Carver riesce a frantumarti la mano senza neanche stringertela.
Carver è come un pugno nello stomaco, ma la stessa mano poi è pronta a darti una mano e ad alzarti da terra. Questo autore concepisce il racconto come la descrizione di eventi in cui non si interpreta, non si capisce in che direzione si stia andando a parare, non si capisce in che territorio ci si muova e non si capisce esattamente cosa accade ad un certo punto e che fa cambiare la vita dei protagonisti che lo animano.
Carver non interpreta, descrive la normalità della vita, di personaggi comuni che non hanno niente di speciale, dei loro piccoli gesti quotidiani e difetti, le riflessioni banali, l'inutilità e fitilità dei gesti. Insomma la banale vita di tutti i giorni. Sono racconti strani, stranianti ma ce catturano in un attimo, in cui ci si riconosce immediatamente e lasciano uno strano sapore in bocca e nella testa.
In quei racconti raccontati in una prosa essenziale e cristallina, in cui nulla è superfluo e niente e ridondante, c'è vita, anima, peccati, redenzioni, discese all'inferno di vite già banali di per se e già condannate ad un inferno di tediosa e disturbante normalità.
Carver è commovente e spietato, così come la vita che descrive. La sua forza stà nel raccontare con così poco interi universi umani, emozioni, anime, i cocci della classe media e proletaria dell'America, intere popolazioni che sembrano destinate all'oblio.
Lo sa Carver perchè per un pò di tempo ha fatto parte di quella categoria. E' un autore speciale, uno di quelli che senti che ha sentito su di se le sofferenze di tutto il genere umano e con il talento e la delicatezza necessaria per riuscire a riportarlo su carta. Un autore dall'acutezza psicologica e dalla lucidità affilate come uno stiletto, un talento chirugico. Uno scrittore che ti fa venire voglia di scrivere e che la tua vita sia raccontata dalla sua penna. Questa raccolta di racconti è perfetta, non potrebbe essere meglio di così, è qualcosa per cui ringraziare la divinità che ognuo preferisce. E' un dono, una chiave per indagare dentro di noi. E' speciale. E' Carver.
Non è riuscito a colpirmi né per le storie né per la scrittura. Peccato.
This blind man, an old friend of my wife’s, he was on his way to spend the night. His wife had died. So he was visiting the dead wife’s relatives in Connecticut. He called my wife from his in-law’s. Arrangements were made. He would come by train, a five-hour trip, and my wife would meet him at the station. She hadn’t seen him since she worked for him one summer in Seattle ten years ago. But she and the blind man had kept in touch. They made tapes and mailed them back and forth. I wasn’t enthusiastic about his visit. He was no one I knew. And his being blind bothered me. My idea of blindness came from the movies. In the movies, the blind moved slowly and never laughed. Sometimes they were led by seeing-eye dogs. A blind man in my house was not something I looked forward to.
...Continua