Indubbiamente una prova di grande capacità letteraria di un meritatissimo premio Nobel. Un libro che si legge con passione nonostante un linguaggio non sempre semplice da seguire per una scelta grammaticale davvero peculiare.
Mi ero incuriosito alla lettura anche per alcuni giudizi che sottolineavano la potenza convincente dell'ateismo militante di Saramago ma, da credente cattolico, sinceramente questo aspetto mi lascia solo divertito: della possibile vicenda storica di Gesù di Nazareth l'autore si prende un limitato numero di libertà che semplicemente mirano a stravolgere il senso del messaggio cristologico, Il Dio presentato da Saramago si inserisce in un filone di idea piuttosto antropocentrica del divino che Neil Gaiman saprà rendere in modo assai divertente nel suo American Gods scritto un quinquennio dopo di questo intenso romanzo di Saramago, che però del divino rende davvero una ben meschina figura (il cui apice di meschinità si ha nella scena in cui Lucifero - davvero un personaggio simpatico in questo libro - propone a Dio di perdonarlo per la sua insubordinazione e di riaccettarlo nella sua schiera di angeli quand'anche retrocesso in una ipotetica e antropocentrica classifica di benevolenza divina). E in generale tutto il soprannaturale è presentato in un quadretto da filmetto italiano di serie B, con gli angeli che si presentano in coppia e mentre uno distrae Maria con i suoi annunci pseudodivini, l'altro si intrufola nei sogni e nelle parti intime della figlia maggiore per goderne le carni. Ma tutto questo quadretto meschino non toglie interesse per un esercizio narrativo di grande fascino. Un libro del quale sicuramente consigliare la lettura.
Tranquilli è semplicemente un romanzo. È scritto meravigliosamente (… Saramago ha avuto il Nobel per la letteratura nel 1998) ed ha un occhio molto attento, ma forse troppo cinico, verso le sventure degli uomini.
Verità storica, zero.
Aderenza biblica … andiamo sui numeri negativi.
L'autore, a modo suo, risponde a tutte quelle domande strane che, secondo me, almeno una volta ci siamo fatti tutti: ma perché Gesù dice “donna” alla madre alle nozze di Cana? E perché si parla di fratelli di Gesù? Come può Dio gradire i sacrifici degli animali? Ma Giuseppe che fine fa? Ma Dio che è Dio e pure onnipotente, perché non ci ha fatti tutti buoni e andava bene così? ecc.ecc.ecc.
Consigliato? Solo se conosci bene bene il Vangelo (altrimenti mi fai confusione) oppure se non sei per niente cristiano. Ad ogni modo impegnativo, parecchio.
...ContinuaI libri di Saramago ti appaiono come un muro da scalare: pagine piene di parole senza nessuno spazio bianco perché lo scrittore odia i punti, i punti e virgola, probabilmente ogni segno di punteggiatura e più di tutto le virgolette o tutto quello che tende a sottolineare un dialogo, sebbene i dialoghi spesso abbondino nelle sue pagine. Ho sempre sospettato che abbia adottato quest'escamotage per mascherare la propria ignoranza in materia (ha fatto solo studi commerciali di base) e non tanto, ma forse anche, per fare"lo strano" come andava di moda fra gli scrittori del novecento. Ne risulta una difficoltà di lettura non proprio insormontabile ma fastidiosa che lo slancio del lettore nell'inseguire i voli pindarici di uno scrittore pieno di fantasia tende a trascurare così che la lettura rimane quasi sempre possibile e piacevole.
In questo caso meno del solito: l'affascinante storia di base è nota e le varianti di ogni tipo la hanno resa inflazionata; da Saramago uno si aspetta profondità oltre che fantasia e io mi sono sentita delusa da entrambi i lati. Avrei sopportato parecchio pur essendo credente (sia pure a modo mio) ed essendo Saramago ateo proclamato, ma non ho avuto nessun motivo di esercitare la mia disposizione, niente di strano, niente di rivoluzionario, niente del tutto? Quasi: poche pagine non dico speculative ma che appena invogliano alla riflessione ci sono verso la fine. Il resto mi è sembrato banale: la confusione fra angeli e demoni è una parafrasi di quello che si può trovare anche nella Bibbia, mentre altre parafrasi, ad esempio quella della parabola del buon pastore, sembrano più derivare da una cattiva comprensione del testo evangelico piuttosto che dalla fantasia dell'autore. Inoltre la parte storica è risibile e mal documentata e la parte ironica troppo permeata di amarezza non fa né ridere né piangere. Insomma una delusione data l'intelligenza dell'autore, altre volte ammirata, ed ho avuto bisogno della presenza di una sfida letteraria per arrivare in fondo con una certa scioltezza. Non è un libro che vi consiglio. Per l'argomento meglio, molto meglio Sete della Nothomb: incredibile ma vero, provare per credere.
LO STILE: Saramago porta su carta una rappresentazione di vita, non importa se sia reale o immaginaria. I suoi pensieri sono complessi nell'articolazione, così come lo sono quando la mente li genera. Nessun filtro capace di imbrigliarli nelle regole dello scrivere. Si entra nella sua mente, non si leggono solo parole in sequenza. IL LIBRO: come il racconto della vita di Gesù Cristo, universalmente nota, da quanti credano in lui, in altri o in nessuno, possa, privilegiando la prospettiva del sentire, sorprendere, sconvolgere e diventare nuova. Un uomo, figlio di Dio, che volendo disobbedirgli, cade nel suo massimo inganno. Un uomo, l'unico ad obbedire al volere del figlio di Dio, che diventa IL traditore. Una donna, compagna e madre, che lo rende uomo e che lui rende sua pari. Pastore di greggi più pietoso del pastore di anime. UN CAPOLAVORO ASSOLUTO
...ContinuaNon so in quanti avrebbero azzardato a scrivere un libro del genere, Saramago in questo ha osato tanto, con il risultato di dare vita a un romanzo davvero incredibile, che ti entra dentro e ci rimane.
L'immagine di Dio, abile burattinaio del destino degli uomini, che si compiace e si gratifica dell'operato delle sue creature, alla pari di un qualsiasi dio greco, è fortissima. Quella di Gesù, umano come non mai, è delicata, al punto da immedesimarsi e provare ogni suo tormento/sentimento (bellissimo il rapporto con Maria di Magdala, davvero poetico). La scrittura di Saramago poi, questa volta molto biblica, ti cattura completamente.
Non è un testo facile, richiede concentrazione e dedizione, ma a mio parere ne vale la pena. Mi sento di consigliarlo a tutti, credenti e non, perchè apre la mente. Offre spunti di riflessione interessanti, dal potere di Dio, metafora di un qualsiasi potere terreno (e che per un momento anche lui stesso teme), alle situazioni a cui assistiamo e viviamo tutti i giorni, inclusa questa attuale. Da custodire gelosamente.