La trama complessa delle relazioni umane è il principale oggetto d’indagine di Nick Hornby, che con “Un ragazzo” affronta tematiche di stretta attualità con uno sguardo acuto e a tratti disincantato.
In primo luogo, il romanzo descrive in modo impeccabile il disagio esistenziale di chi vive nelle grandi metropoli, costretto ad una vita alienante ed insoddisfacente. Londra, in tal senso, è disegnata come un immenso contenitore di nevrosi e malesseri... Continua su http://bit.ly/unragazzo
un bel libro sui casotti intergenerazionali. la confusione dei nuovi adulti, e quella di riflesso dei loro figli.
Marcus trova in Will la figura paterna, di riferimento, che gli mancava. Will trova il mezzo per uscire dalla sua personale sindrome di Peter Pan.
Ad ognuno i suoi dubbi, non ultimo il povero Kurt Cobain, protagonista anch'egli suo malgrado di questa storia.
Questa è la storia di due differenti solitudini che ad un certo punto finiscono per incontrarsi. Da un lato Will Freeman, trentottenne fermamente convinto del suo status da single, mantiene la sua libertà sentimentale non legandosi a nessuno. Dall’altro lato Marcus Brewer, un dodicenne che, in seguito al trasloco causato dalla separazione dei genitori, fa fatica a integrarsi nella nuova scuola. Niente e nessuno avrebbe mai pensato ad un incontro tra queste due rette parallele, eppure finiscono per scontrarsi causando un inevitabile, doloroso ma positivo cambiamento nelle loro vite.
About a boy è un romanzo che si fa leggere molto facilmente. Il volume narra in parallelo le storie Will e Marcus e, grazie a questo espediente il racconto risulta, da un mio punto di vista, essere molto scorrevole e leggero, solleticando più volte la curiosità del lettore. Alcune situazioni, però, sono fin troppo banali e semplici da intuire, ledendo un bel po’ il ritmo di lettura.
Nel libro Will può esser considerato il protagonista secondario. È un uomo che non fa segreto del suo esser menefreghista, egoista e bugiardo di natura, anzi ne fa uno stile di vita. Amante della musica in generale, dai Nirvana a Snoop Dog, possiede una vasta collezione di vinili e vive di rendita grazie ai diritti d’autore di una vecchia canzone natalizia composta dal padre. A mio parere è un uomo che, il più delle volte, scade nel banale.
Marcus è invece, il vero protagonista del libro. Un dodicenne succube di una madre hippie depressa, che non riesce a integrarsi con gli altri. Nonostante questo, però, affronta la vita a e testa alta, cercando di non farsi travolgere dalle situazioni, anzi, ambendo a risolverle. Fin dalle prime pagine però, il personaggio di Marcus non mi è andato a genio: i suoi modi da saccente, da uomo vissuto, non hanno aiutato a farmelo apprezzare.
La solitudine vissuta, in differente modo, da Will e Marcus è il leitmotiv di tutta la narrazione, accompagnando i protagonisti nella loro evoluzione. Se da un lato la ricercata libertà di Will viene rovesciata dalla costante presenza di Marcus, quest’ultimo comprende che in due persone (lui e la madre) non è possibile ottenere un equilibrio stabile, costringendo Will a entrare nella sua vita. Nel romanzo la solitudine la si avverte come vissuta dai protagonisti.
Un altro tema molto sentito nel libro è il suicidio. Questo viene affrontato da molteplici e contrapposti punti di vista, ad esempio il tentativo di suicidio della madre di Marcus che, non trovando nessun motivo per andare avanti nella sua vita, decide di assumere una quantità letale di farmici. In antitesi il coraggio di affrontare questo pensiero da parte di Rachel, madre di un amico di Marcus, che trova nelle piccole cose la forza per continuare a vivere. In extremis, il suicidio di Kurt Cobain, leader dei Nirvana che, con il suo gesto, sconvolge un’intera generazione di fan.
In conclusione posso affermare che il libro non mi ha entusiasmato più di tanto, anzi l'ho trovato molto banale nonostante ci siano grandi tematiche. Lo consiglierei come lettura da ombrellone in quanto non richiede una grande concentrazione
...ContinuaScorrevole, scanzonato, leggero ma non superficiale. Peccato che il film ("About a boy") sia fedelissimo al libro: conoscere già la trama mi ha tolto il gusto della lettura. Comunque è un romanzetto piacevole.
Non ho mai visto il film che ne hanno tratto per cui ho potuto leggerlo senza idee preconfezionate.
Non mi è dispiaciuto ma di certo non rimarrà tra i miei preferiti.
Certi spunti sono interessanti e alla fine è una lettura meno leggera di quanto avevo immaginato