l'ho iniziato da poco ma devo dire che l'autore riesce a tenerti attaccato alle pagine, un ottimo saggio.
La cosa più interessante è la rivisitazione storica di Colombo e dei suoi viaggi nel continente americano.
libro - per ora - molto affascinante
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Ribadisco un gran bel libro, informazioni che non trovi nei libri di scuola.
Molto affascinante
E' una buona opera divulgativa adatta a chi cerca una lettura agevole non impegnativa per capire gli effetti globali della scoperta dell'America.
Da un punto di vista strettamente storico il libro di Mann non è altro che una riproposizione dettagliata e ampliata dei temi già brillantemente proposti da Alfred W. Cosby ne Lo scambio colombiano con in più un tentativo, parzialmente riuscito a mio modo di vedere, di riproporre le tesi fondamentali di Cosby in un'ottica di globalizzazione.
Manca però a Mann la capacità dello storico professionista di leggere i fenomeni siano essi puntuali o trasversali in modo più strutturato.
Il libro può essere uno stimolo, un invito ad approfondire ma non riesce a uscire da una dimensione tra il cronachistico e il giornalistico.
Peccato perchè l'idea di fondo è valida, ma ci sarebbe voluto un fisico culturale un po' più robusto.
Libro di storia molto interessante; induce serie riflessioni anche su quello che accade oggigiorno.
uno dei più bei saggi letto negli ultimi anni, frutto di un lavoro accuratissimo e di lunghi viaggi in giro per il mondo, 1493 è anche un reportage sui frutti (mi si passi il gioco di parole) dello Scambio Colombiano, sulle sue origini e su quello che comporta oggi che ciascuno di noi può assistervi semplicemente guardando il proprio giardino o la propria tavola...
...ContinuaUna sovrabbondante ricognizione dello "scambio colombiano" a livello globale, non solo Europa-America. Nuoce al libro l'eccessiva lunghezza, la ridondanza di particolari a volte irrilevanti (era proprio necessaria la descrizione dei conflitti fra baschi e spagnoli non baschi nella città mineraria di Potosì?). Una prima impressione molto positiva si è via via stemperata, anche se delle 650 pagine oltre 150 sono occupate da note e bibliografia. A volte penso che il digitale nuoccia alla sintesi: non si ha paura di scrivere troppo, perché non c'è il costo della carta. Di buono c'è proprio l'ottica globale: lo scambio non è solo fra "vecchio" e "nuovo" continente, ma entra subito in gioco l'Asia (cioè la Cina, sia pure passando per le Filippine), che era la vera destinazione di Colombo, per fare la Via della Seta attraverso una rotta marittima secondo lui molto breve. Ed entra in gioco l'Africa, come fornitrice di manodopera schiavile resistente alla malaria, che falcidiava i coloni europei (a leggere le cifre della mortalità degli Europei nelle colonie e sulla esiguità dei ricavi economici, quasi non si capisce perché non abbiano subito desistito).
...Continua