Proseguo il mio percorso tra gli autori afroamericani. Questa è una raccolta di 8 racconti che hanno come protagonisti degli adolescenti. Sono scritti benissimo, l’autrice è davvero molto brava.
BERE CAFFÈ DA UN’ALTRA PARTE (ZZ Packer)
Una satira divertita e spietata degli stereotipi americani, in otto storie che danno voce a una classe giovanile americana di non conformisti che non si sentono di appartenere alla classe media dominante. Qui i “diversi” sono principalmente neri, ma si fanno comunque portavoce della denuncia di tutta una popolazione giovanile che si sente ingannata dai propri progenitori, che li hanno consegnati ad una civiltà in pieno declino economico e culturale. Un magnifico esordio letterario, così magistralmente commentato da George Saunders: “Un vero motivo di esultanza per quelli di noi che credono in una narrativa capace di spaccare il mondo a metà, rifarlo daccapo e nel frattempo farcelo guardare con altri occhi, quelli di un innamorato. Divertente, feroce, energica, profondamente compassionevole, ZZ Paker è una formidabile nuova scrittrice, che per un qualche miracolo riesce nello stesso tempo a incriminare e a perdonare tutta la razza umana.”
Afroamericani.
Per qualcuno “negri”.
La scrittrice non esce dal suo mondo e ci racconta di afroamericani alle prese con la vita negli Stati Uniti della mai risolta questione razziale, fino all’ultimo racconto, Arriva Doris, quello maggiormente collegato con la Storia – siamo nel 1962.
I protagonisti, però, più hanno problemi che precedono la questione bianchi vs. neri, hanno problemi all’interno del loro gruppo, che siano i compagni di scuola, la famiglia o la chiesa.
Come la protagonista di Coccinelle, un racconto di bambine, che ci ricorda che il razzismo, il pregiudizio e l’intolleranza sono in genere bidirezionali. Ecco, la bambina che narra non riesce a preoccuparsi più di tanto della questione bianchi / neri, essendo a sua volta messa in secondo piano dalle amiche.
Scoperta del mondo, della sessualità, dell’affettività, riparazione dei rapporti famigliari, ricerca di una fede personale che superi gli eccessi delle chiese protestanti americane. Imprese ardue, che assorbono completamente le energie del singolo; per questo le grandi questioni storiche e sociali restano sullo sfondo.
Eppure, ogni racconto si chiude con uno spiraglio, una speranza, una possibilità.
(Ecco, forse questo è il limite dell’opera ma è, sia chiaro, un’impressione mia. Ci ho ritrovato un motivo, una forma che si ripete, quasi una formula che, una volta constatato il successo di un esperimento, non vale la pena cambiarla. E pure quella sensazione di déjà lu – pur apprezzando il libro, non voglio mettere in discussione l’aspetto positivo. Quando nei ringraziamenti ho letto che l’autrice ha frequentato, ea quoque, un corso di scrittura creativa… ho avuto l’impressione di averci preso.)
...ContinuaRaccolta di 8 racconti, davvero notevoli: La formica dell'io, Bere caffè da un'altra parte, Arriva Doris i migliori; Oche il meno riuscito a mio avviso.
Non vedo come un limite che i protagonisti siano tutte persone di colore, quasi tutte donne e che vivono vite non privilegiate, trattandosi di un punto di vista per me nuovo.
Dov'è il primo romanzo di ZZ Packer che promettono nella biografia? Ho trovato solo altri, pochi, racconti in raccolte collettive. Da wikipedia si legge di tanti premi, insegnamento, ma scrittura poca. Che peccato
"Non lo sai che i veri pazzi sono quelli che fanno sempre la stessa cosa? E ogni volta si aspettano un risultato diverso?" p.303
...ContinuaMi ostino a leggere racconti, sapendo che spesso non mi piacciono e sapendo, anche, che spesso il titolo è solo una frase tratta da uno dei racconti stessi e quindi non è del tutto significativo. Scritti bene, ma non proprio nelle mie corde. Tristi e incompiuti, storie di ragazze di colore sempre sfortunate e sempre disagiate. Probabilmente la triste realtà, ma credo e spero non l'unica.
...Continua