Il libro è scorrevole, lo stile piacevole e la versione audio coerente col testo, è la trama, ad avermi lasciata perplessa.
Non so cosa mi aspettavo, forse la stessa tensione crescente già apprezzata in "Thérèse Raquin", un qualche colpo di scena... invece è stato tutto un parlare di trine, stoffe, vestiti e mantelline, del grande magazzino che schiaccia i piccoli commercianti nelle loro botteghe ammuffite (tutte quante, possibile?!), delle aggressive tecniche di vendita e avveniristiche architetture, delle piccole e grandi meschinità delle colleghe, del cibo del refettorio... Nonostante la capacità di Zola di tratteggiare i suoi personaggi, ho trovato l'atteggiamento da martire della protagonista inspiegabile e irritante, oltre che poco credibile. Insomma, un lungo ascolto che mi ha lasciata poco soddisfatta.
Quel che è certo è che Zola aveva una gran cultura in fatto di abbigliamento femminile...
Il racconto riprende una problematica che continua ad essere presente ancora oggi: i grandi centri commerciali tolgono l'ossigeno alle piccole attività.
Da un lato il dramma dei piccoli commercianti che lottano per rimanere in vita ma devono arrendersi alla forza distruttrice del colosso; dall'altra un amore contrastato, che si addolcisce lungo la strada.
Come sempre Zola ci regala qualche centinaio di pagine di piacevole intrattenimento, senza trascurare l'aspetto umano, che non può mancare in un romanzo degno di questo nome, specie nel periodo naturalista.
...ContinuaE' il periodo che leggo cose ispirate dalla TV.
In questo caso non ho visto la serie, se non un pezzettino in chiusa di una puntata e quando ho visto che era tratto da un romanzo di Zola sono rimasta stupita e mi sono detta che forse poteva valere la pena leggerlo.
La storia è quella che è, una storia più o meno sentimentale/rosa senza grandi passioni, la scrittura è molto realistica (ci sono pagine intere di descrizione di stoffe), ma la lungimiranza di costui che sulla fine dell'ottocento predica la fine dei piccoli negozi asserviti ai centri commerciali ha dello stupefacente.
Vale la pena leggerlo anche solo per questo.
L'ho voluto rileggere dopo tanti anni e ancora una volta ho apprezzato la forza descrittiva di Zola, quel suo rappresentare la Parigi di fine secolo XIX, che per certi versi è tanto attuale; anche ora siamo di fronte alla crisi del piccolo commercio di fronte all'invasione dei grandi centri commerciali. Le motivazioni di Mouret sono le stesse delle grandi multinazionali che stanno ingoiando il commercio al minuto, due secoli dopo...
...ContinuaIl romanzo ''Al paradiso delle signore'', pubblicato nel 1883, è l'undicesimo romanzo di Emile Zola, noto scrittore, giornalista e critico francese. Tale romanzo appartiene al ''Ciclo dei Rougon-Macquart'' ossia una serie di romanzi con cui Zola inaugura il romanzo naturalista francese, raccontando la società francese del suo tempo.
''Al paradiso delle signore'' offre uno spaccato della società Pargina del Secondo Impero di Napoleone III e presenta, nello specifico, la donna dell'epoca con i suoi vizi, debolezze e virtù. Attraverso un racconto abientato quasi esclusivamente all'interno del grande magazzino di proprietà di Mouret, imprenditore cinico e senza scrupoli, viene permesso al lettore di affacciarsi all'interno dell'animo umano. A turbare Mouret e a renderlo più umano ci penserà Denise, ragazza orfana e povera, che finisce per dover lavorare al Paradiso.
I personaggi che incontriamo nel romanzo sono piuttosto pratici e cinici, si adeguano senza batter ciglio ai costumi sociali pur di raggiungere l'obiettivo della ricchezza o almeno di una vita agiata. Ci imbattiamo in persone abbastanza dure e spesso piene di pregiudizi mal giustificati, se non dalla paura di vedersi insidiati da una possibile ascesa altrui o dall'assenza di scrupoli per il raggiungimento di obiettivi propri. Unica fuori dal coro la protagonista Denise che, con animo gentile e pacato, non si piega alle usanze dell'epoca ma, nel suo piccolo, porterà altri a cambiare il proprio comportamento.
Per quanto riguarda lo stile, il romanzo si presenta scorrevole, con un lessico semplice ma ricco, soprattutto durante le numerose descrizioni di ambienti e oggetti.
Il ritmo risente proprio delle numerose descrizioni che, se da un lato offrono una puntuale idea delle ambientazioni, degli oggetti e dell'abbigliamento, dall'altro rallentano la narrazione.
Nel complesso ho trovato questo romanzo piacevole e interessante in quanto mi ha permesso di fare un tuffo nella cultura della Francia ottocentesca. Ovviamente occorre leggere le vicende con occhio critico e considerare il contesto dell'epoca per avere una visione oggettiva d'insieme che l'autore ha voluto tramandarci ed evidenziare.