Alla fine mi è piaciuto, anche se all'inizio mi dava fastidio questo ragazzetto sfrontato, l'ennesimo ebreo errante e indisponente probabilmente già incontrato in altre storie, e non solo con Barney.
Mi è piaciuto ed ho fatto il tifo per lui, perché i sognatori fanno andare avanti il mondo e chi è senza peccato...
https://youtu.be/7iF26wKF-_M
Tra la moglie malata da varie settimane e la prospettiva di altri tre giorni di lezione prima del weekend, Mr MacPherson si sentiva insolitamente depresso.
http://www.incipitmania.com/incipit-per-autore/aut-r/richler-mordecai/lapprendistato-di-duddy-richler-mordecai-richler/
...ContinuaDico la verità, Duddy Kravitz non mi è stato simpatico, anzi. Un ragazzetto ebreo che vive a Montreal, Canada, completamente privo di senso morale, scorretto e arrivista. Ossessionato dalla frase pronunciata dal nonno quando Duddy era ancora un ragazzino - “un uomo senza terra non è nessuno” - riversa tutte le sue energie nella conquista della “sua” terra e per farlo trascura e offende amici, parenti e collaboratori. Alla fine Duddy perde tutto e non solo economicamente. Ovviamente Mordecai Richler non raggiunge i livelli del suo romanzo più famoso, ma questo libro scorre che è una meraviglia, ben scritto e niente affatto verboso.
...ContinuaDuddy è chiaramente Barney da piccolo, e su questo non si discute. Come tutti i bambini, alterna momenti di capricciosa testardaggine ad altri di imprevedibile genialità. In un romanzo che è spesso lento, quasi stagnante - una volta compreso il registro umano, morale e dialettico di Duddy non ce ne si discosta più - mancano i lampi di genio della pluricelebrata Versione di Barney. Non è però un limite, perché non sarebbe giusto decontestualizzare quest'opera, scritta da un Richter giovanissimo: al contrario, si potrebbe vibrare di ammirazione per un giovane ventottenne che aveva già deciso di confrontarsi con temi che si possono provare a digerire solo con l'età matura, posto che esista. Quanto è ampio il diritto al cinismo? Quanto è giusto, per chi è discriminato, discriminare a sua volta (memorabili le parole dello zio morente di Duddy nel corso del loro ultimo incontro a proposito dei goyim, dei gentili, dei non ebrei)? Quanto è scusabile la durezza d'animo in chi è stato allattato e cresciuto con quella stessa durezza, e vede quindi ogni giorno ed ogni atto della sua vita come una possibile rivincita? Esiste un diritto ad essere cattivi (e Duddy è spesso cattivo, ed è cattivissimo con il povero Virgil, un vero e proprio idiota dostoevskiano) se si è sofferto tanto? Domande importanti, con risposte solo abbozzate. Resta però il merito di averle poste, quelle domande.
...ContinuaLa feroce voglia di emergere che anima il giovane Dudley Kravitz attraversa il romanzo della sua ascesa dai banchi di scuola fino alla realizzazione del suo sogno come una scossa tellurica dal ritmo indiavolato che fa ballare tutto e tutti fino allo sfinimento.
E' questo il punto forte del romanzo di Mordechai Richler, l'incredibile energia di un racconto che si snocciola senza cedimenti per 350 pagine. Nonostante l'animo fondamentalmente buono, infatti, Duddy non esiterà davanti a niente pur di avanzare. Tutto è carne da macello ai suoi occhi, tutto è merce di scambio ed alla fine arriverà al traguardo ma dopo aver bruciato a fiammate tutti gli affetti che lo avevano circondato e sostenuto durante il tragitto.
Bellissimi i personaggi, tutti ben caratterizzati, e bella la ragnatela di interazioni tra di loro: rispetto al capolavoro "La versione di Barney" dello stesso Richler, manca un po' di anarchia e dello sregolato senso dell'umorismo ma resta un romanzone potente e gradevolissimo, ben ambientato in un Canada che non ha niente da invidiare alla New York del dopo guerra.
Curiosità: il fratello del protagonista si chiama Lennie Kravitz, curiosa coincidenza visto che il romanzo è stato pubblicato nel 1959.
...Continua