Forse è il libro di Simenon più cupo e introspettivo che abbia letto.
Il personaggio di Kess Popinga ti trascina in un vortice abissale, un processo autodistruttivo scatenato dal crollo delle certezze che si era costruito e di cui si era circondato. Certezze illusorie che alla prima difficoltà mandano fuori di testa il protagonista, che si da ad una fuga senza alcuna speranza se non quella di finire in uno stato di totale disillusione e nevrastenia paranoica.
Mai banale nel racconto, con uno studio del protagonista da vero fuoriclasse qual'é!
Scrittore noto a molti, vero? Ma quanti effettivamente hanno mai preso in mano un suo titolo? Molti, ma non proprio tutti. Conosco di fama Maigret e il suo #46quai_des_orfevres, ma lo conosco (o meglio, lo ricordo) grazie ai telefilm con Gino Cervi.
Ma qui Maigret non c'entra nulla.
Non so quanto gli estimatori di Simenon conoscano “L'uomo”, ma per me è stata una specie di rivelazione. Pur trattandosi di una traduzione, ho trovato lo stile assai scorrevole ed intrigante. Ma poi, nella struttura della trama sono emersi aspetti ancora più interessanti.
Non so quanto fosse nell'intento dell'autore, ma l'insieme delle vicende narrate offre di sicuro un tributo all'opera di Pirandello, con ampi richiami a “Il fu Mattia Pascal” ed “Enrico IV”.
Consapevole di vivere una vita assai routinaria, il protagonista (Kees Popinga, un anonimo impiegato olandese) cambia completamente rotta conoscendo in breve tempo diverse sfaccettature di 'lati oscuri' della vita. Assapora un gusto e una libertà che però hanno un prezzo molto alto da pagare, la solitudine e la non-convivalità.
Questo nuovo 'gioco' affascina il nostro eroe al punto da essere quotidianamente stimolato in sfide contro la legge (perché anche se non c'è Maigret, c'è comunque il Quai des Orfevres), l'opinione pubblica e in qualche modo la propria identità.
Mi sto facendo molta 'violenza' per non spiegare perché poco sopra ho accennato all' “Enrico IV”: se lo facessi farei troppo spoiler e rovinerei la lettura ai potenziali interessati.
In ogni caso, pubblicamente o privatamente, mi piacerebbe confrontarmi con esperti di Simenon per condividere o costruire meglio la mia opinione su questo titolo.
Vale lo stesso per chi non avesse mai letto nulla dell'autore francese.
Io comunque lo consiglio.
Venduto
Vecchia edizione Fabbri (Marzo 2019)
Simenon ci accompagna nella mente umana come pochi altri. Il crimine in questo caso nasce dal caso, da un evento che innesca un cambio irreversibile nella mente e nell'atteggiamento di un uomo. Kees Popinga dimentica tutto ciò che è stato per seguire quella che immagina essere la sua vera natura, si concede al suo lato oscuro senza freni, felice ed appagato. Continua a ripetere che solo lui può davvero conoscersi e attraverso le sue parole noi lettori siamo chiamati a testimoniare il suo lucido delirio. A volte basta un niente per scivolare, per trasformare una persona nella versione peggiore di se stessa. Simenon ci mette così davanti ad uno specchio e finiamo per chiederci se anche noi potremmo spingerci tanto in là, tolte le briglia del vivere civile e morale.
...Continua