da anni leggo i libri di chatwin, non sono tutti belli e alcuni anche un po' noiosi, ma sono sempre molto elegiaci; si sente una specie di grinta da narratore fluviale che me lo rende amabile. Questo titolo è un collage di raccontini, alcuni molto belli, altri meno, e il titolo è significativo: Che ci faccio qui? L'umanità si misura dall'intensità con cui si risponde a questa domanda; e le culture si differenziano a seconda del loro modo di considerare il tempo e di ritagliarsi uno spazio per piccolo che sia al suo interno. Sembra, come dice Stevenson, che i ranghi della vita siano già completi. Di mille caduti, altri mille sono pronti a rimpiazzarli sulla breccia. Tanto vale pertanto assecondare il proprio demone; perché non esiste oro che luccica di più, di una presa di tabacco per un fumatore incallito e molto povero. Dissero un giorno a Giovanna d'Arco che avrebbe fatto meglio a dedicarsi alle faccende domestiche, e lei rispose che c'era già sulla terra una quantità di filatrici e lavandaie.
Forse, Giovanna d'Arco, seguendo le sue imprese terribili, così come Chatwin con il suo nomadismo, non sottovalutò quel dovere che si sottovaluta di più nella vita: il dovere di essere felici.
Forse ho sbagliato ad iniziare a leggere Chatwin da questo libro che viene considerato una sua opera minore (un insieme di racconti e scritti messi insieme poco prima della sua morte), ma devo dire che non mi è proprio piaciuto
Chatwin sarà stato un grande viaggiatore ma scrivere non era proprio il suo mestiere…
Una prosa da diarietto di viaggio di un qualsiasi turista di ritorno da un viaggio organizzato: piatta, senza slanci, ovvia che fa perdere smalto ed interesse anche a posti straordinari come quelli che ha visitato (Ghana, India, Hong Kong)
Anche quando descrive gli incontri che ha avuto con vari personaggi famosi (Indira Gandhi, Ernst Jünger) la musica non cambia: non coinvolge, non incuriosisce. Resta tutto monocorde
Un libro che non mi sento proprio di consigliare
Bellissimo libro di viaggi, fatto di tante piccole storie, alcune lunghe, altre brevi, ma tutte, a mio parere, molto belle.
Che ci faccio (io) qui a leggere un libro che non mi piace, non mi appassiona e non mi interessa?
L'autore era un personaggio affascinante ma questi appunti sparsi mi fanno venire in mente le riviste che lascio in bagno perché la lettura di un articolo ha i "giusti tempi tecnici".