Lettura scorrevole e piacevole, nonostante i temi affrontati siano molto impegnativi.
Mi sono "innamorata" di questo libro dopo aver letto la metafora che usa il dottor Igor per spiegare alla protagonista la realtà vista dal punto di vista di un "matto":
"Che cos'è la realtà? "
"Ciò che la maggioranza ha ritenuto che dovrebbe essere. Non necessariamente la situazione migliore, né la più logica, ma quella che si è adattata al desiderio collettivo. vedi che cos'ho intorno al collo?"
"una cravatta."
"Giusto. La tua risposta è logica, coerente per una persona assolutamente normale: una cravatta! Un matto, però, direbbe che porto intorno al collo un pezzo di stoffa colorata, ridicolo, inutile, annodato in maniera complicata, che rende difficile i movimenti della testa e richiede uno sforzo maggiore per far entrare l'aria nei polmoni. [...] Se un matto mi domandasse a che cosa serve una cravatta, dovrei rispondere: 'assolutamente a niente'. Non può dirsi utile neanche per abbellirsi, perché oggigiorno è divenuta simbolo della schiavitù, del potere, del distacco. La sua unica utilità si manifesta al ritorno a casa, quando una persona può togliersela, provando la sensazione di essersi liberata da qualcosa che non sa neanche che cosa sia."
Fino ad ora è quello che mi è piaciuto di più rispetto agli altri, anche se "piacere" è una parola grossa. con Coelho non ho un buon rapporto, dopo 3 libri letti avevo deciso che non era il caso di dargli altre possibilità, ma ho voluto riprovare con questo, dato che le tematiche trattate mi stanno molto a cuore. Niente da dire sulla storia, credo non si possa giudicare una vicenda del genere, ma il modo in cui è stata raccontata non mi è piaciuto. Non so se per lo stile di scrittura (che ripeto, non mi è mai piaciuto e che ho sempre reputato noioso, monotono e poco incalzante anche negli altri suoi romanzi) o per l'inserimento di altre tematiche completamente staccate dal tema principale ma inserite lo stesso cercando di creare una sorta di continuità nel romanzo (esempio, il sesso. In tutti i suoi libri ci deve essere sempre il sesso di mdzzo). Interessante il concetto di "reinserimento" nella società dopo essere usciti da un'ospedale psichiatrico e ciò che ne consegue: la paura di non riuscire a integrarsi in una società in continua evoluzione e quindi i pazienti preferiscono continuare ad essere "matti" piuttosto che affrontare il mondo al di fuori... Mi ha ricordato un po' "Enrico Iv" di Pirandello.
Finale carino ma prevedibile.
E' un libro che si legge bene. Parla di una ragazza, Veronika, che tenta il suicidio e si risveglia in un manicomio. Qui scopre che il suo cuore è rimasto danneggiato e che questo la porterà a morire inevitabilmente. Consapevole di non avere più molto tempo, Veronika decide di vivere i suoi ultimi giorni lasciando andare tutte quelle restrizioni che si era data per una vita intera. Così affiorano in lei nuove passioni e insieme a queste una nuova voglia di vivere.
...ContinuaLo so che è un giudizio molto contro corrente, ma non sono riuscita ad apprezzare nemmeno un libro di questo autore. Lo trovo di una banalità e di un sentimentalismo fastidiosi. È la fiera dei buoni sentimenti, dell'amore già visto e ritrito, delle solite cose già sentite e stilisticamente non dice molto. Tutto quello che ho letto di Coelho era a dir poco scontato e annacquato, immediato, già sentito, detto con la profondità che può avere un biglietto dei baci Perugina.
...ContinuaUn bellissimo libro, interessante e su cui si può riflettere molto. Ho letto vari libri di questo autore e "Veronika decide di morire" è un altro suo grande libro. Veloce e scorrevole. Ho apprezzato particolarmente la fine.