Ho trovato gli stessi spunti, di forza e di critica al libro, nella "postfazione all'edizione del 2005, scritta, autovalutata, dagli stessi autori.
E questo, se possibile, me li fa stimare ancora di più.
PS. È da eroi come Ravagli che si dovrebbe (ri)partire.
Letto all'incirca nel 2008, a ruota rispetto a Q.
Già allora i tentativi di revisionismo storico erano molteplici, ma comunque successivi a quelli iniziati anni prima sulla scorta dei vari Pensa, etc.
Oggi il contesto non è diverso e la sensazione è che la ricerca storica, il raccontare la Storia attraverso i fatti - come una concatenazione di eventi - sia sempre di più accantonata, privilegiando oramai una narrazione tossica fondata sulla pancia e l'immagine. Nota di colore: come sapranno già coloro che seguono Wu Ming, sul vecchio sito di Giap (ora Wu Ming Foundation) questo prezioso di lavoro di ricerca e debunking rispetto alle bufale anti-storiche dei revisionismi è proseguita con degli ottimi lavori.
Quanto al libro, rimane poco da dire, se non un'incredibile affresco della vita di Vitaliano Ravagli, che già di per sé meriterebbe la lettura.
Libro consigliato per un viaggio in Vietnam e letto dopo un bellissimo viaggio nelle terre d' Indocina.
Una scoperta: per la ricostruzione di queste storie sconosciute (i partigiani di Imola e i loro percorsi nel primo dopoguerra), per la testimonianza della voce principale (Vitaliano Ravagli). C'erano anche gli italiani a combattere nell'orrore dei tanti conflitti indocinesi.
Per la scelta: si tratta infatti di un romanzo -documentario in cui gli autori raccolti sotto il nome collettivo di Wu Ming e Vitagliano Ravagli fanno rivivere pagine sanguinose di storia, cancellata dalla memoria ufficiale. Alla base della ricostruzione, testimonianze dirette, tra cui quelle dello stesso Ravagli, che tratteggia storie e scelte difficile e faticose del secondo dopoguerra. Da leggere, pur nella sua dichiarata imperfezione.
A volte è dura ammetterlo, ma mi succede di essere superficiale nell’acquisto di un libro: quando ho comprato questo, ho visto che era di Wu Ming, ho letto il titolo Asce di guerra ed ho subito pensato che si trattasse di un altro volume vicino a Manituana e l’ho preso così, a scatola chiusa, senza pensare. Convinta, tra l’altro, che in copertina ci fosse un indiano. Invece lo prendo in mano, lo osservo e mi accorgo che è la foto di una donna quella che campeggia davanti. Anzi, no, non è una donna, è una partigiana. E qui, già mi rendo conto che si tratterà di qualcosa di molto doloroso da leggere… La prefazione del 2005 spiega la genesi del romanzo, nato nel 2000, e gli errori di stesura e avvisa, proprio per inquadrarlo temporalmente, in che contesto sia stato scritto. Bhè, vi assicuro che quella prefazione sembra stata scritta oggi: crisi di valori e di comprensione di cosa sia stata la resistenza, avvisaglie che fascisti e partigiani si sono comportati alla stessa maniera (!), paura dei “comunisti” e rigetto della sinistra verso i propri ideali, proprio in virtù di questi timori. Qui non è doloroso, è da brividi! E le cose non sono che peggiorate…
E’ un viaggio nel tempo e nella storia, come sempre,quello che propongono quelli del gruppo, ma stavolta alla loro “immaginazione” si è unita la voce vera di Vitaliano Ravagli, comunista, ma soprattutto combattente in Laos (sì, in Laos!), con le sue rocambolesche e devastanti avventure in Indocina. Il partigiano romagnolo.
Un libro imperfetto, ma che ti apre letteralmente mondi e che RICORDA, sì, perché si deve ricordare quello che è stato per andare avanti e non dimenticare e fingere che tutti sono uguali e quel che è fatto è fatto. NO, non quando sono state fatte delle atrocità, non quando ci si è comportati come bestie. La resistenza è un capitolo fondamentale della nostra storia e se non la conosciamo, non sappiamo chi siamo oggi.
Mi ha intristito pensare che i 18 anni che sono passati dalla stesura di questo oggetto letterario non sono tanto devastanti nell’invecchiamento del libro, quanto invece lo sono di quelle voci che via via si stanno spegnendo e non ci possono più ricordare quello che è stato.
“Scavare nel cuore oscuro di vicende dimenticate o mai raccontate è un oltraggio al presente. Un atto spregiudicato e volontario. Le storie non sono che asce di guerra da disseppelire.”
http://it.wikipedia.org/wiki/Vitaliano_Ravagli
http://www.youtube.com/watch?v=14JU1uE-vHI
Questo libro contiene la migliore sintesi/analisi che abbia mai letto dei danni fatti dalla cosiddetta "amnistia Togliatti" e dall'edulcorata versione di Stato della narrazione sull'antifascismo. Sono profondamente convinta che se nel nostro Paese l'antifascismo non è considerato una conditio sine qua non per la democrazia è anche e soprattutto per la frettolosa volontà di calmierare in un unico calderone "vincitori e vinti" e/o "buoni e cattivi" in nome di una pax sociale mai raggiunta. In più la storia del "partigiano imolese che va a combattere in Indocina" è gustosissima. Inutile lodare, come sempre, l'abilità dei Wu Ming nel creare una tela in cui la Storia mondiale si intreccia con le storie individuali creando narrazioni parallele e sovrapposte nelle quali le concessioni fatte alla fiction sono poche e ben mimetizzate.
...Continua