Matematica e fisica, prima di essere formule, sono visioni grandiose dell'universo, aperte al mistero. Se le scienze venissero insegnate così, quanto più le ameremmo...!
La Murail è bravissima a scrivere di adolescenti. Lo dimostra ancora una volta con questo bel romanzo in cui affronta il delicato tema della gravidanza di una giovane ragazza. Certo, il suo Oh boy merita una stella in più e Mio fratello Simple ha ...continua
La Murail è bravissima a scrivere di adolescenti. Lo dimostra ancora una volta con questo bel romanzo in cui affronta il delicato tema della gravidanza di una giovane ragazza. Certo, il suo Oh boy merita una stella in più e Mio fratello Simple ha toccato ancora di più le mie corde, ma brava brava come sempre!
Mi sono accostata a questo romanzo insieme con grandi aspettative e una certa diffidenza, dovuta a una serie di motivi. Il primo fra tutti è che sapevo, per averlo letto in più occasioni, che Saramago era un ateo convinto, non sempre “rispettoso” ...continua
Mi sono accostata a questo romanzo insieme con grandi aspettative e una certa diffidenza, dovuta a una serie di motivi. Il primo fra tutti è che sapevo, per averlo letto in più occasioni, che Saramago era un ateo convinto, non sempre “rispettoso” del punto di vista opposto... Cosa aspettarsi dunque da un romanzo scritto da un ateo sulla storia di Gesù, letto da una credente? Dipende dallo scrittore. Dalla sua bravura innanzitutto (e su questo Saramago non ha certo bisogno di convincermi ulteriormente) e dalla sua “onestà” intellettuale e spirituale. D’altra parte, se tutti (o quasi) ne hanno parlato così bene…
Questa la premessa. Poi c’è il “corso d’opera”... che mi ha assolutamente entusiasmato in alcuni punti (tra cui tutta la prima parte fino alla comparsa di Gesù “ragazzino”) e lasciato un po’ più tiepida, per non dire perplessa, in altri.
Innanzitutto ho scoperto con una certa sorpresa che il punto di vista del romanzo era sì quello di Gesù, ma che l’elemento “soprannaturale” era non solo presente ma direi centrale. Non so perchè, mi sarei aspettata una storia totalmente desacralizzata, il cui perno fosse esclusivamente Gesù-uomo. E invece no: Dio c’è. Anzi, precisiamo. All’inizio sembra esserci solo nella gratitudine/venerazione tipicamente ebraica, la quale non vacilla nemmeno di fronte alle contraddizioni più evidenti. La logica non conta: comunque Dio sa tutto, e tutto – anche ciò che ci sembra male – è bene perchè tutto rientra nei suoi disegni imperscrutabili. Se c’è uno “stolto”, siamo noi... non certo Lui. E qui l’ironia è evidentissima, Saramago non la mitiga affatto, anzi! Per il resto Dio, in queste prime pagine, è del tutto assente, indifferente, estraneo. Tanto da avermi fatto pensare appunto che non facesse parte della storia, che l’obiettivo del romanzo fosse dimostrare come tutto si sia svolto “in assenza di Dio”. E invece no, perchè i segni soprannaturali ci sono fin dall’inizio, anche se non sappiamo ancora bene dove collocarli.
Poi alcune trovate quasi geniali: la “colpa” di Giuseppe e la sua “condanna”, l’incubo ereditato da Gesù, la “partenza”... ho apprezzato tutto moltissimo. E ancor di più ho apprezzato la facilità con cui Saramago si è destreggiato all’interno del repertorio biblico: nomi, fatti, riferimenti storici... bisogna ammettere cha padroneggiato tutto con grande competenza. E creatività.
Ecco, magari qui lo si sarebbe anche potuto criticare... perchè – parliamoci chiaro – è evidente, soprattutto da un certo punto in poi, che Il Vangelo secondo Gesù è un’opera di fantasia. Ma in senso proprio assoluto, ovvero gli ingredienti sono tutti più o meno veritieri (rispetto ai Vangeli canonici, non parlo qui di veridicità storica), ma il risultato è pura invenzione; non una diversa interpretazione dei fatti, bensì un racconto che, di questi fatti, conserva solo la “materia prima”.
Però, a dirla tutta, io ho apprezzato anche questo... ma sì, dove sta scritto che il diritto di rielaborare una storia debba essere contenuto entro certi limiti? Mi sono divertita, ho sorriso, ho “ammirato”. Ma un dubbio mi restava sempre: va bene la creatività, la capacità di destreggiarsi e tutto il resto... ma dove vuole andare a parare Saramago? Qual è il significato ultimo di questo azzardo narrativo? Quale il messaggio profondo? E come interpretare questo Dio che, finalmente “personaggio”, si dimostra più che indifferente: avido di “gloria”, vendicativo e quasi crudele?
Inutile negarlo: ho faticato non poco. I miei dubbi iniziali si sono in parte rivelati fondati: io che conosco un Dio di amore, ho mal sopportato questa versione di Dio così autoreferenziale ed egocentrica, così come ho mal sopportato l’evoluzione della figura di Maria, che da donna sensibile e attenta si chiude in se stessa, fino a negarsi al suo (amato?) figlio.
La faccio breve (attenzione! Da qui in poi lievi spoiler): mi sono riconciliata con questo Dio e con questo Saramago in occasione di quello che secondo me costituisce il cuore del romanzo, nonchè le sue pagine più belle: l’incontro fra Gesù, Dio e il Diavolo al largo del mare di Galilea. E il bello è che questa riconciliazione è avvenuta sotto il segno di una condanna senza appello: Dio si conferma proprio quell’avido, vendicativo e crudele personaggio assetato di gloria che si era profilato pagina dopo pagina, e lo è fino alla fine, fino alle estreme conseguenze. E se Dio è questo, il Diavolo, che è pur sempre il Suo contraltare, non potrà essere che colui che farà di tutto, persino “rinunciare a se stesso”, pur di “salvare” l’uomo... Resosi tuttavia conto che niente può andare contro il volere di Dio (per quanto questo volere sia “disumano”), Gesù penserà bene di provare a “fregarlo”... In questa trovata (di cui non dico altro per non rovinare l’effetto “sorpresa”, se così si può chiamare) ho percepito il vero colpo di genio del Nobel portoghese.
E così, a fine libro, ho tirato le somme: il rovesciamento delle figure da quello che sarebbe il loro ruolo originario promuove Saramago e rende questo romanzo davvero unico. Fatte i dovuti distinguo, in alcuni punti (specialmente l’incontro sulla barca a cui ho accennato prima) mi ha ricordato qualcosa del Faust di Goethe e del "Grande Inquisitore" di Dostoevskij... Detto questo, il dubbio mi resta: quale voleva essere l’intento ultimo dell’autore nello scrivere questo libro? Davvero è questa la sua interpretazione definitiva di temi importanti come la sofferenza dell’uomo, la colpa, il castigo, l’apparente indifferenza di Dio, il “fato”, l’impotenza dell’uomo? Fatico a crederlo, non voglio crederlo. Allora preferisco considerare questo libro “solo” uno straordinario esperimento narrativo, con tutti i limiti che questo comporta... un “gioco” non privo di ironia e di una certa dose di malizia, una provocazione. Resta comunque un’opera estremamente interessante per chiunque, credente e non.
Volevo leggere questo romanzo da molto tempo e l’ho davvero apprezzato molto.
Per quanto breve e di solito non nei miei canoni, visto che preferisco romanzi più corposi.
Lo stile di scrittura di Stevenson, porta a immergersi nella stor
...continua
Volevo leggere questo romanzo da molto tempo e l’ho davvero apprezzato molto.
Per quanto breve e di solito non nei miei canoni, visto che preferisco romanzi più corposi.
Lo stile di scrittura di Stevenson, porta a immergersi nella storia fin dalle prime righe.
Il lettore si rende conto di essere un estraneo in questa vicenda, perché effettivamente non si sa nulla della vita dei personaggi, del loro passato, delle loro abitudini. Se non qualche breve spezzone, come se il lettore stesse origliando da dietro la porta.
Perché effettivamente, il lettore viene catapultato nelle loro vite in quel preciso istante in cui tutto inizia e continua ad osservare solo da quel momento in poi.
E rimangono effettivamente degli estranei i personaggi.
Non scopriremo mai nulla della loro vita precedente a quel momento.
Non sapremo mai che cosa hanno fatto e non.
Non sapremo mai il loro pensieri più profondi.
Ma siamo spettatori che osservano queste vicende di questi uomini e la curiosità ti porta a voler vedere dove portano.
Ed è interessante continuarne la lettura, perché quello che il romanzo, che la storia vuol far capire al lettore.
Quindi allo spettatore in questione, è che in ognuno di noi esiste il bene e il male.
In alcuni di più il bene e il male è veramente minimo.
In altri il male è maggiore e il bene non è abbastanza.
Ma è importante avere entrambe le parti di sé insieme.
Perché una persona senza la morale, da un minimo peccatuccio che vorrebbe soddisfare, rischia di diventare crudele all’inverosimile, perché non ha quella parte di se morale che permette di capire quello che è sbagliato e non.
Quindi una persona senza morale, non riesce a frenare i propri impulsi, qualsiasi essi siano. Quando invece con la morale, certe cose le pensi e non le fai, non le applichi. Perché sei cosciente che è sbagliata.
Allo stesso tempo, una persona estremamente buona, senza neanche una minima parte negativa all’interno di se, rischia di non riuscir a capire quando una persona cerca di fregarti, oppure rischia di giustificare certe azioni ingiustificabili di un'altra persona.
Perché estremamente portata a pensare che tutti hanno solo bontà dentro di sé.
E quindi separando le varie caratteristiche che compongono il carattere di una persona, il suo essere, si rischia di passare da un estremo all’altro.
La curiosità di Jekyll è nata anche per colpa della società che imponeva un certo comportamento e quindi lui era costretto a reprimere quella parte di se che in realtà non era malvagia, era semplicemente molto esuberante e allegro di carattere, perché la società pretendeva sempre comportamenti seri, rispettabili e aboliva la sincerità nelle persone.
Vieni a conoscere le ultime novità della community nel
Blog di Anobii
Scopri tanto di più e resta aggiornato visitando il Blog ufficiale di Anobii
oggi in anobii ci sono più di 10.000.000 libri. Ecco gli ultimi inseriti dai Librarian.
Li hai già letti? Aggiungili subito alla tua libreria e non perdere l’occasione di essere tra i primi a scrivere una recensione...
In Anobii trovi tante classifiche che si basano sulle azioni della community. alcuni esempi?
I gruppi sono punti di riferimento per la discussione di argomenti specifici. Puoi crearne uno anche tu.
Scopri le pagine degli autori e seguile per ricevere le notifiche dei loro nuovi libri.
Lo streaming ti mostra le attività ed i contributi degli anobiani ed è un ottimo modo per scoprire nuovi libri.
Ecco ad esempio le ultime citazioni: