakameggianti per qualcuno, ma mai stucchevoli e sempre incredibilmente profondi. Vollmann è un grande scrittore. Lo è perché scava dentro le cose senza suggerirti che ciò che sta facendo è farti riflettere in modo obliquo sui temi fondamentali dell'esistenza. Sul bene e sul male, vita e morte, violenza e amore. Ce n'è dappertutto in questi racconti e non troverete una riga stonata neanche se vi sforzerete a cercarla.
Vollmann è uno scrittore vero. Perché ha fatto il suo ingresso nella letteratura per riformare la società, per bruciarla, per rivoluzionarla.
I veri scrittori scrivono per rinunciare al mondo marcio in cui vivono, per rinnegarlo, a volte anche per suicidarsi.
Su tutti, mi è piaciuto particolarmente il racconto "Ad ascoltare le granate", ambientato in Jugoslavia durante la guerra dal punto di vista di un inviato che vi ritorna qualche anno dopo, in cerca di cosa non ve lo dico.
E lo splendido " Quando avevamo diciassette anni", dove un uomo malato di cancro che sta per morire riesce per merito di una pozione magica donatagli da un'ex fidanzata a far riapparire la sua ragazza di quando aveva diciassette anni, ormai morta tredici anni prima, e ad incontrarla ogni sera sulla sua tomba per parlare di tutto.
Un racconto lungo, impregnato di morte e amore in egual misura; forse perché la morte e l'amore sono due aspetti della vita venturosamente somiglianti.
https://youtu.be/nZq_jeYsbTs
...ContinuaUltime storie e altre storie è una raccolta di racconti scritta da Vollmann, vincitore del NBA con un’altra serie di racconti Europe Central. La raccolta inizia con una specie di prologo filosofico, bellissimo e con due racconti completamente diversi da tutti gli altri, ambientati in Iugoslavia dove Vollmann è andato come giornalista durante il conflitto. Questi primi due racconti sono eccezionali. La vicinanza tra vita è morte è resa in modo molto interessante e originale e lui stesso compare come personaggio nel secondo nei panni dell'americano, giornalista non per soldi, e con pochi soldi , diverso dagli altri perchè lì per scelta. Forse in cerca di quella deformazione dell'esistenza causata dalla vicinanza stretta con la morte che può far sentire la vita anche a chi "non riesce a sentirla più" nella quotidianità asettica dell'esistente. La presenza della morte (cecchini, granate, acc..) rende infatti più brillante la vita sotto ogni aspetto: la festa, la quotidianità, l’amore. E’ come se l’angolo di visuale delle cose si fosse spostato, sia da un punto di vista mentale che di scopo delle cose. Come se il piacere del gesto di tutti i giorni potesse raggiungere di nuovo il cervello esaltato nella sua intensità. Il punto di vista nuovo riscopre la realtà, riempiendola di valori e significati nascosti. Questi racconti che partono dal reale, magari trapassandolo, magari sconfinando poi da questo mondo nell’altro con la morte di alcuni dei protagonisti, sono bellissimi. In un certo senso a me hanno tolto il piacere degli altri, in quanto avrei voluto leggere solo cose simili . Invece poi tutti gli altri racconti sono di altro genere, cioè di un fantasy gotico, con vampiri, spose cadavere, statue che parlano, vivono, si accoppiano, troll, zombie, cadaveri in decomposizione e non, teste parlanti, diavoli, Madonnine, preti, streghe. Il clima è medioevale, da roghi, caccia alle streghe e inquisizione, con il prete inquisitore che è un personaggio losco e demoniaco, mentre la madonnina non ha nulla a che fare con la religione ma è la donnina buona e dal cuore puro, piena di bontà e sorrisi. E’ un tipo di racconto che rispetto ad altri fantasy o ad altra letteratura gotica si distingue per la perfezione stilistica. Ricorda vagamente Murakami, credo che potrebbe piacere ai lettori di Murakami. Per parlare con sincerità, mi è dispiaciuto che il libro sia toccato a me, in quanto non riesco ad apprezzare né Murakami né questo tipo di storia. I cadaveri e le teste mozzate non mi invogliano alla lettura, anzi... Ma credo che sia un mio limite, perciò consiglio i racconti a tutti quelli a cui piace il genere fantasy-gotico e agli appassionati di Murakami. E’ una lettura fantasiosa ma colta, un po’ mortifera, non esageratamente macabra e con molto stile, sempre piuttosto elegante e raffinata.
p.s. C'è una cosa che non mi spiego in questa raccolta. Il libro è di più di 700 pagine, quindi molto corposo. I primi due racconti sono completamente diversi da tutti gli altri e molto, molto belli. Non capisco perchè l'autore non abbia pubblicato tutti i gotici da soli riservandosi di scrivere una raccolta a sè stante di racconti sulla Iugoslavia magari mettendo insieme altro materiale. Secondo me è un peccato.
...Continua