Come sempre, la Yoshimoto dipinge con pennellate leggere i suoi racconti fatti di stralci di vita di persone comuni. In questa raccolta, i protagonisti dei 5 racconti sono accomunati da un avvenimento improvviso che ha sconvolto le loro vite. I due racconti che ho preferito sono 'La casa dei fantasmi' e 'La luce che è dentro le persone'. Nel primo si ripercorre la vita di due studenti universitari, prima solo amici e poi, dopo una lunga separazione, giovani sposi. Nell'altro, è la protagonista che ricorda i momenti trascorsi col suo miglior amico da bambina, lasciandosi alle spalle i rimorsi che prova per la sua morte.
Lo stile della Yoshimoto è inconfondibile, così come il suo descrivere in maniera semplice, eppure così tangibile, i sentimenti dei suoi personaggi.
Sembra un pomeriggio estivo, quando tutti riposano e la nonna esige che ci si metta le pattine ai piedi, perché non è il tempo degli scalmanati e i rumori sono praticamente tutti molesti. Sono concessi i sussurri, le grida vietate. In questo Giappone ovattato mi sembra di vivere in una pellicola di Miyazaki, con ragazzine pulite, giovanotti educati, sorrisi appena accennati ma carichi di significato, aspirazioni minimali e vita quotidiana elevata a potenza. Per leggere le proprie sensazioni e capire i propri sentimenti si decrittano le venature delle foglie di gingko e si osserva attentamente il movimento degli stracci di vapore nel cielo, sopra una ciotola di miso. Un frullo di vento improvviso fa roteare nell’aria i petali rosa di un ciliegio. E’ un fragore nel cuore. Poi, silenzio: riflettiamo e guardiamo che ne è della nostra vita, alleggeriti dal dubbio se questo sia il migliore dei mondi possibili.
...ContinuaCinque racconti tristi di cinque donne molto passive non soltanto per cultura, ma soprattutto per carattere. Cinque donne che si sentono inadeguate e che credono di meritare tutto quello che capita loro.
La casa dei fantasmi parla di una ragazza che ha una relazione con un ragazzo in cui fa sesso occasionale. Lui la usa e glielo dice senza pudore, anche perché vuole andare in Francia per specializzarsi come pasticciere. In realtà questo racconto ha un finale più "felice" degli altri, e la ragazza attribuisce questo al legame con la coppia di fantasmi che abitavano nella casa del ragazzo.
Mammaa! è la storia di una ragazza che subisce per caso un avvelenamento e viene salvata per miracolo, riportando gravi conseguenze al fegato. Questo la cambia molto psicologicamente, perché all'improvviso diventa aggressiva, per poi tornare a essere la fanciulla remissiva che è sempre stata. È quasi come se il veleno le abbia dato quel pizzico di coraggio che le serve per ribellarsi, forse anche per scoprire che ne è stato della madre, da cui è stata separata piccolissima, dopo la morte della madre e forse - perché la ragazza non ricorda - per maltrattamenti, venendo affidata a una coppia di superiori del padre. Poi, all'improvviso, la ragazza si riprende e tutto torna "normale".
La luce che c'è dentro le persone è la storia di una ragazza molto solitaria, la figlia di un libraio, che da piccola stringe amicizia con il figlio coetaneo dei vicini, che in realtà è frutto di una relazione del padre con un'altra donna. I due bambini stanno molto bene insieme, ma a un certo punto la tragedia bussa alla porta - una tragedia dovuta sempre all'egoismo degli uomini, non in senso generale, ma proprio del sesso maschile - e la protagonista rimane solo col ricordo del suo amico.
La felicità di Tomo-Chan è probabilmente la storia più triste. Forse per questo l'autrice preferisce scriverla in terza persona e non farla raccontare da lei, che è la più passiva delle ragazze e che viene violentata da un suo amico d'infanzia senza reagire. Anche sua madre ha dovuto subire il tradimento del padre e poi è morta. Ma Tomo-Chan non è infelice perché si sente abbracciata da qualcosa. Dallo splendore di quella notte di velluto, dalla sensazione del vento che soffiava
dolcemente, dallo scintillio delle stelle, dalle voci degli insetti, da cose come queste.
Ricordi di un vicolo cieco, il racconto che dà il titolo al libro, è quello che Yoshimoto definisce più vicino a lei. La protagonista, Mimi, viene abbandonata dal fidanzato senza che questi abbia il coraggio di dirglielo. Dopo non aver ricevuto per mesi sue notizie, malgrado i continui messaggi e mail, la ragazza va nella città in cui è stato trasferito dalla sua ditta e scopre che lui ha un'altra con cui ha intenzione di sposarsi, una donna con un carattere ben diverso da Mimi.
Mimi non sa più cosa fare, crede di non avere più uno scopo nella vita, e resta in quella città, dove lo zio ha un locale. Qui si confida con Nishiyama, un giovane che lavora per suo zio, con cui passa dei tranquilli pomeriggi al parco e a cui rivela di aver prestato al suo ex un milione di yen per acquistare la macchina e per comprare dei mobili, visto che erano fidanzati e si dovevano sposare.
Mimi non lo ha detto a nessuno, e non avrebbe voluto dirlo neanche a Nishiyama; eppure questa sua reazione, questo essere meno passiva nei confronti della vita la aiuterà a riprendersi. L'amico, infatti, va a parlare con il suo ex e cerca di farsi restituire i soldi, riuscendo poi a ottenere la macchina, con cui Mimi comincia a fare progetti di viaggi.
Si questa volta la Yoshimoto mi ha convinta.. Mi ero ripromessa che sarebbe stata l'ultima possibilità che mi davo di leggere un suo libro e questo mi ha catturata.
Cinque storie/racconti scritti in modo intimo e delicato, in grado di descrivere emozioni e stati d'animo rendendoli così familiari e condivisibili.
Si tratta di un insieme di 5 racconti il cui filo conduttore è la presa di coscienza. Tutti i protagonisti nascondono al loro interno, celato a loro stessi, un nucleo fatto di dolore e delusioni e solo quando si presenteranno eventi improvvisi, saranno posti di fronte all'accettazione della propria condizione e alla necessità di tornare a galla arricchiti della propria unicità.
...Continua