Lo avevo già adocchiato tempo fa per leggerlo dopo Stoner (stesso autore), ma ero titubante per la materia (da bimba detestavo la storia antica, quella di Roma soprattutto).
La decisione è arrivata con le ferie, finite le letture in corso, questo era tra i disponibili immediati, inoltre caldamente consigliato da un membro del gruppo di lettura.
Mentre lo stavo finendo, scoprivo che Augusto era morto lo stesso giorno. 19 agosto!
Merita essere annoverato tra i migliori romanzi storici.
Scritto in modo scorrevole, piacevole e esauriente.
“La minaccia più reale era la morte di quella Roma per cui Cesare aveva dato la vita.”
...ContinuaPregevole ricostruzione, romanzata, dell’ascesa e del dominio di Ottaviano Augusto, il romanzo, tutto in forma epistolare si dipana su una linea diacronica che alterna vicende politiche a quelle di costume e forse dà a queste ultime maggiore importanza nel descrivere l’epoca in questione.
Ne esce un racconto che delinea la pax augustea come figlia dell’innata indole prudente e sobria dell’Augustus ma anche realizzata a suon di intrighi e soprattutto con l’uso spregiudicato dei matrimoni che Ottaviano maneggia senza ritegno e senza pudore.
Nel libro vi sono le figure che fin dalla morte di Cesare stanno con l’uomo nuovo, il circolo dei poeti con in testa Virgilio e la sua Eneide capaci di infondere spensieratezza alle vite, sempre più monotone, di una cerchia di miliardari legati al principe e poi le donne; Livia e Giulia disponibili a usare il loro potere ed il loro corpo per ottenere successo e successione.
Infine Ottaviano, che solo in coda al romanzo confessa le sue debolezze e tutti gli inganni che ha dovuto mettere in campo per sostenere il suo desiderio principale di una pace tra romani che facesse dimenticare le guerre civili, gli assassinii, le congiure che avevano funestato il precedente periodo fino alla morte di Giulio Cesare ed alla vendetta messa in campo verso i suoi omicidi.
Di solito i romanzi epistolari sono di non facile lettura ma questo proprio per i salti temporali può riuscire convincere anche il lettore più esigente.
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Con Augustus. Il romanzo dell’imperatore – Williams, autore americano del Nuovo Continente, riesce in maniera ineccepibile ad immedesimarsi nel remoto spirito italico del Vecchio Continente.
Lo fa attraverso questo splendido romanzo epistolare sul regno dell’Imperatore Ottaviano Augusto, dalla sua designazione quale successore di Cesare, di cui è figlio adottivo, fino alla sua morte.
Il mondo che Ottaviano, incredulo ventenne, eredita è un mondo dilaniato, in cui nessuno distingue il nemico o l’amico, in cui l’immoralità è più ammirata della virtù e dove i princìpi sono asserviti agli egoismi
Ottaviano scoprì Roma sanguinante tra le mascelle delle fazioni, uccise la bestia sovversiva risollevandone il corpo quasi senza vita, ne sanò le ferite e la rese di nuovo integra
L’Imperatore Augusto restituirà a Roma più di 40 anni di pax romana nella quale più nessun romano sarà costretto a battersi contro un altro romano, né alcuna impronta di piede barbaro a calpestare il suolo peninsulare, né alcun cittadino rimasto privo della propria razione di grano, né dimenticati gli abitanti delle lontane province, e ad ogni uomo la facoltà di presentarsi di fronte ad un tribunale per ricevere almeno un minimo di giustizia
Nel romanzo si alternano molte voci, personaggi reali Cicerone, Marcantonio, Mecenate, il poeta Ovidio e Virgilio la moglie Livia, l’amata figlia Giulia, a queste si affiancano invece le voci di personaggi di finzione.
Diventa così un romanzo corale che tesse le trame e le gesta di un’ampia porzione di storia antica.
In realtà l’Imperatore Ottaviano resta per quasi tutto il libro piuttosto silenzioso non si sa bene cosa si agiti dentro di sé, i suoi pensieri e le sue azioni sono riflessi nelle parole altrui.
Solo verso la fine, ed è proprio lì che il romanzo si impenna, raggiungendo un vertice di bellezza inaudita, Williams ci offre la versione di Augusto che stila un meraviglioso resoconto della sua vita.
L’imperatore ha 66 anni è debole, la stanchezza pesa sulle sue membra, la mano gli trema sul foglio, si sta recando a Capri per assistere alle gare atletiche dei giovani dell’isola.
Decide di andare a Capri via mare invece che via terra, perché?
Perché ancora una volta, forse per l’ultima, volta ha la possibilità di guardare le amate sponde italiche
Con l’occhio sinistro non vedo quasi più nulla. Eppure, se lo chiudo, riesco a scorgere a Oriente il dolce profilo della costa italiana che tanto amo. E anche a discernere, persino da lontano, la forma di particolari ville, e addirittura a distinguere movimenti di figure umane sulla costa. Nell’inattività, mi domando quali misteriosi esistenze debba condurre quella gente semplice. Tutte le vite sono misteriose, presumo, anche la mia
L’utilizzo dello stile epistolare nei romanzi storici, attraverso la voce di personaggi esistiti realmente, ha indubbiamente il merito di infondere alla narrazione un’aura di autorevolezza, di scientificità anche quando non è facile distinguere dove la verità si arresti e dove la finzione prenda il sopravvento, a meno che non si sia un fine studioso di storia antica, nel caso di Augustus è lo stesso autore che nelle note iniziali ci avverte:
Se in questo lavoro sono presenti delle verità, sono le verità della narrativa più che della Storia. Sarò grato a quei lettori che lo accoglieranno per ciò che vuol essere: un’opera dell’immaginazione
E personalmente quando leggo un romanzo non soffro questo dilemma tra finzione e verità, e mi lascio trasportare dalla narrazione affidandomi alle parole del suo autore.
Indubbiamente c’è un lavoro storico importante, Williams è riuscito a trasmettere in maniera ammirabile il senso civico, pratico, così poco incline alla filosofia del civis romanus sum, e in più punti mi ha fatto scaturire quasi un moto di orgoglio verso un passato che è anche il mio passato, il nostro passato, un passato prestigioso, che stride come una unghia sulla lavagna con lo status di retroguardia che accompagna il nostro paese oggi.
Un’ultima notazione, mentre leggevo, il mio pensiero continuava a correre a Memorie di Adriano della francese Yourcenair, una delle letture migliori del mio 2018, entrambi magnifici con molte tangenze ad accomunarli, difficile dire quale dei due preferire.
...ContinuaSono le parole che Giulia, l’unica figlia naturale di Augusto, rivolge al padre in occasione del sacrificio che, per l’ennesima volta, la Ragion di Stato richiede a chi detiene le redini del potere.
In questo audace e complesso romanzo epistolare si ripercorre uno snodo fondamentale della storia di Roma e del mondo, il drammatico passaggio dalla Repubblica all’Impero Romano attraverso la figura del primo degli oltre sessanta (il numero esatto è controverso) regnanti che si avvicendarono sul trono imperiale per cinque secoli.
Ho introdotto con l’accorata domanda di Giulia perché, dal punto di vista squisitamente narrativo, mi è sembrata il personaggio meglio caratterizzato di tutto il libro, laddove le innumerevoli e pur autorevoli voci maschili si sovrappongono con una tale omogeneità di linguaggio e stile che si corre il rischio di confonderli, cosa che man mano che si procede diviene uno dei principali limiti del romanzo.
Nel contesto della bibliografia particolarmente ridotta di John Williams, questa sua opera ultima sorprende per l’estrema versatilità dell’autore e, senza conoscenze preliminari, sarebbe difficile attribuirne la concezione alla medesima penna che ha prodotto “Stoner” e “Butcher’s Crossing” e, a tale proposito, anche a me come ad altri è sembrato bizzarro che questi due eccellenti romanzi non abbiano ottenuto neanche in parte i riconoscimenti conferiti ad “Augustus” (National Book Award 1973), ma solo una rivalutazione e un successo postumi!
Sbaglierò ma, in estrema sintesi, a me “Augustus” è parso un romanzo molto interessante, se non altro per il periodo storico che sa ricostruire abilmente con particolare approfondimento e cura del dettaglio, ma non altrettanto valido dal punto di vista letterario, forse perché non sono riuscito ad entrare nello spirito del libro e del suo protagonista o forse perché nella mia memoria soffre il confronto con “Memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar.
...Continua