alcuni giocano a dadi o a scacchi con la verità, altri come chandler e hammett giocano al "whodunit"... ti mettono su false piste e alla fine ti sorprendono con delle piroette: tuttavia barano. poi arrivano gli europei, tipo simenon, montalbán o dürrenmatt, e fanno della verità il gioco... forse vietato ai minori poiché altamente rischioso per la pátheia di ricaderci. martín spiattella subito l'assassino, il finale giuridico, la causa della colpevolezza, ma manca ancora qualcosa: il "corpus delicti"... la prova inconfutabile che un omicidio sia stato commesso. quindi il gioco è nascondere il delitto sulla scacchiera o il tavolo verde del reo della nefandezza dal bieco giustizialismo dell'inquisitore (banale, ma trionfatore altrimenti non si saprebbe che esiste un colpevole). eppure la vicenda romanzesca non si esaurisce nel gioco, ma l'imprevedibile efficacia dell'io narrante, consapevole mascalzone, che tra citazioni bibliche e conoscenza del processo psicanalitico (di cui l'ottimo andreu martín risulta essere un esperto) si muove abilmente nel noir psicologico e nel destino scritto da dio o, se si vuole, da qualsiasi altra elevatissima volontà: un doppio colpevole tra autore e protagonista...
"la Società, così, con la maiuscola, ha bisogno di boia e poliziotti, spazzini e pubblici ministeri, pulitori di fogne e giudici, spie e arbitri di calcio. sono lavori sporchi, lavori perversi, perché umiliano o perché danno il potere di umiliare, perché sporcano e perché danno opportunità alla corruzione e all'ingiustizia. ma devono esistere, non possiamo farne a meno... qualcuno deve farli, per il bene della Società. ecco, anche dio ha bisogno di qualcuno che faccia i lavori sporchi per lui, e ha scelto me. io faccio il lavoro sporco per dio. qualcuno deve farlo. non posso evitarlo. non posso ribellarmi alla sua santa volontà".
john george haigh, un serial killer realmente esistito, un vampiro moderno che a cavallo della seconda guerra mondiale (che spreco di emoglobina!!!) uccideva per bere il sangue e poi sciogliere le sue vittime nell'acido solforico per sfuggire alla forca con l'espediente del corpus delicti oppure un banale pazzo visionario e demente (quindi incolpevole)?
ad andreu martín il gran merito di aver dipinto su carta stampata i sentimenti e i pensieri di questa sorta di dr. jekyll and mr. hyde che nessuno poteva descrivere in assenza di un corpus letterario.
https://www.youtube.com/watch?v=JZfjzMx57bs
"...hell
with an apple they ate from the tree of hate
so you know darn well
that they went to hell"