Difficile recensire questo libro. Tutta la prima parte estremamente politica che riflette le rivoluzioni tra gli anni Sessanta e Settanta forse poteva essere un po' mitigata; l'insoddisfazione che caratterizza il personaggio di Guido diventa snervante molto velocemente, seguita a ruota dalla reticenza di Mario e dalla sua continua competizione con il suo amico. Per quanto i personaggi siano ben caratterizzati dal punto di vista antropologico, è difficile empatizzare con loro. Il libro scorre molto lento, tranne che nella parte di viaggio in Grecia, con un continuo riavvolgere il nastro e riproporre le stesse situazioni, leggermente mutate e cresciute con i protagonisti. Romanzo di formazione? Forse per la generazione precedente alla mia. Romanzo interessante? Forse per chi in città si sente soffocare e preferirebbe vivere in campagna. Romanzo da lasciare sullo scaffale a prendere polvere? Sì, per quel che mi riguarda.
...ContinuaLibro agile, scritto da manuale, con una trama che oggi suona vecchia dopo 30 anni dalla sua pubblicazione. Comunque la storia scorre via tra personaggi stereotipati ed eventi che oggi non impressionano più. Se spesso si parla di cult al suo riguardo, lo si fa senza ragione a meno che non si ammetta che i giovani siano frettolosi nella scelta pur di avere un riferimento culturale. Ma potrebbe esserlo stato per una generazione durata pochi mesi. Questo libro non può essere stato un riferimento culturale di chicchessia ma un semplice racconto di una vita tra le tante, forse appena più sfortunata. Leggetelo, divertitevi forse , ma non fatevi illusioni di trovarvi significati utili per questi anni venti. E che nessuno parli di letteratura se non con una lettera minuscola. Buon libro, ma oggi desueto nei suoi obiettivi.
...ContinuaNon saprei dire se De Carlo è un virtuoso della scrittura, se scrive bene o scrive male. Posso dire che mi piace il suo stile. Molto.
Due di due è la storia di un'amicizia tra due ragazzi, o meglio, a me così pare, la storia di Mario che vive in funzione, all'ombra, a disposizione di Guido che è la luce, il leader, con la sua irrequietezza, il suo talento, il suo sex-appeal.
Il libro parte bene, ci sono questi due ragazzi profondamente idealisti ed insofferenti al mondo che li circonda ed in particolare all'opprimente e grigia Milano, le lotte studentesche, la politica. Ben presto però subentra la disillusione e la vana ricerca della propria strada.
Il racconto da avvincente si fa lento, quasi noioso.
Dopo alcune peripezie Mario troverà la propria strada come agricoltore primitivo nella campagna umbra, Guido invece sarà l'eterno insoddisfatto, perennemente alla ricerca di sé stesso, si allontanerà e si riavvicinerà all'amico a proprio piacimento.
Letto ad agosto sotto l'ombrellone, si è rivelato un libro scritto bene ma senza pretese ed alcuni passaggi di dubbia credibilità: Mario sceglie la vita da eremita lontano dalle comodità e dalla modernità. Poi un bel giorno si reca presso una libreria, odorante come una capra e con barba alla Robinson Crusoe, si innamora a prima vista di una ragazza, le propone la vita in comune da eremiti e lei ovviamente accetta subito, senza tentennamenti. Gubbio viene descritta come se fosse Novosibirsk con neve per sei mesi l'anno. Guido, nel suo girovagare, si tiene in contatto con Mario mediante posta che all'epoca (anni 70/80) era tutto tranne che elettronica e una lettera spedita dall'Australia impiegava diversi giorni per arrivare a destinazione, se non settimane o addirittura mesi. Invece Mario e famiglia allargata sembrano seguire in diretta le vicende di Guido come in un Grande Fratello ante litteram.
Gli albori di una coscienza biologica in agricoltura rappresentano invece una piacevole sorpresa
E' difficile per me, ad oggi, scrivere una recensione di questo libro, poiché avendone terminata la lettura due settimana fa, mi ritrovo ad avere i ricordi delle sensazioni un po' annebbiati :-D...una cosa però è certa; lo stile di De Carlo, quel suo modo di descrivere tutto: ambienti, sentimenti, personaggi, ti coinvolge talmente tanto che, anche se a volte un libro può sembrare poco "credibile", con lui lo si legge d'un fiato.......
si, perchè in questo romanzo, di parti poco credibili ce ne sono veramente tante, ma io ho comunque apprezzato il testo, ho imparato anche che effettivamente a volte bisognebbe fermarsi e pensare che è vero che viviamo in in epoca consumistica e che spesso perdiamo di vista il vero senso della vita, ma è pur vero che il progresso, se ben gestito, è una fonte di risorse indispensabili........
Il personaggio che ho detestato è Guido, solo capace a "parlare" e lamentarsi di tutto e di tutti, poco costruttivo, concretezza inesistente, uomo inconcludente, un fallito.... per capirci!!
Allora... Prima esperienza con De Carlo.. libro acquistato per caso, come libro ombrellone (sono appena stato al mare e mi sembrava un testo appropriato),, Ebbene l'ho letto in tre giorni (470 pag.). Vuol dire due cose. Ch'e' effettivamente un libro da ombrellone e... mi è piaciuto moltissimo. Ora non so s'e' stato per un meccanismo di identificazione con Guido Laremi (nella mia vita da studente) ed anche un po' con Mario ma.... l'ho trovato entusiasmante nei concetti che con coraggio vengono fuori, magari adolescenziali, magari demagogici ma....sicuramente adatti ad un sognatore senza eta' come me. Insomma se avete una certa sensibilità per i temi, se avete magari cavalcato gli stessi sogni e nel cuore ancora pulsano seppur nascosti dagli effetti della "pillola blu matrixiana" e non avete voglia di libri-mattoni...E' il vs libro...
...Continua