Non ti perdi, anzi non osi lasciare a metà un racconto, ne spezzeresti l'essenza anche perché è molto presente la tecnica del ribaltamento di prospettiva, di punto di vista. Un elemento inatteso a fine narrazione subentra e ti fa sorridere e godere della genialità dell'autore e tu a chiederti:" Perché non ci ho pensato?".
Le tre leggi della robotica, il caposaldo di questo filone letterario, sono sotto i tuoi occhi fin da subito e continuamente ribadite, sono il canovaccio dell'azione e tu le leggi e le capisci e subito dopo diventano nebulose, fluttuanti. Si compenetrano perfettamente le tre, creano un equilibrio perfetto, appunto, ma che un nonnulla rompe, altera, mette in pericolo...
L'ironia poi accompagna tutti i racconti, i livelli di lettura molteplici.
Mai fino ad ora avevo avvicinato Asimov. Legato maggiormente alla fantasienza di Philip Dick e colto dalla curiosita’ di prendere contatto con una differente interpretazione del futuro, ho deciso di immergermi in questo “Io, robot” e di scoprire se, e cosa, avesse da regalarmi.
L’universo presentato da Asimov porta con se’, forte, la mescolanza tra uomo e macchina; l’infintita compenetrazione tra questi due mondi cosi’ simili e, al contempo, differenti. E’ un continuo rapporto di collaborazione e scontro, un inesauribile processo di integrazione che, da semplice sfruttamento, diventa confronto, affiancamento e sorpasso. Questo perche’ l’evolversi della narrazione coincide con l’evoluzione dei robot che, da semplici macchine operative, acquisiscono conoscenza, capacita’ cognitive e decisionali, fino a diventare controllori e padroni dei loro stessi creatori.
Di certo la penna e le idee di Asimov portano al ragionamento; mettono un lettore interessato all’argomento al cospetto di un’integrazione tra uomo e robot ed a tutte le positivita’, ma al contempo le problematiche, che una tale convivenza possa generare. Ed e’ proprio questo moto di pensiero cio’ che ho particolarmente apprezzato nella lettura di “Io, robot”. Una serie di avvenimenti, quasi delle “fotografie evolutive”, che sono avanzamenti e passi indietro, dialoghi tra uomo e robot, avvicinamenti ed allontanamenti, in quello che e’ un percorso temporale sempre piu’ popolato ed indirizzato dalle macchine. Entita’ meccaniche assemblate per servire l’uomo e svolgere i compiti piu’ ingrati o pesanti che, con lo scorrere del tempo e dell’evoluzione robotica ma, soprattutto, per caratteristiche fisiche, capacita’ analitiche, freddezza calcolatrice e decisionale, diventano veri esseri superiori, una nuova elite, anello apicale di un’ipotetica “catena alimentare”.
Una lettura spensierata ma capace, nonostante cio’, di trascinare il lettore in analisi e ragionamenti legati al sempre piu’ quotidiano ed irrinunciabile binomio uomo-macchina ed a tutto cio’ che esso porta con se’.
...Continua“Tu sei il primo robot che si interroga sulla propria esistenza.”
https://frasiarzianti.wordpress.com/2020/09/21/io-robot-isaac-asimov/
http://capitolo23.com/2020/06/29/io-robot-di-isaac-asimov/
Quando sono diventato grande ho imparato che si trattava di una madeleine proustiana. Prima di arrivarci, ho passato qualche anno a domandarmi perchè ogni volta che riprendevo in mano questo libro (intendo proprio questa copia del libro…), mi salisse un retrogusto amaro tra le labbra, come quando sbagli succo di frutta e al posto di aspirare arancia dalla cannuccia arriva il pompelmo. Quel gusto lì.
Poi ho realizzato. Era il 1990, l’Italia aveva appena perso i Mondiali, il babbo era stato trasferito a Milano e io avevo lasciato amici e amori per dirigere le mie insicurezze adolescenziali verso il capoluogo lombardo. Dove ero cresciuto, sotto casa avevamo il campetto, teatro di infinite sfide calcistiche che iniziavano alle due e terminavano – con punteggio cestistico – al primo grido “E’ pronta la cena!”. A Milano, città che ora amo tantissimo, trovavo una cameretta ad un piano altissimo con una finestra che dava su un campo di tennis e sulla stazione di Bisceglie, in costruzione (curiosa la vita, adesso scendo lì ogni mattina).
Ero timido, e in quel contesto non ho trovato le stesse amicizie del campetto. Colpa mia, proprio non mi facevo trovare. In compenso chiudevo la porta, mi buttavo sul letto, e perdevo gran parte delle diottrie che ora mi mancano sui libri di Asimov: l’intero Ciclo della Fondazione fatto fuori in sei mesi, con i racconti del genio della fantascienza a contorno, per i momenti di stanca.
Di Io Robot e delle tre leggi della robotica mi innamorai subito, e ancora oggi resto affascinato dalla fantasia di un uomo capace di guardare un paio di secoli in avanti con voce gentile, trame leggere, buone come il pane, che poi scivolano all’improvviso verso i dilemmi etici, che guardano il nostro intero quotidiano. Magnifico.
Ma il mio Io Robot ha un retrogusto amaro che sa di solitudine, di un po’ di paura, di un senso di inadeguatezza, e ancora oggi faccio un bel po’ di fatica a leggerlo.
...ContinuaUna bellissima sorpresa, anche se annunciata. Non leggevo Asimov da almeno 20 anni e ai tempi non lo apprezzai come meritava. Ma adesso, vent'anno dopo, ragazzi...! Un capolavoro. Non sai se stai leggendo un romanzo o una raccolta di racconti, un trattato di Scienza o Filosofia sotto forna di narrativa fantascientifica o qualcos'altro ancora. Semplicemente stupefacente la capacità dell'autore, davvero all'altezza della propria fama, di trattare temi complessi rendendoli fruibili e accattivanti rivestendoli di fantascienza, robot, e viaggi stellari. Ma, ripeto, è solo la facciata, il fulcro è ben altro e fondamentalmente è una questione etica. Incredibile come, partendo dalle tre leggi della robotica, che sembrano perfette e inattaccabili, Asimov si diverta e ci diverta a trovarne tutti i lati nascosti e i possibili problemi che queste tre leggi potrebbero generare. Si comincia con un racconto decisamente leggero (ma non frivolo), per concludere con uno che è assolutamente sconvolgente per le implicazioni che si porta dietro (o che mette davanti). Grande, grandissimo Asimov. Dovrò rituffarmi a pesce nella saga della Fondazione o la trilogia dell'Impero prima o poi perché questi robot mi hanno convinto!
...Continua