Colore racconta la storia del colore, dall'inizio ai giorni nostri. Dalle pitture rupestri nelle grotte preistoriche, alla Hard Edge degli anni '60 del secolo scorso (Stati Uniti). Si parla di alchimia e di chimica, di pigmenti e di lacche, di arte e di percezione. Soprattutto di come la pittura dei grandi maestri sia stata influenzata dai materiali che avevano a disposizione. Bellissimo!
...ContinuaUn saggio semplice e scorrevole che sa parlare di un tema senza mai annoiare.
Arriva molti anni dopo che M. Brusatin ha scritto il suo "Storia dei colori", altrettanto bello, ma con la differenza nel modo di scrivere.
La fluidità e la ricerca di essere comprensibile a tutti in quello di Ball, la scrittura densa e pesante tipica di chi scrive stando in cattedra in Italia di Brusatin.
Detto questo, leggibile per tutti coloro che sono affascinati dall'argomento.
"la tecnologia non vuol dire scienza". Ogni pittore ha usato il colore che il suo tempo gli offriva...anche la parola 'genio' è un invenzione umana (come Dio)!
Poi se volessimo equiparare un genio come Van Gogh (è sua la citazione del titolo) alla genialità di Frank Auerbach o di un pittore fotorealista entriamo in un campo minato.Ed è bene non entrare.
Il libro splendido che segue il cammino di artisti e chimici (anche gli alchimisti) in 14 capitoli è una storia sociale. Bellissima come tutte le storie che parlano delle società in trasformazione. Che fanno scendere dal piedistallo (o meglio, dalle impalcature) i grandi artisti. Perchè gli artisti facevano i conti con il costo del venerato oltremare (carissimo) al posto di un azzurrite (meno costoso). Ma fanno anche i conti con la tecnologia e la scienza che li segue, li coccola, li uccide. Così come succede oggi. La chimica è stata sempre presente ed è possibile, come si domanda l'autore, che una cattivissima del genere ( nel corso del libro si leggeranno le colpe non immaginarie dell'industria) abbia contribuito a creare tanta bellezza?
Il problema dell'uomo è sempre stato lo stesso: "dipanare l'arcobaleno". Con tutti i mezzi che aveva ed ha a disposizione.
Un quadro non termina nel momento in cui il pittore ferma il pennello.L'artista non ha mai dipinto un' immagine congelata nel tempo. Proprio perchè il tempo ne ridistribuisce i contrasti tonali e tocca i pigmenti. Tocca i nostri sentimenti che vedono le immagini del passato (anche recente) con occhi diversi. I prodotti del tempo sono gli atti sociali.
Ecco lo sapevo. Mi è più facile che mi renda felice il regno dell'emozione (dell'intelletto) che non quello del tangibile. Non riesco a parlare di arte senza emozionarmi.Anche quando vedo le pochissime immagini sul supporto digitale parto per la tangente. Che sarebbe poi il mio archivio mnemonico... ci sono artisti che fanno di un sole un puntino ma altri che da un puntino fanno emergere un sole!
Un capolavoro nel suo genere. Preciso e fattuale senza essere pedante, storico senza scadere nell'aneddotico. A malapena riesco a perdonare la cara amica restauratrice a cui lo prestai forse 10 anni fa e che non me lo ha mai restituito (capito, Checca?).
Per fortuna esistono gli ebook.