Data la mia età, ricordo molto bene quando Natascha Kampusch fu rapita e altrettanto bene quando, finalmente, riuscì a fuggire.
Il suo è un libro intenso, difficile, che a volte fa male come un pugno nello stomaco.
Lo stile è secco e diretto e da ciò che scrive e da come lo scrive si capisce chiaramente che l’autrice si è documentata a dovere su quello che le era capitato sotto il profilo psicologico.
Ho apprezzato molto questo libro, mi ha aperto gli occhi su un argomento che pensavo di conoscere e invece non conoscevo.
Per la recensione completa, le curiosità e le citazioni tratte dal libro: https://www.mr-loto.it/2020/3096-giorni.html
...ContinuaQuesto libro racconta la storia di Natascha e della sua aggressione.
Tutto quello che riguarda il racconto della segregazione viene narrato in maniera pressoché distaccata, come se la stessa autrice volesse separarsi da questa esperienza per poterla trasmettere nel modo più imparziale possibile. Ho ammirato Natascha per il suo coraggio, credo che non ci si possa capire mai a fondo i sentimenti che lei ha provato nei confronti del suo rapitore, dall'odio alla compassione.
Ho apprezzato anche l'aver sottolineato quello che l'essere umano è, imperfetto. Un momento pieno di compassione per la piccola Natascha, il momento dopo critico nei suoi confronti per non essere la vittima che tutti si aspettano.
Complimenti Natascha per aver superato questa esperienza terribile ed essere riuscita a ripercorrerla scrivendo questo libro.
È proprio in una realtà terribile ma necessaria quella in cui ci conduce Natascha.
La necessità di conoscere tramite la sua voce quello che ha vissuto per otto lunghi anni in prigionia .
Rapita dalla sua famiglia, Natascha vive per un tempo interminabile con l'unica persona che le garantisce la vita: il suo rapitore.