Ecco un’altra ‘scoperta’ anobiana.
Un libro che racchiude le esperienze di una ‘vita da terapeuta’, con ‘affetti’ speciai, oltre che effetti curativi. Scopro, leggendo, che gli psicologi sono un po’ come gli scrittori: collezionisti di storie. Assumendosene tutto il ‘carico’ che per noi lettori è persino piacevole, scritto bene com’è, scorrevole e con quella leggerezza autoironica e il gusto per la battuta che il dottore propina anche ai suoi clienti, al momento giusto.
Ecco, mentre scrivo penso che proprio l’uso di questo termine , ‘cliente’ mi ha infastidita considerando che l’autore è sostenitore dell’’umanizzazione della terapia’ e umanità e calore traspaiono nel racconto della sofferenza psichica di questi suoi pazienti.
Mentre leggo mi rendo conto di quanto siamo simili tutti noi, tra noi, e che davvero solo educazione, ambiente e sfiga possono determinare le nostre risposte a mondi esterni ed interiori, diversificandoci. Ci sono degli spunti di riflessione interessanti, come il ‘rituale di avvicinamento’ tra le persone, la teoria dei ‘gradi di libertà’, il poter considerare la ‘relazione coniugale’ come una ‘esperienza terapeutica naturale’.
Difetti? A volte la terapia della parola si dilunga in monologo, ma forse questo è dovuto alle esigenze narrative delle singole storie, un po’ romanzate di certo. In più, un paio di cose che il mio cervello non avrebbe nemmeno dovuto notare, nella stampa, visto che è programmato a correggere da sé i piccoli errori o almeno così mi pare di aver capito.
E chiedo: può essere terapeutico leggere di altrui terapie?
E mi chiedo: quanto può essere terapeutico per il terapeuta stesso?
Il dottor Vito è certamente immerso nel proprio ‘moderno e contemporaneo’, con i riferimenti a Disney, la cultura cinematografica, quella letteraria e la…pizza. Tutto ciò contribuisce ad appassionarlo al suo lavoro, a innovarlo nella pratica, con le ‘moderne metafore’ inventate da lui stesso, che ricordano l’uso delle fiabe tradizionali come archetipi psichici, presenti in qualche testo di psicologia.
Aspettiamo dunque il secondo libro del dottore, aspetteremo molto perché impegnato nella pratica clinica sempre e poi c’è da considerare il fatto che potrebbe anche risolversi ad aprire davvero una pizzeria, come auspica per se stesso nelle ultime pagine! E la pizza napoletana, si sa, è molto terapeutica…
LIBRERIA E RECENSIONI TRASFERITE SU GOODREADS PER PROTESTA CONTRO LO STRAVOLGIMENTO DI ANOBII E LA MANCANZA DI RISPETTO VERSO NOI UTENTI.
Alberto Vito è un uomo positivo.
Da trent'anni non si stanca di ascoltare le persone, di parlare con le persone.
Certo, è il suo mestiere, ma fare di un mestiere una passione, o viceversa, beh, questa è una gran fortuna, se di fortuna si può parlare.
Forse è meglio parlare di talento.
Alberto Vito è un uomo positivo che trasmette energia positiva.
C'è forza e convinzione nelle sue parole, c'è competenza, risolutezza, ma anche molta delicatezza e sa mettersi in discussione; insegna e impara.
Sa dosare, sa entrare e uscire con discrezione dalle vite delle persone in difficoltà che a lui si rivolgono, con le quali, riesce a mantenere la giusta distanza emotiva: se si è troppo coinvolti non si è di nessun sostegno, è sicuro.
Dieci casi 'tipo' per il Dottor Vito, specialista in questa professione d'aiuto; dieci disagi affrontati con il giusto peso e la giusta leggerezza.
La scrittura, lo stile e il linguaggio non sono da scrittore incallito, ma la lettura è piacevole, scorrevole e istruttiva; per certi versi illuminante sulle dinamiche di relazione terapeuta/paziente (o cliente:).
Ti fa pensare, se e quando hai voglia di pensare, accompagnandoti e incanalando i tuoi pensieri spesso vaghi, nebulosi e confusi, su binari chiari, netti e facili da seguire perché li senti sicuri: un benefico psicopompo che però traghetta le anime verso un miglior aldiquà.
La particolarità è che con lui entri quasi in intimità; fra le righe e sulle righe ti racconta anche di sé, e ti sembra quasi di conoscerlo, alla fine.
Questi sono stati, su di me, gli effetti speciali degli 'Affetti' del Dott.'in Vito veritas', che è riuscito a tenere tutta la mia attenzione.
Per la forma 3 stelle, ma chi arriva alla mia pancia ne merita 5, di stelle: media 4.
L’autore ripercorre, anche aggiungendo un po’ di fantasia, le fasi di alcune terapie da lui effettuate, le storie di alcuni suoi pazienti opportunamente mimetizzate, fornendoci un esempio semplice anche per i non addetti di come una terapia dovrebbe svolgersi e di quali sono gli scopi che essa si prefigge.
Pur raccontando questi percorsi in modo ottimistico e quasi sempre con risvolti positivi, egli attraverso il racconto di un suo incubo non manca di sottolineare come nella sua narrazione non vengano considerati gli insuccessi, le delusioni, i fallimenti che inevitabilmente possono incorrere nell’intraprendere questo cammino. Ma evidentemente, o almeno io interpreto così il suo libro, l’autore vuole mostrarci la terapia nella sua accezione più positiva, per mostrare, secondo la sua opinione, cosa il paziente dovrebbe aspettarsi e come il terapeuta dovrebbe rapportarsi con il paziente. Interessante.
L'ho trovato molto interessante, rassicurante, scritto con garbo e semplicità.
Un segreto è qualcosa da proteggere, da raccontare soltanto a chi vogliamo far accedere alla nostra intimità, mentre ciò che non si può dire a nessuno, proprio a nessuno, non costituisce un segreto, si chiama ... maledizione. Parlandone, sto trasformando una maledizione in un segreto.
...Continua