Ho chiuso il libro proprio ora. Mi è piaciuto? Quante stelle? Non so, sono frastornata. I personaggi sono tanti e, siccome la narrazione “salta” da uno all'altro e da un periodo all'altro, secondo me, senza troppa chiarezza, ho faticato a seguire tutto. Mi sono anche persa e ho dovuto rileggere qualche parte. E' un fantasy? Non so. Ci sono brani molto crudeli e reali. Il mare è solo un simbolo che aiuta a far scegliere, a ognuna delle persone ospitate nella locanda sulla riva, la via definitiva che dovrà prendere la propria vita? Non so.
Posso dire che è scritto molto bene, è una scrittura “viva” che rende alla perfezione quello che descrive. Quasi quasi mi sentivo invisibile a fianco dei personaggi, immersa in quell'atmosfera irreale. Mi è venuto il sospetto che Baricco si sia impegnato molto per rendere particolare il modo di scrivere: iniziando alcuni paragrafi a metà della riga, scrivendo alcune parole tutte maiuscole, ripetendo lo stesso inizio di frase con l'aggiunta di un particolare in più per ben 10 volte come una cantilena, ma tutto ben orchestrato.
Ecco alcune recensioni “per capire meglio” :
"Usando il mare come metafora esistenziale, Baricco narra dei suoi surreali personaggi, spaziando in vari registri stilistici, con una scrittura suggestiva, immaginifica e musicale."
"Baricco inoltre passa da un personaggio all'altro con un suo filo logico, ma sconosciuto per il lettore, quindi il racconto risulta sconnesso e talvolta incomprensibile, non dalla parte del linguaggio, ma per le avventure dei protagonisti."
"Oceano mare è caratterizzato da un clima surreale e da personaggi estremamente particolari."
Un esercizio di stile fine a se stesso. Come ho letto in altre recensioni, Baricco o si ama o si odia e io evidentemente per gusti personali lo odio (da un punto squisitamente letterario, naturalmente).
Allora: Baricco o lo si ama o lo si detesta. Lo si ama per l’indubbia ampiezza delle sue conoscenze e dei suoi interessi, oltre che per la meritoria iniziativa della Scuola Holden; lo si detesta per la sua frequente autoreferenzialità e per il suo evidente narcisismo. Per quanto mi riguarda, dopo un’infatuazione giovanile, pur apprezzandone alcune cose, in linea di massima sono un pò infastidita quando ostenta troppo scopertamente la cassetta degli attrezzi dello scrittore: insomma quando gigioneggia e la ricerca estetica prende il sopravvento sulla ricerca di senso.
Detto questo, “Oceano mare” è un bel romanzo: un romanzo a tema (il mare come agente di trasformazione; l’incrociarsi dei destini di svariate anime perse in una locanda alla fine del mondo - il finis terrae, immagino qualche remota località settentrionale bagnata da qualche oceano - o all’inizio del mondo, d’altronde non si può dire dove il mare, e tutto sommato la vita, inizi e finisca, si può dire solo dove è il suo centro, che è lì dove si può guardare dritto negli occhi di qualcuno o qualcosa. Sto gigioneggiando anch’io…); un esperimento narrativo (un “Castello dei destini incrociati” che si prende più sul serio); un récit philosophique. O semplicemente una storia da raccontare.
E la storia è questa: alla locanda Allmayer alloggia un manipolo di sognatori, disperati, cercatori. Il pittore Plasson, che insegue un impossibile ritratto del mare; lo scienziato Bartleboom, alla ricerca del limite di tutto, e del mare in particolare, nonché della donna della vita; la bella e triste Ann Deverià, che ha troppo amato; la dolce Elisewin, che solo l’abbraccio del mare potrà salvare da quello della paura.
E poi c’è un uomo, Adams, che è a caccia: unico superstite di un incubo di mare e sangue, testimone, su una zattera della Medusa abbandonata nel cuore di un Oceano senza pietà, dell’abisso di oscurità che può ospitare un cuore umano. Condannato al proprio destino, agente dell’oceano come portatore di morte, ma anche come inaspettato datore di vita.
E poi l’ospite della settima stanza, il cui compito è raccontare il mare ...
E' davvero difficile rensire oceano mare separando il contenuto dalle emozioni. La trama è quasi eterea, tante storie, anche se interconnesse, ma tutto ciò diventa quasi irrilevante di fronte allo stile di scrittura di Baricco, che tesse una tela invisibile fatta di uno stile barocco in alcuni casi, senza punteggiatura in altri, ove però , con maestosa leggiadria, dipinge e disegna emozioni. Le emozioni dei personaggi, e le emozioni che scaturisce nel lettore. Ti prende e ti trascina, ti porta via, ti porta altrove. E' un viaggio, metaforico e metafisico, ma è un viaggio che è splendido intraprendere. E quando sbarchi ti sembrerà di aver conosciuto ogni singolo atomo, ogni singolo momento dei tuoi compagni..
...Continua