Primo libro che leggo di questa acclamata autrice, sicuramente ne leggerò altri per capirne il successo che ha avuto, poiché questo l'ho trovato sempliciotto e freddo nella storia e nella scrittura. Annoiatissima, l'ho terminato nella speranza ci fosse "una rottura", un qualcosa che subentrasse a dare mordente/spessore alla storia. Niente da fare. Magari ho letto il suo libro più brutto, riproverò.
...ContinuaCome non provare disgusto per l’umanità televisiva, immaginaria ma non troppo, dipinta da Nothomb, che tanto assomiglia a quella reale? E’ assetata di sangue e di violenza, è immorale, deprevata, acritica, è una belva infernale senza controllo, dominata da un’invincibile pulsione di morte. Questo siamo collettivamente. La psicologia delle masse, così ben delineata da Freud, ci spiega come la massa, acefala e impulsiva, sia fondamentalmente governata da istinti crudeli e brutali che possono evolvere in esiti fatalmente distruttivi.
“La storia non è magistra di niente che ci riguardi. Accorgersene non serve a farla più vera e più giusta.” Eugenio Montale
”Zdena se lo chiese, se aveva delle idee. Il frastuono dentro la sua testa che chiamava pomposamente pensiero non la stordiva al punto di rispondersi di sì.
E’ un’ingenuità piuttosto diffusa: la gente non si rende conto di quanto la televisione la renda peggiore di come è realmente.”
”Chiunque conosca un inferno durevole o passeggero per affrontarlo può ricorrere alla tecnica mentale più gratificante che esista: raccontarsi una storia. Il lavoratore sfruttato pensa a se stesso come a un prigioniero di guerra, il prigioniero di guerra si immagina cavaliere del santo Graal, ecc. ogni miseria implica il suo vessillo e il suo eroismo. l’infelice che riesca a riempirsi il petto di un soffio di grandezza rialza la testa e smette di compatirsi.”
”Da quando era stata arrestata, Pannonique aveva di Dio un bisogno atroce. Aveva una tale fame di insultarlo da sentirsene nauseata. Se solo avesse potuto attribuire la responsabilità di quell’inferno a una presenza superiore, avrebbe avuto il conforto di poterla odiare con tutte le sue forze e investire delle più violente ingiurie. Ahimè, l’incontestabile realtà del campo era l’esatta negazione di Dio: l’esistenza dell’uno comportava ineluttabilmente la non esistenza dell’altro. Non ci si poteva neanche più riflettere: l’assenza di Dio era data per scontata. Era insostenibile non avere nessuno verso cui indirizzare quell’odio. Da una simile condizione nasceva una forma di follia. Odiare gli uomini? Non aveva senso. l’umanità era un brulicare disperato, un supermercato che vendeva tutto e il contrario di tutto. Odiare l’umanità era come odiare un’enciclopedia universale: non c’era antidoto a quell’esecrazione.”
”E’ sempre bello avere un nome. Abitare delle sillabe che formano un tutto è una delle questioni incommensurabili della vita.”
”Una “cosa da dire” era un enunciato che non aveva nulla di superfluo e consentiva uno scambio di informazioni così essenziali da marchiare a vita l’interlocutore. “Sono vuota”, pensò Zdena. Pannonique e EPJ 327 non erano vuoti, lo si capiva. La kapò soffrì come un cane quando si rese conto di questa differenza, dell’abisso che la separava da loro.
Venne il momento in cui la sofferenza altrui non li sfamò più: ne pretesero lo spettacolo.
http://www.incipitmania.com/incipit-in-lingua-originale/incipit-in-francese/acido-solforico-amelie-nothomb/
Secondo libro della Nothomb che leggo e seconda volta che resto impressionato positivamente. Nella sua assurdità totale il racconto distopico colpisce per quanto sia affilato nel denunciare l'oscenità del voyeurismo che i reality hanno fatto scivolare sottopelle ai telespettatori, la capacità del peggio di andare sempre un po' oltre, superando tutti i limiti della decenza. C'è anche il tema della politica, che è sempre talmente tanto indietro nel comprendere la modernità da non riuscire a fare scelte o da compiere scelte senza senso o anacronistiche. Interessanti i personaggi, il libro si legge in poche ore ma offre spunti di riflessione per molte. Notevolissimo!
..."l'intelligenza rendeva la sua bellezza ancor più terrificante"