Troppo troppo nero per i miei gusti. Tre stelle perché non posso negare che siano interessanti lo schema di scrittura, la ripetitività angosciante, i flussi onirici...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/19/1980-di-david-peace-il-terzo-allucinante-atto-sui-delitti-dello-yorkshire/2138911/
Assomiglia molto a Ellroy, di cui è tuttavia un epigono (trilogia sullo squartatore, della quale 1980 è l'ultimo episodio, pubblicato nel 2001) e potrà essere apprezzato da chi ama l'autore di Dalia Nera.
Rispetto a Elroy, la struttura narrativa è più semplice e anche le azioni dei personaggi appaiono più facilmente comprensibili. Tuttavia Peace ha meno forza, meno drammaticità. Più teatrale che cinematografico. Comunque un buon autore.
Non ho apprezzato gli "intermezzi" ispirati a Dante, che hanno solo un effetto interruttivo del ritmo, non apportando significativa qualità alla scrittura (pur apprezzabile) di questo autore.
Bisogna davvero essere dei maestri se di un libro giallo la scoperta dell'assassino è forse la parte meno interessante e sviluppata.
Peace torna dalle parti di Leeds per riprendere in mano trama e personaggi della catena irrisolta di delitti del precedente 1977.
Tra le pagine regala un destino a quei personaggi la cui fine era rimasta indefinita, ma soprattutto ci regala la discesa agli inferi di un poliziotto chiamato a valutare l'operato dei colleghi. Hunter si muove in un contesto in cui corruzione, meschinità e doppio gioco sono solo alcuni tra gli ingredienti di una ricetta per nulla edificante.
Seppur più lineare di altre prove dell'autore, il ritmo è sempre sincopato e cupo e soprattutto non offre alcuna via di uscita. Eppure non si riesce proprio a staccarsi da queste pagine...
Quasi illeggibili, ma eccezionali, i flussi di coscienza in cui scorrono senza soluzione di continuità pensieri di vittime, serial killer e dispacci delle forze dell'ordine. Separano un capitolo dall'altro, ma anziché far riprender fiato, spingono ancor più in apnea...
...ContinuaLa storia va avanti. In questo capitolo della saga Peace inizia a districare la matassa creatasi dopo 1974 e 1977.
Che allo scrittore della trama in se importi proprio poco lo si capisce dal modo in cui ci presenta i pensieri dello Squartatore: sicuramente è molto più interessato allo stile - indefinito e indefinibile - con cui riesce a mettere il lettore dentro la mente di un serial killer. Sono sempre più dell'idea che Peace abbia usato la storia dello Squartatore dello Yorkshire per regalarsi (e regalarci) un biglietto di sola andata per un viaggio nei meandri della realtà umana: "un grande mondo nero e schifoso pieno di milioni di inferni neri e schifosi entrati in collisione".
Il protagonista di questo terzo episodio non può essere altro che l'ennesimo "inferno nero e schifoso": Il vice capo Peter Hunter. È il quarto personaggio con cui il lettore entra in intimità: il quarto "inferno nero e schifoso" fatto di incubi, ossessioni e scheletri dell'armadio. Anche in questo caso la sensazione che rimane alla fine della lettura è un vuoto fatto dall'assoluta certezza di una totale mancanza di salvezza.
Quattro stelle perché dei quattro protagonisti questo è quello che mi è piaciuto meno.
...Continua