"Ecco le solite allucinazioni da tossici che scivolano verso un intreccio poliziesco, ne conosciamo a centinaia" ho cominciato così. Ma verso la metà del libro mi si è invece palesata la forza e la sostanza di un impianto filosofico che non può lasciare indifferenti, costruito attraverso immagini tinte di situazioni ed elementi fantascientifici e, in certi casi, preveggenti. Una sorpresa, davvero non mi aspettavo tanto.
...ContinuaPhilip K. Dick è stato uno dei più famosi e geniali scrittori di fantascienza, ma nella sua estesa produzione letteraria non ha scritto soltanto fantascienza. In questo “Un oscuro scrutare” (A Scanner Darkly) la fantascienza c’entra poco, il romanzo è ambientato in un futuro prossimo il 1994, Dick lo ha scritto nel ’77, ed a parte qualche marchingegno un po’ più avanzato, è sostanzialmente un racconto distopico della Los Angeles degli anni ’70.
“A Scanner Darkly” è considerato il più significativo romanzo sulla tossicodipendenza del secolo scorso, che Dick conosceva bene, i suoi personaggi sono modellati sulle personalità di suoi amici realmente esistiti, morti o menomati permanentemente dall’abuso di sostanze stupefacenti, dei quali, nella dedica della nota finale al libro, elenca i nomi ed accanto ad ogni nome specifica il danno(sovente la morte) arrecatogli dalle droghe, includendo anche sé stesso.
L’oscuro scrutare del titolo è sia quello che orwellianamente, nel distopico futuro della narrazione, uno Stato di polizia opera sugli ignari consumatori della nuova droga del momento, denominata la sostanza “M” (Morte), sia quello che il protagonista compie dentro di sé, nelle sue profondità attraverso le allucinazioni e i deliri procuratisi con gli stupefacenti e di conseguenza quello di Dick che afferma “Io sono il romanzo”.
L’autore confeziona un romanzo crudo, ruvido, disturbante, a tratti confusionario come la mente offuscata dei suoi personaggi, con un finale a sorpresa ed alquanto amaro. Quest’opera è indubbiamente un manifesto contro la tossicodipendenza, mentre verso i tossicodipendenti, Dick, che in quel periodo attraversava la sua fase mistica, prova un senso di “pietas”, non li condanna, né li assolve, ed afferma: “Se queste persone hanno commesso un ‘peccato’, è stato quello di voler continuare a divertirsi per sempre, e sono state punite per questo; ma come ho già detto, se si tratta per davvero di una punizione, sento che è stata eccessiva.”
Da questo libro nel 2006 è stato tratto anche il film “A Scanner Darkly - Un oscuro scrutare” di Richard Linklater, con protagonisti Keanu Reeves, Winona Ryder e Robert Downey Jr. La pellicola alterna la recitazione degli attori in carne ed ossa a scene di animazione, allo scopo di creare nello spettatore lo stato confusionale indotto dagli stupefacenti.
...ContinuaDeluse le mie alte aspettative su libro e autore. Amo i racconti distopici ma e' stata una liberazione aver finito questo libro. Siamo lontani da Orwell. Tanta confusione, parole e oggetti inventati che rendono ancor piu' difficile la comprensione. Anche l' essenza stessa della trama e' troppo pressapochista per riuscire a far presa sul lettore. Personalmente , bocciatura per Dick.
...Continua“Che cosa vede uno scanner? Dentro la testa, dentro il cuore? Vede fin dentro di me? Dentro di noi? In modo chiaro od oscuro? Io spero possa vedere con chiarezza, perché io non riesco a vedermi dentro, ormai. Vedo solo tenebre. Tenebre tutt'intorno; tenebre dentro.”
...Continua1994: una nuova droga serpeggia per le strade, la sostanza M. Un agente della narcotici cerca di stanare i produttori e prendere qualche spacciatore con le mani nel sacco. Per farlo dovrà mettersi...
Un oscuro scrutare è un libro davvero strano, nel senso, un romanzo che può disorientare, soprattutto nelle prime decine di pagine. Così successe a me, anni addietro, lo iniziai con i migliori auspici, ma neanche a 100 pagine lo abbandonai, anzi direi che lo accantonai per tempi migliori, sperando che il futuro si rivelasse più foriero di impressioni su di esso. Così feci ed ora che l'ho ripreso e letto, posso dire con certezza che questo libro è tra i migliori scritti da PKD.
Perchè? Prima di tutto, la scrittura, così intensa, mi ha ricordato Valis, infatti parliamo del Dick degli ultimi anni, Un oscuro scrutare è datato 1977, Valis 1981. In quest'ultimo periodo, della bibliografia dell'autore, troviamo un argomentare più mistico, spiritualeggiante e dove gli spunti di riflessione sono più interiori che esteriori. Dove in romanzi o racconti della prima fase, rileviamo una ricerca di riflessioni sull'ambiente naturale e sull'ordinamento sociale in atto, nella seconda fase leggiamo di sconvolgimenti dell'apparato mentale e psichico che stravolgono la realtà delle cose, oppure no? Dilemma dickiano per eccellenza!
Insomma nella prima parte di Un oscuro scrutare mi son ritrovato a pensare ad un altro libro: "Le porte della percezione" di Aldous Huxley e mi prefiguravo in mente e soprattutto davanti agli occhi i frattali, miriade di frattali che mi vagavano davanti agli occhi.
https://www.youtube.com/watch?v=NQJyyJdjJAw
La seconda parte è qualcosa di straordinario, riflessioni a gogo, grande Dick, mi hai davvero sbalordito, ancora più che altre volte!
Che cosa vede una telecamera? si chiese. Voglio dire, che cosa vede davvero? E fin dove? Anche dentro la testa? Anche giù dentro il cuore? Può una passiva telecamera a luci infrarosse, come quelle in uso un tempo, o un'olocamera tridimensionale, del tipo che si usa oggi, l'ultimo tipo, può vedere fin dentro di me, fin dentro di noi, in modo chiaro? O in modo confuso, oscuro? Io spero possa, vedere con chiarezza, perchè io non riesco a vedermi dentro oramai. Io sono solo tenebre. Tenebre tutt'intorno; tenebre dentro. Spero, per il bene di ciascuno, che le olocamere facciano meglio. Perchè, se all'olocamera è dato solo un oscuro vedere, nel modo in cui a me è dato, allora nostra è la maledizione, e ancora siamo maledetti, come lo siamo sempre stati, e così saremo tutti spinti verso la morte, conoscendo poco o nulla, e quel poco, e quel nulla, conoscendolo male."
Io, Atlante infelice, tutto un mondo,
il mondo intero del dolore io reggo,
quel che non è sopportabile lo porto
e il cuore mi si vuole rompere nel petto.