Storia familiare che parte da Parigi ai primi del Novecento per arrivare preso nella Puglia di un tempo, in un paesino con le sue tradizioni. Da lì alla piena dolce vita romana, alla movimentata America, fino all'omicidio di Aldo Moro, agli anni di piombo, fino si giorni nostri. Tutto questo seguendo una famiglia, passando per tre generazioni di donne, ognuna con la sua ferita dentro, ognuna con la sua mania. Bello, scritto molto bene, vi fa vivere davvero nell'Italia che c'era prima. Perde un po' nella seconda parte, ma la prima è così intensa e coinvolgente da compensare
...ContinuaConsigliato da un'amica, che sa quanto mi affascinino gli Anni di Piombo, "Casa Rossa" é un libro che ti entra dentro, ti fa riflettere e ti fa emozionare. Ho apprezzato moltissimo che al centro di tutta la storia ci siano tre donne: Alba, la mamma, e le due sorelle Alina e Isabella. Alina é colei che racconta la storia, recupera stralci della storia famigliare, fa i conti con un passato pesante e che per troppo tempo si è cercato di nascondere: l'attivismo politico della sorella, accusata di terrorismo e arrestata per omicidio, l'abbandono coniugale vissuto dal nonno, il suicidio del padre. Schegge della storia di questa famiglia si intrecciano e amalgamano alla perfezione con lo scenario, l'Italia della guerra e del Fascismo fino all'Italia dilaniata e straziata da terrorismo rosso e da terrorismo nero. Scrittura coinvolgente e dal ritmo incalzante, personaggi e paesaggi vividi. Una lettura che consiglio, per riflettere su quello che è stato e sperare che non riaccada.
...ContinuaSi sente l'influsso del cinema della vita della Marciano: il ritmo della narrazione, la semplicità linguistica, ma nel contempo, l'introspezione psicologica dei personaggi, ciascuno con il proprio vissuto lontano e vicino agli altri, con un intrecciarsi di vicende, assolutamente coinvolgenti, che fanno amare ed odiare i singoli personaggi
...ContinuaNon avevo mai letto nulla della marciano, a stento sapevo chi fosse per cui ho iniziato con zero aspettative nessun preconcetto. Il romanzo mi é piaciuto, anche se ci sono dei passaggi un po' scontati ed altri non ben sviluppati. Quello che ho apprezzato é la capacità di descrivere l'ineluttabilità delle cose, che spesso ci trascinano nel loro vortice senza che ci sia lasciata la possibilità di prendere posizione, o meglio senza che la voglia o la forza di farlo sia abbastanza forte. La storia forse é più interiore che temporale, dato il periodo troppo lungo preso in considerazione e la relativa lunghezza del romanzo. Penso che se fosse stato un po' più lungo si sarebbe potuto sottolineare meglio ciò che é stato solo sfiorato, ma tutto sommato la quadratura del cerchio le é riuscita.
...ContinuaFrancesca Marciano (Roma 1955) attrice, sceneggiatrice, regista e scrittrice, ha iniziato a fare cinema casualmente, sotto la regia di Lina Wertmuller prima e di Pupi Avati poi. Abbandonato presto il ruolo di attrice si è trasferita dall’altra parte della telecamera come aiuto di Lionel Rogusin, un regista indipendente interessato alla produzione di film sul neorealismo italiano. In seguito si è dedicata alla sceneggiatura di pellicole dirette da importanti registi italiani e ha vissuto per lunghi periodi in Africa (dove ha scritto il suo primo libro “Rules of the wild”) e negli Stati Uniti.
“Casa rossa” è una grande saga familiare al femminile dove le storie delle protagoniste sono profondamente legate (in un susseguirsi di 3 generazioni che coprono il periodo che va dai primi del 900 fino agli anni 90) al fondale storico in cui si muovono come in un grande teatro, sapientemente allestito dall’autrice che riesce a creare l’atmosfera autentica di ogni periodo raccontato. Davanti agli occhi del lettore si srotolano le vite della famiglia Strada sotto lo sguardo solo apparentemente statico della grande Casa Rossa, la casa di famiglia, al centro della campagna leccese: la nonna araba Renèe, misteriosa e sfuggente, il nonno Lorenzo capace di rinunciare in nome dell’arte alla redditizia attività paterna, la loro figlia Alba, bambina inspiegabilmente abbandonata in tenera età dalla madre, fuggita con una donna tedesca e accusata tacitamente di collaborazionismo nazista, bambina che cresciuta non saprà mai capace di essere a sua volta una buona madre per le figlie Alina e Isabella, provate anch’esse dalle tragiche vicissitudini dei loro genitori.
E’Alina la voce narrante della storia. Alina, alla vigilia della vendita di quella grande casa piena di ricordi dolorosi da rifuggire ma capace anche di rievocare sensazioni perdute di gioia e rimpianto, cerca di strappare dal suo cuore l’oscurità del suo passato e di accettare la realtà di un presente ancora difficile, per tentare di ricominciare una nuova vita.
Ma la rabbia dell’inganno, del tradimento e forse dell’omicidio potrà mai essere dimenticata? O vi era un destino che silenzioso poteva essere tramandato ad ogni donna della famiglia, alla stregua di un’amara eredità?
Cavalcando con coraggio i primi anni del secolo, il fosco periodo fascista, la Seconda Guerra Mondiale, la dolce vita necessaria a scordare tutto quell’orrore, il periodo delle contestazioni studentesche che sfociarono negli Anni di Piombo e nel Terrorismo queste donne, ognuna figlia della propria epoca, ognuna impegnata o travolta da ogni rivoluzione politica, culturale e sociale, dipingono un affresco memorabile che crea un’atmosfera che ognuno di noi può facilmente riconoscere o ricordare. E, soprattutto il periodo più recente, inerente alle frange estremiste che devastarono il nostro Paese, ci lascia una sensazione di sofferenza e di nessuna redenzione per chi, usando la violenza, perse la fiducia nella politica, smarrì la propria identità, dissipò i suoi affetti e anche la giovinezza restando fedele ai propri ideali di implacabile integrità e di spietata coerenza che ci riconsegnarono un mondo che “ non era cambiato di una virgola” ma forse era più corrotto e contaminato di prima.
Un bel libro che si insinua lentamente nella mente e nel cuore e che, con una narrazione sempre più ricercata ed elegante, arricchita dalle stupende descrizioni della campagna e del mare della Puglia, dei piccoli paesi e dei loro abitanti, della fragilità e delle debolezze dei protagonisti che soffrono, cadono e si rialzano con grande determinazione e coraggio, ci conduce ad un finale commovente e malinconico lasciandoci la consapevolezza di aver letto qualcosa che contiene anche un pezzetto della nostra storia e del nostro sentire. E la Marciano si rivela una valente scrittrice che, a mio parere, meriterebbe una conoscenza maggiore da parte del grande pubblico.